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Tags: cometa Philae Rosetta
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Rosetta: come cercare di enfatizzare un risultato finora abbastanza deludente… *
Vorrei ribadire ancora che io non ho assolutamente il dente avvelenato contro Rosetta, anzi mi aspettavo grandi cose da lei. Le missioni “in loco” sono fondamentali, soprattutto se si riesce a lavorare sul … terreno. Non per niente sono entusiasta di New Horizons (che avevo forse sottovalutato) e delle meraviglie di Cassini. Lo sarei anche di Dawn se fornissero qualche dato in più e non volessero ridurla a evento puramente mediatico.
Sicuramente, Rosetta doveva rappresentare una specie di rivoluzione tecnologica, che è duramente fallita (in buona parte). Il non voler ammettere gli sbagli, e il conseguente ridimensionamento, è poco scientifico e molto politico. E questo non mi piace così come non mi piace la sceneggiata che si crea attorno ai robottini marziani e alle scoperte eccezionali che tali non sono. E, invece, Rosetta (per i soldi spesi) deve continuare a essere considerata una missione riuscita e sconvolgente. No, non è così… e non è così che la Scienza deve presentarsi al grande pubblico.
Utilizzo le frasi riportate da Media INAF (QUI), relative ai lavori apparsi su una rivista europea, per commentare la loro effettiva importanza e poi tirerò una mia personalissima conclusione. Uso questo sistema per non essere tacciato di manipolare la presentazione dei lavori scientifici.
Un primo risultato ottenuto da Rosetta è stata la possibilità di vedere direttamente il nucleo della cometa, che ha mostrato una forma a “papera”, molto diversa dalle previsioni.
E’ ovvio che da vicino si possa vedere la forma di un oggetto molto meglio di quanto non si possa fare da lontano. Tuttavia, non capisco assolutamente perché la forma sia molto diversa dalle previsioni. Previsioni basate su cosa? Molti asteroidi di dimensioni comparabili hanno mostrato la struttura a doppio lobo, tipica dell’unione di due o più corpi singoli (binari a contatto). Non vedo, quindi, quale sia la stranezza, dato che anche le comete subiscono collisioni mutue e riaccumulazioni parziali (o forse non si sapeva...?).
La cometa, ovviamente, è stata monitorata anche con strumenti da Terra, e l’attività registrata ha confermato le aspettative, con un aumento graduale durante l’avvicinamento al Sole.
Beh… questo se lo potevano evitare! Non è certo una scoperta confermare che l’attività cometaria aumenta con l’avvicinarsi alla fonte di calore. Lo sanno anche i bambini…
È emerso chiaramente che la maggior parte dell’attività proveniva da getti di polvere nella regione denominata Hapi, ovvero nel “collo” tra i due lobi della cometa
Che l’attività cometaria non sia distribuita globalmente, ma interessi solo alcune zone della cometa, si sapeva già dai tempi della missione Giotto.
Una serie di considerazioni teoriche hanno dimostrato che la variazione della velocità di rotazione della cometa potrebbe essere spiegata dalla perdita di materiale cometario
Che i getti cometari diano luogo a variazioni della sua velocità di rotazione (ma anche orbitale) si conosce da lungo tempo e gli effetti sono chiamati effetti non gravitazionali, studiati e modellizzati da molti anni. Poi basterebbe ricordare che se si perde massa, il momento angolare non può stare a guardare…
Per spiegare la scia di polvere osservata, per lo più grani di dimensioni millimetriche, occorre che questa venga liberata dalla superficie della cometa a velocità bassissime. Questo è possibile solo se la polvere che si trova sulla superficie ha una resistenza alla trazione estremamente bassa, mille volte inferiore a quella di uno strato di polvere formato da grani di dimensioni micrometriche. Una possibile risposta è che il nucleo si sia formato attraverso il collasso gravitazionale di un insieme di oggetti delle dimensioni che vanno dal millimetro al centimetro.
Le cose dette sono abbastanza ovvie e conosciute, anche se, chiaramente, la vicinanza ha potuto studiare meglio i fenomeni. La conclusione, però, che le osservazioni di Rosetta spieghino come cosa innovativa l’aggregazione della materia in planetesimi (uno dei concetti base della formazione planetaria) mi sembra eccessiva.
Questo risultato suggerisce ancora una volta una formazione lenta avvenuta per accumulo progressivo di materiale poroso
Di nuovo i planetesimi e poi –soprattutto- nessuno conosce le strutture a “pile of rubble”?
