Categorie: Fisica Riflessioni
Tags: acqua continenti placche tettoniche Terra Venere
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Quanti e quali sono i continenti ? *
Il presente articolo è stato inserito nella sezione d'archivio Pianeta Terra
Una semplice chiacchierata sulla divisione delle terre emerse in continenti che tanto ricorda la classificazione dei corpi planetari...
Devo chiedere, innanzitutto, scusa a Guido per entrare a gamba tesa nel suo regno, la geologia. Tuttavia, la mia è una trattazione veramente terra-terra (anzi, terra-acqua) ed estremamente semplificata. Spero vivamente che possa -magari- dargli qualche spunto per descrizioni ben più professionali e dettagliate.
Utilizzando la bandiera olimpica per il quiz sugli n cerchi intersecantesi, mi è venuta voglia di affrontare il problema dei CONTINENTI, ossia dei cerchi che ne sono il simbolo. Un discorso molto qualitativo e non certo approfondito che mette, però, in rilievo come certe classificazioni siano -a volte- non solo soggettive, ma anche confusionarie. Un qualcosa di simile alla suddivisione in pianeti, pianeti nani, corpi minori...
Poniamoci, allora, la domanda: cos' è un continente?
La definizione più usata ci dice che esso è una GRANDE zona di terra emersa circondata completamente dall'acqua. Non si fa cenno alla sua origine ed evoluzione e nemmeno si pone grande attenzione alle placche continentali che ne sono il risvolto più scientifico. In poche parole si guarda solo a ciò che emerge dagli oceani. Cerchiamo allora di fare subito chiarezza: una cosa è la struttura ed evoluzione geologica di un pianeta e un'altra, del tutto diversa, è la presenza di acqua su di esso. Consideriamo la nostra sorella Venere, così simile e così diversa dalla Terra: diversa, senza dubbio, a causa della mancanza totale di acqua e delle temperature superiori ai 400 °C. Simile, ancora oggi, in quanto vi è una grande probabilità che essa sia soggetta a una tettonica a placche.
Conosciamo tutti, abbastanza bene, cosa significa tettonica a placche. La crosta solida superficiale di un pianeta "galleggia" su uno strato sottostante fluido che le permette di spaccarsi in certi punti e di formare una specie di "puzzle" dove ogni tessera (placca) si sposta rispetto alle altre (deriva dei continenti). A volte due tessere si allontanano permettendo la fuoriuscita di materia fluida dalla spaccatura; a volte due placche si scontrano e una delle due deve "sottomettersi" insinuandosi verso il basso e sollevando la placca contrapposta. Sia in un caso che nell'altro queste zone di "scontro" sono luogo di forti terremoti e di fuoriuscita di materia lavica o di catene montuose dove le placche si scontrano.
Tutto ciò sembra che sia ancora presente su Venere, da cui potremmo concludere che Terra e Venere sono due pianeti geologicamente attivi. Risulta evidente, però, che le placche variano nel tempo, cambiando completamente le "carte" in tavola. Le placche si creano e si distruggono e con loro anche la parte emersa. E, in zone abbastanza particolari, ciò può avvenire anche in tempi di poche migliaia di anni. .
Conviene, quindi, abbandonare la parte più intrigante e interessante legata all'evoluzione geologica e limitarsi a parlare di situazione odierna. Tale puntualizzazione, oltre che per le placche, vale anche per i continenti che in qualche modo sono legati a queste variazioni.
Non abbiamo ancora parlato di acqua dato che è un elemento che ha poco a che fare con la definizione di placche tettoniche e di vita geologica.
Introduciamo, allora, l'acqua, un elemento forse in parte presente nella parte di disco protoplanetario dove si è formata la Terra, ma anche e soprattutto collegata alla caduta di asteroidi e comete che l'hanno trasportata sotto forma di ghiaccio dalle regioni più esterne del Sistema Solare. Un regalo più o meno inaspettato, un "di più" che ha riempito a casaccio le parti più profonde esistenti nella crosta terrestre. Se ne fosse caduta di più avremmo avuto un pianeta la cui superficie esterna era un solo immenso oceano; se ne avessimo avuta di meno, avremmo avuto solo pochi laghi nelle zone più profonde. Insomma, mentre la geologia ci dice come sia variata la distribuzione delle placche nel tempo ed è quindi una caratteristica tipica del pianeta in gioco, la presenza dell'acqua è un evento "esterno" che può drasticamente cambiare la superficie emersa del pianeta, ma non la sua geologia profonda.
