10/09/21

GEOLOGIA DELL'ALTRO MONDO (6) *

Aggiornamento della missione MARS2020: 7.9.2021 (Sol 196)

Potete seguire gli aggiornamenti nella pagina dedicata a Mars 2020, all'interno della sezione d'archivio "Strumenti e Missioni"

Al primo tentativo, fallito circa un mese fa, di campionare una roccia marziana ne è seguito un secondo. Per evitare gli inconvenienti causa del primo insuccesso (la roccia prescelta era troppo tenera e si è polverizzata durante la perforazione) si è deciso di tentare con una roccia completamente diversa, almeno a giudicare dalle caratteristiche apprezzabili su base visiva.

Il sito prescelto appartiene ad una cresta rocciosa abbastanza estesa (circa 900 m di lunghezza), affiorante in modo discontinuo e cosparsa di massi, su uno di questi è stato eseguito il foro (foto 16). La roccia appartiene a quella che si ritiene essere una delle formazioni geologiche più antiche esposte sul fondo del cratere Jezero.

FOTO n. 16. La roccia perforata al secondo tentativo. Il masso presenta alcune evidenti strutture che lo differenziano dalla roccia su cui è stato condotto il primo infruttuoso tentativo. Fonte: NASA/JPL-Caltech.

Un ingrandimento a maggior risoluzione permette di apprezzare la notevole differenza di aspetto tra le due rocce campionate (foto n. 16bis).

FOTO n. 16bis. Confronto tra le due rocce campionate finora da Perseverance (riprodotte approssimativamente alla stessa scala): a sinistra la roccia da cui non si è riusciti a recuperare il campione, perché costituito da roccia troppo tenera e perciò completamente “frantumata” nell’operazione di perforazione; a destra la roccia con il foro del secondo campionamento. Fonte delle due immagini: NASA/JPL-Caltech

Questa volta il prelievo è riuscito, anche se per averne conferma si è dovuta attendere una foto dell’interno del campionatore, effettuata il giorno successivo per via della scarsa illuminazione al momento della perforazione. Come mostra la foto 17 il materiale c’è. A questo punto il campione è stato messo al sicuro nell’apposito tubo in titanio (il n. 266). A breve verrà prelevato un secondo campione dalla medesima roccia eseguendo senza interruzioni l’intera successione di operazioni (perforazione-prelievo campione-stoccaggio nel tubo).

Foto n. 17. Il materiale estratto dalla roccia. La foto mostra anche alcuni dettagli della testa di perforazione. Fonte: NASA/JPL-Caltech/MSSS

L’evento è considerato storico dalla NASA, trattandosi del primo campione mai prelevato dal suolo marziano. Va detto che l’importanza risiede più che altro nella verifica della fattibilità tecnica di un’operazione così delicata (anche sulla Terra può capitare che dia problemi, nonostante si operi manualmente e con controllo diretto), condotta in modo interamente autonomo da Perseverance, visto che prima di poter avere “tra le mani” questo pezzettino di roccia ci vorrà ancora del tempo. Nel frattempo bisognerà accontentarsi di quello che riuscirà a scoprire Perseverance tramite le riprese. La prima fase della “raccolta campioni” prevede uno spostamento complessivo del rover tra i 2.5 e i 5 km, selezionando in tutto 8 siti da campionare.

La seconda fase prevede lo spostamento nell’area del delta fluviale vero e proprio, dove si conta di riuscire a campionare i materiali argillitici rilevati dagli strumenti delle sonde orbitanti, ritenuti tra i migliori candidati ad ospitare indizi di passate attività biologiche.

L’elicottero Ingenuity nel frattempo ha effettuato numerosi voli con riprese dall’alto, utili ad individuare il tragitto meno pericoloso che Perseverance dovrà seguire per completare la campagna di campionamento.

Alla prossima puntata...

2 commenti

  1. Alberto Salvagno

    Nell'ultimo numero di Le Scienze c'è un confortante articolo su carotaggi fatti nei fondali del Pacifico. Si intitola "Fossili viventi". Sembra che siano riusciti a risvegliare batteri anaerobi sepolti da milioni di anni. Speriamo che Marte ci dia sorprese simili così che anche 'sta storia dell' unicità della vita sulla Terra c'è la mettiamo via

  2. Guido

    Sarebbe ora, forse. Ma il candidato migliore potrebbe non essere Marte (Europa, Encelado hanno ottime possibilità).

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