Categorie: Fisica classica
Tags: Archimede forza di gravità Galileo paradosso piano inclinato
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Il paradosso meccanico ovvero "come ti distruggo la gravità" **
Questo articolo è inserito nella sezione di archivio Antichi Greci, che passione!
Questo apparente paradosso è attribuito ad Archimede, anche se sembrerebbe più ovvio essere opera di Galileo. Data l'inventiva e la capacità di rendere pratici esperimenti mentali non possiamo comunque stupirci più di tanto. I greci sì che sapevano usare il cervello! E dire che Archimede niente ancora sapeva della legge di gravità, ma le sue intuizioni lo portarono a precorrere i tempi. Forse, anche allora piacevano le "fake news" (intelligenti e utili, però).
Presento l'intera faccenda sia come esperimento mentale sia come esperimento pratico. Invito, perciò, i più abili a costruirsi da soli le componenti di quello che sembra ancora oggi una vera e propria assurdità fisica.
Cominciamo a costruire una specie di telaio, che altri non è che un vero e proprio piano inclinato. Qualche tavoletta di legno o anche di cartoncino un po' spesso e il gioco è fatto, come mostra la Fig. 1 (disegno schematico in 3d) e la Fig. 2 (visione dall'alto e di lato).
Bene... a questo punto costruiamo o recuperiamo, in qualche modo, un cilindro rosso che abbia un certo raggio di base e sistemiamolo nella parte alta (A) del telaio. Lasciamolo libero di muoversi e non ci stupiamo di certo se il cilindro scende rotolando verso la parte bassa (B), come mostra la Fig. 3.
Galileo ci ha mostrato le meraviglie del piano inclinato e come esso sia capace di "rallentare" la caduta di un grave, permettendone lo studio del movimento.
Adesso, però, viene la parte un po' più complicata dal punto di vista pratico: la costruzione di una forma a doppio cono, che abbia il cerchio, in cui sono incollate le due parti, uguali al cerchio di base del cilindro (ma può essere anche più grande), come mostra la Fig. 4
Fatto? molto bene... non ci resta che prendere il doppio cono e poggiarlo nella posizione A come fatto per il cilindro (Fig. 5).
Non si muove? Beh... potrebbe essere l'attrito; proviamo a dargli una leggerissima spinta. Eh no... sembra proprio non volersi allontanare dalla posizione A. Non ci resta che entrare nei panni di Alice e metterlo nella posizione bassa B. Come per incanto il doppio cono inizia a muoversi e si dirige sicuro e preciso fino alla posizione A. In poche parole il cono sta infischiandosene della gravità e, invece, di scendere per il piano inclinato, esegue l'azione contraria: SALE !
Il video che segue mostra quanto ho detto a parole e ripete quanto è successo con il modello che avete costruito voi (se ci siete riusciti).
La spiegazione del paradosso è oltremodo semplice e basta una banale figura per risolvere l'arcano.
La inserisco in forma "nascosta" per lasciarvi la possibilità di riflettere e arrivarci da soli.
Basta, infatti, ricordarsi la proprietà del baricentro di un qualsiasi corpo omogeneo, che riporto pari pari prendendola da Wikipedia:
In fisica il baricentro è il punto al quale è applicata la forza risultante di tutte le forze peso parallele.
E poi riflettere sul suo movimento in un campo gravitazionale come è quello della Terra.
Se fate fatica a credere che il baricentro sia capace di questo, mettetevi comodi e imparate QUI come vincere una regata velica senza vento!
E se vi piacciono i paradossi, non potete perdervi QUESTI TRE!
3 commenti
Avendo tempo ci si potrebbe divertire a sperimentare sulle variazioni dei due angoli: quello dell'inclinazione dei due assi del piano inclinato rispetto l'orizzonte e quello che i due assi formano tra loro
Senza dimenticare il raggio dei coni...
e la loro altezza? Ma forse questa non conta se si può divaricate liberamente i due piani inclinati