Teoricamente, sulla Terra, l'acqua rimane sempre la stessa. Tuttavia, il livello che essa presenta dipende molto da quanta se ne sia trasformata in ghiaccio e di quanta si sia nascosa all'interno delle terre emerse. Durante le glaciazioni e i periodi di fusione, il livello della parte liquida superficiale varia notevolmente, comportando drastici cambiamenti sulle terre emerse e quindi sui cosiddetti continenti, mentre potrebbe lasciare inalterate le placche.
Anche se farà ridere la maggior parte di voi, la figura che segue mostra come un pianeta geologicamente attivo, possa presentarsi a causa della differente quantità di acqua che ha immagazzinato. Abbiamo, ovviamente esasperato le altezze delle variazioni della crosta superficiale per meglio comprendere quanto l'acqua sia un qualcosa del tutto indipendente dalle placche tettoniche.
Potremmo dire che geologicamente la struttura di un pianeta non ha bisogno d'acqua, ma la vita biologica ne è invece dipendente. Poiché chi stabilisce certe regole più o meno fittizie è l'uomo, sembrerebbe giusto permettergli di definire come continente la parte di una placca che emerga completamente rispetto al livello dell'acqua, ossia una parte "abitabile". Se fossero i delfini a valutare i continenti, userebbero una classificazione nettamente diversa. Anche per l'uomo, però, potrebbero sorgere, comunque, dei problemi, dato che una placca potrebbe contenere più continenti così come la divisione tra due placche potrebbe essere una zona completamente emersa.
Vediamo, allora, le principali placche (Fig. 1) oggi presenti nella crosta terrestre e nel contempo evidenziamo i possibili continenti partendo dalle principali placche odierne, integrate dalla presenza di acqua.
Se pensiamo solo alle placche, esse possono essere divise in 7 maggiori. Su di esse consideriamo solo le parti emerse che abbiano grandi dimensioni (il grande è soggettivo). Nessun problema per l'America del Nord, l'America del Sud e l'Antartide. Risultato analogo per l'Africa e l'Australia (solo Australia, però..). Europa e Asia sono su una sola placca, anche se ne perdono un pezzo (la Siberia orientale) che dovrebbe essere regalata alla placca euroasiatica. In questo modo otteniamo 7 continenti.
Ma essi non corrispondono più al criterio di essere completamente circondati dall'acqua. Infatti, la divisione tra Africa e Eurasia è ARTIFICIALE (canale di Suez) così come lo è la suddivisione tra America del Nord e del Sud (canale di Panama). Ne seguirebbe, considerando l'acqua come obbligo principale, che i continenti si riducono a 4 soltanto: americano, eurafrasiano, australiano e antartico. Faccio notare che Il nome di continente spetterebbe solo ad una parte di terra emersa sufficientemente grande. Ecco perché ho inserito il nome Australia e non Oceania che aggiunge soltanto piccole isole.
Quanto proposto è forse lo scenario più consono a una visione realmente geologica, anche se momentanea, ma ne sono state proposte e seguite anche altre, in cui politica, cultura ed economia hanno preso il sopravvento:
6 continenti: Africa, Europa, Asia, America, Oceania, Antartide
E' quella seguita dall'Italia, da gran parte dell'Europa Occidentale e dal Sud America. La divisione tra Europa e Asia è del tutto politica e non geologica. Così come l'unione delle due Americhe (il Sud America non si sente separato dalla ricchezza del Nord America).
6 continenti: Africa, Nordamerica, Sudamerica, Eurasia, Oceania, Antartide
E' quella seguito in Russia, dato che nei modelli precedenti avrebbe dovuto appartenere a due continenti separati.
5 continenti: Africa, Europa, Asia, America, Oceania
E' quella considerata nella bandiera olimpica, che mantiene la divisione tra Europa e Asia, ma elimina l'Antartide solo e soltanto per motivi di abitabilità. In realtà, non esiste la nazionalità "antartica" e quindi nessun eventuale atleta olimpionico.
Diciamoci la verità... poco importa la suddivisione in continenti se non quella legata strettamente alla geologia. Ben vengano le placche, allora, ma senza ripudiare del tutto la presenza dell'acqua.
