22/12/21

I colori delle comete: un regalo di Natale in attesa da 90 anni *

Luci di Natale... un regale del carbonio e del Sole.

Continuano a capitare alcune cose che mi fanno pensare che l'intelletto umano sia nettamente deteriorato nel corso dell'ultimo secolo. Non parlo certo e soltanto della relatività e della meccanica quantistica che hanno avuto la loro esplosione proprio tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, ma che rimangono ancora quasi un tabù per le scuole.

Oggi sembra che solo la tecnologia possa portare alla risoluzione dei grandi problemi del Cosmo. L'uomo non si sta accorgendo che la capacità di fare agire il proprio cervello, tra conoscenza e fantasia, è sempre più sopita. La parte attiva e fondamentale del pensiero sta diventando una forma passiva di attesa delle risposte delle tecnologie più avanzate. Forse è solo un momento di "stanca", come ve ne sono sempre stati, dipendente dalla frenesia del capitalismo e della globalizzazione, ma di certo la Scienza del Cosmo si sta intellettualmente trascinando con non poca fatica. In qualche modo questo periodo buio viene confermato da uno dei livelli più bassi  mai raggiunti dall'arte, dalla musica, dalla filosofia, e via dicendo. Boh, staremo a vedere...

Nel frattempo godiamoci una vera chicca che risale a 90 anni fa. Le comete erano già studiate, ma, ovviamente, senza l'aiuto di missioni o di super telescopi. Esse mostravano già molti problemi da risolvere, ma le menti pensanti non stavano inerti. Così è successo per Gerhard Herzberg, Nobel per la fisica e notissimo chimico, e per la magnifica luce verde della chioma di moltissime comete. Eccoci al problema in questione: "Che cosa crea quella luce verde, ma, soprattutto, perché mai essa rimane confinata solo nella chioma e non si trasferisce  nella coda?". Herzberg, da ottimo chimico, azzardò un'ipotesi che, malgrado la super tecnologia, ha aspettato fino ad oggi per essere verificata.

Il creatore della luce verde è il carbonio biatomico, di semplice formula C2. Come si può facilmente intuire esso si forma quando due atomi di carbonio si uniscono tra loro, ma ciò è possibile solo in ambienti estremamente energetici o a bassa presenza di ossigeno proprio come le stelle, mezzo interstellare e comete. In realtà queste ultime non lo posseggono, ma riescono a crearlo avvicinandosi al Sole: il nucleo si scalda e rilascia molecole organiche che si distribuiscono attorno formando la chioma. La radiazione solare ha buon gioco a spezzare queste molecole e creare il nostro composto che dona il magnifico colore verde a tutta la chioma.

E qui inizia il secondo, più arduo, problema: "Perché queste molecole non si trasferiscono nella coda?". Il colpevole è ancora il Sole. La coda si forma avvicinandosi sempre più ad esso e così, con la stessa facilità con cui hanno creato il carbonio biatomico, le radiazioni solari riescono a romperlo attraverso la fotodissociazione. Ciò capita prima che le molecole riescano a raggiungere la coda e quindi il colore verde rimane confinato nei pressi del nucleo. Insomma, il Sole si diverte a dipingere di verde la chioma, ma non vuole dare lo stesso colore alla coda. Un gioco di colori, che era stato perfettamente ipotizzato dal nostro chimico.

La cometa Lovejoy, un esempio perfetto di chioma verde. Fonte: NASA Goddard.

Oggi, finalmente, sono state riprodotte in laboratorio le stesse condizioni che si hanno su una cometa che si avvicina sempre più al Sole e l'ipotesi di Herzberg è stata confermata in pieno.

Uno degli autori della nuova ricerca dice: "Trovo veramente incredibile che qualcuno, nel 1930, abbia già pensato a questo processo, descrivendolo in modo talmente dettagliato che solo la tecnologia odierna è finalmente riuscita a riprodurre e confermare".

Un altro coautore descrive  l'importanza della scoperta (non solo scenografica...): " Il carbonio biatomico deriva dalla rottura di molecole organiche complesse, ibernate all'interno dei nuclei cometari, in attesa di dare il via alla vita biologica, nel luogo e al momento opportuno. Conoscendo la sua durata e i suoi processi distruttivi sarà possibile quantificare la quantità di materiale organico che fuoriesce dal nucleo; informazione questa che sarà sicuramente fondamentale per risolvere, un giorno, problemi ben più complessi".

In poche parole, una ricerca da... premio Nobel.

Articolo originario QUI

7 commenti

  1. Mario Fiori

    Effettivamente caro Enzo la mente umana si sta un po logorando e impigrendo; troppa tecnologia che sostituisce totalmente l'essere umano: non ci sono quasi più scoperte basate sul ragionamento che magari la tecnologia conferma o meno, c'è proprio la tecnologia che scopre senza che l'uomo si sforzi di capire ma semplicemente registra la scoperta.

     

  2. è quello che temo anch'io, caro Mariolino!

  3. Arturo Lorenzo

    In questi giorni con un telescopio amatoriale si puo' osservare al tramonto del Sole, quasi a formare un triangolo con Venere (vertice in basso a destra) e Saturno (vertice in alto) la cometa C/2020 A1 , alias Leonard. (Io ancora non ce l'ho fatta, sigh) Anche lei ha una chioma di un bellissimo color verde.

    In merito all'impigrimento intellettuale del genere umano, io penso sia accelerato negli znni recenti a causa del diffondersi dei social network...

    Nonostante tutto, personalmente resto ottimista, un nuovo Einstein sta probabilmente crescendo da qualche parte.. :-)

     

     

  4. mi auguro che tu abbia ragione... ma sono molto dubbioso. Sui social networks mi trovi pienamente d'accordo!

    :twisted: :twisted:

  5. Arturo Lorenzo

    Errata corrige: cometa C/2021 A1

    questa che segue è l''immagine della cometa, risultante dalle riprese fatte da un amico astrofisico . Ha usato un riflettore Netwon 130mm di diametro, ma.... dal deserto di Atacama, in Cile, dove lavora in questo periodo presso il VLT (stra-beato lui !...)

  6. molto belle! Come va con Zwier???

  7. Alberto Salvagno

    Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse come si forma questo quadruplo legame tra i due atomi di carbonio. Fino al triplo con i miei studi c'ero arrivato: sovrapposizione di due orbitali ibridi frontali sp e sovrapposizione laterale di due coppie di orbitali p. Ho provato a capirci qualcosa nell'articolo originale, ma mi sono perso.

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