Categorie: Corpi minori Sistemi extrasolari
Tags: ALMA asteroidi troiani distruzione formazione PDS 70 pianeta troiano
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:3
E se i "troiani" si unissero ? *
Qualcuno potrebbe pensare che voglia discutere dell'Iliade e di come i poveri troiani (io facevo tifo per loro...) avrebbero potuto evitare la disfatta subita ad opera dei greci. Parlare di mancanza di "unione" sembrerebbe, però, cosa assurda ricordando le pagine del grande Omero. Insomma, questi troiani non devono avere niente a che fare con quelli di questo breve articolo, a parte il nome...
E, infatti, vogliamo parlare di asteroidi "troiani", ossia di quei due gruppi di piccoli corpi (uno dei quali si riferisce agli eroi greci) che condividono l'orbita di Giove, formano un triangolo equilatero con Giove e il Sole. Come siano arrivati in quelle posizioni è ancora un problema aperto che parla anche di cattura da parte di un Giove in migrazione, ma vede anche spiegazioni più semplici in cui questi antichi eroi si siano formati direttamente nelle posizioni attuali. Una recente osservazione di ALMA sembra sostenere questa seconda ipotesi, aprendo scenari ben più generali con ripercussioni estremamente importanti.
Nel breve video dell'ESO, che segue, vi è una bella simulazione delle due "nubi" di oggetti che accompagnano Giove, ponendosi attorno ai punti lagrangiani di equilibrio L4 e L5 nel sistema ristretto dei tre corpi.
Oggetti questi, che potrebbero anche essere pensati, se non fossero passati 4.5 miliardi anni per il Sistema Solare, come detriti o come "planetesimi" in evoluzione. E qui entrano in gioco le osservazioni di ALMA che ha osservato con attenzione il sistema planetario di una giovane stella (pochi milioni di anni) più piccola del nostro Sole. Attorno ad essa erano già stati individuati due pianeti gioviani, ma ALMA ha trovato qualcosa che sembra stare proprio sulla stessa orbita del pianeta più vicino. Non vi è ancora certezza assoluta, ma questo qualcosa sembra occupare proprio la posizione dei ... troiani. ALMA ci ha, comunque, assicurato che questo qualcosa è un insieme di detriti rocciosi.
Tuttavia, il sistema planetario è giovanissimo e l'origine dei detriti potrebbe riferirsi sia a una fase di formazione che a una di distruzione. Esisteva già un pianeta "troiano" che è stato distrutto dalle forze mareali dei due giganti? Oppure, si sta ancora formando un pianeta vero e proprio?
Finora , malgrado l'esistenza dei troiani sia pensata come cosa comune per gli esopianeti , non se ne era ancora vista traccia. ALMA ha cambiato le carte in tavola e, addirittura, potrebbe confermare che non solo possono esistere troiani di altri pianeti, ma addirittura l'esistenza di due pianeti sulla stessa orbita. Ricordiamo a questo riguardo che il possibile impatto di un corpo di dimensioni marziane con la nostra Terra richiederebbe, con molta probabilità, un oggetto posto nei nostri punti lagrangiani L4 o L5 che nelle sue oscillazioni si sarebbe spinto fino alla collisione.
Nella figura che segue si vede il sistema della stella PDS 70 in cui si sono evidenziati il pianetone più interno e il suo possibile troiano in divenire o ciò che resta di lui (la sua massa totale dovrebbe essere pari ad almeno il doppio di quella della nostra Luna). A destra, vicino all'anello di gas e polvere, si vede il secondo pianeta gioviano.
Tra qualche anno saranno ripetute le osservazioni per assicurarsi che pianeta e compagno troiano si muovano davvero sulla stessa orbita. Ma i "greci" dove stanno?
3 commenti
Ho visto che il disco ha un raggio di circa 140 au. Mi chiedo se la sua luminosità sia tale che nei due pianeti non sia necessario accendere la luce di notte. O se il disco formato da gas e polveri si veda più o meno come noi vediamo la Via Lattea. Per risolvere così bene questo sistema, immagino che abbiano dovuto schermate la stella centrale che infatti risulta poco luminosa. Si chiama coronografo, vero?
Caro Alberto,
ricorda che ALMA riceve radiazioni millimetriche e non certo visibili. Per la ricerca dei pianeti si usa sempre il coronografo.
Touché