Sicuramente un maggiore interesse, non solo scientifico, sarebbe legato a come le cose cambierebbero se variassimo il livello dell'acqua, che -ricordo ancora- è qualcosa venuta dal cielo e non veramente appartenente al nostro pianeta. Vediamo, allora cosa succederebbe se comete e asteroidi si fossero dati da fare molto di più... Ad esempio, alziamo il livello delle acque di 2000 metri. Beh... lo spettacolo sarebbe ben diverso dall'attuale: due soli continenti: tibetano e andino (Andea), come mostrano le Fig. 2a e 2b:
Eh sì, le cose sarebbero ben diverse da quelle odierne, anche senza soffermarsi sull'evoluzione precedente. Ci sarebbe ancora vita? E che tipo di vita? E' curioso che il continente Andea corrisponda grosso modo ai confini della massima espansione degli Incas. Quanti racconti di fantascienza si potrebbero fare, mettendo a confronto la saggezza e pazienza tibetana con la furia di conquista e di ricchezza deli Incas (senza avere spagnoli di mezzo...).
Potremmo anche fare il contrario e diminuire il livello delle acque, ad esempio di un migliaio di metri. Bene, a questo punto comparirebbe in fretta un nuovo continente, la Zealandia, di cui la Nuova Zelanda è oggi solo la parte emersa (Fig. 3).
La Zealandia starebbe su una placca separata da quella australiana e raggiungerebbe quasi i 5 milioni di chilometri quadrati, sufficienti (?) a non considerala un'isola come è capitato per la Groenlandia. E' lei la vera Atlantide?
Ho scritto tanto e ho detto ben poco di veramente scientifico. Tuttavia, penso di aver dimostrato ancora una volta che le classificazioni possono essere utili, ma spesso sono frutto di considerazioni che poco hanno a che fare con la vera scienza. La Natura non presenta creature di serie A e di serie B. Essa non classifica e dà la stessa dignità a tutto ciò che esiste, siano un piccolo fiore o un buco nero super massiccio.
E che Guido mi perdoni ancora per l'estrema semplificazione e banalizzazione... è stata solo una chiacchierata tra amici.
3 commenti
Se alzi il livello del mare di soli 2 mila metri resta emerso anche l'arcipelago dell'Alpilandia, per non parlare del Kilimangiar Plateau, dell'Araratea, ecc. Ma più di tutto mi fai pensare a come cambierebbe il clima, immagino molto più piovoso sulle terre emerse
Ben venga la chiacchierata tra Amici, carissimo Enzo! E a ribadire che l'uomo s'affanna sempre a far ordine dove, forse, di ordine c'è n'è meno di quanto esso vorrebbe, aggiungo che non solo la "faccia" della Terra cambia a seconda del moto delle placche crostali, della loro genesi e sparizione, del basculamento del livello marino/oceanico ma anche la forma tridimensionale della Terra muta nel tempo. Le glaciazioni ci offrono un esempio eclatante: l'aumento del peso imposto su un certo settore della superficie dovuto all'accumulo di ghiaccio e neve in occasione di un periodo glaciale fa letteralmente infossare quel settore di litosfera (fino a un centinaio di metri, si è stimato) che, una volta terminato il periodo glaciale, inizia a risalire alla ricerca dell'equilibrio isostatico. Quindi la spessa calotta glaciale (alcuni km) è sparita, ma la Terra mostra in quel settore una marcata flessione che pian piano (ci vogliono decine e decine di migliaia di anni) si riduce fino a tornare al livello pre-glaciale. Oggi il sud della Gran Bretagna, ricoperta nel settore scozzese dalla coltre glaciale nell'ultima glaciazione, è affetta da un moto di sprofondamento di circa 5 cm/secolo, conseguenza del potente risollevamento della Scozia (circa 10 cm/secolo), da tempo libera dal peso dei ghiacci.
Insomma, oltre al tormento delle placche crostali che vagabondano, talvolta si spezzano e talvolta si saldano l'una all'altra, l'uomo subisce anche un bubbone che cresce da una parte ed una buca che s'apre dall'altra. Ci piacerebbe tanto che le cose fossero ordinate, ben sistemate e docilmente irregimentate ma la realtà è un'altra: panta rei (πάντα ῥεῖ), e Eraclito già lo sapeva.
Una cosa ancora, visto che Alberto accenna al clima: la mancanza di terre emerse avrebbe soprattutto come conseguenza configurazioni di vento molto più regolari e di velocità mediamente elevate per mancanza di ostacoli significativi che frammentino le correnti e ne riducano la velocità e per l'assenza dei diffusi squilibri che la gran quantità di terre emerse determina nella riflessione del calore solare. Clima molto, molto diverso.