Test effettuati in laboratorio prevedono una stratificazione verticale, con un mantello poroso di polvere su uno strato di ghiaccio formato da ricondensazione o sinterizzazione. A conferma di questa previsione, la superficie della cometa si presenta scura e “polverosa”, ma mostra anche zone luminose di ghiaccio d’acqua delle dimensioni di qualche metro .
Beh… si sapeva molto bene che le comete non erano coperte da uno strato compatto e continuo di ghiaccio, ma da larghe regioni coperte di polvere, con albedo molto basso.
Le forti variazioni diurne nelle emissioni di grani submillimetrici e millimetrici indicano inoltre valori molto bassi di inerzia termica, compatibili con una superficie altamente porosa, simile a regolite, e suggeriscono qualche struttura verticale entro pochi centimetri dalla superficie…
Personalmente non mi stupisco affatto che si sia in presenza di regolite… Più interessante la struttura a strati, ma non del tutto inaspettata.
Con un’albedo geometrica del 6%, 67P è sostanzialmente scura come il carbone. Lo spettro infrarosso e visibile del nucleo è privo di segnature particolari e rossastro, compatibile con una composizione di tipo organico. Osservazioni nell’ultravioletto lontano (Far Ultraviolet) confermano che la superficie è ricoperta da uno strato omogeneo di materiale e che il ghiaccio non è presente ovunque in grandi quantità.
Scusate, ma sono ovvietà ben note. Grazie a Rosetta per la conferma, ma… ci si aspettava di più…
La cometa contiene anche molecole organiche complesse e le differenze di abbondanze relative tra emisferi estivi e invernali suggeriscono un’evoluzione su larga scala della superficie cometaria. Con questo metodo è stato possibile rivelare anche gli ioni, ed effettuare studi chimici della chioma. Sulla superficie di 67P, lo spettrometro di massa a bordo di Philae ha rilevato un rapporto CO/CO2 significativamente inferiore ad alcune misure provenienti dalla chioma, il che implica ancora una volta una profonda eterogeneità del nucleo
Un’informazione utile che migliora ciò che si sapeva. Tuttavia, quali reali novità sulle molecole complesse? Si dice ben poco sulla formazione e la complessità raggiunte. Insomma, a parte l'ossigeno niente di nuovo sotto al Sole?
Con la sua bassa densità, alta porosità e bassa resistenza alla trazione, questa cometa si rivela fragile agli occhi di Rosetta, ma una serie di simulazioni della storia collisionale nel sistema solare mostrano che è altamente improbabile che si sia formato un corpo di 4 km di diametro con queste caratteristiche e che sia poi sopravvissuto per 4.5 miliardi di anni. Dovrebbe invece trattarsi del frammento di un oggetto più grande che ha subito una o più collisioni
Queste conclusioni sono quelle che più mi deprimono. Nessuno si ricorda dei lavori degli anni ’80 sull’evoluzione collisionale e sulle stime dei tempi di collisione per oggetti di vari chilometri? Il presentare i soliti lavori eseguiti con i soliti programmi al calcolatore ha qualcosa che sa proprio di stantio e di scarsa volontà innovativa e riflessiva… Scoprire l’acqua calda, sperando che il tempo faccia dimenticare i lavori precedenti, è operazione sempre più comune…
Da un lato il “collo” della cometa è la regione da cui proviene la maggior parte dei getti, dall’altro è vero che l’erosione è troppo limitata per aver potuto scavare centinaia di metri di materiale cometario. Un attento esame delle immagini di Rosetta, confrontate con una serie di modelli teorici, indica che i due lobi del nucleo di 67P derivano da due oggetti distinti che si sono fusi tra loro a seguito di una collisione a velocità limitata
Come previsto anche da noi fin dalla prima occhiata…
Che dire? Qualche miglioramento dei dati c’è stato (ci mancava anche questo), ma ben poche risposte sull’origine e la formazione delle molecole complesse. Non era questo lo scopo principale? Philae si è subito azzittito (fallimento clamoroso che non si vuole accettare) e le risposte giunte finora sono poco più accurate di quelle già note.
Ormai sappiamo molto bene che gli asteroidi sono composti anch’essi da materiale primitivo e che forse sono stati proprio loro ad aver portato l’acqua sulla Terra. Inoltre, bene o male, una cometa è sicuramente un oggetto più evoluto, dato che perde materia ad ogni passaggio vicino al Sole e subisce ovvie trasformazioni. Oggetti sicuramente interessanti, ma che travisano il materiale più antico.
Inoltre, scendere su un asteroide e stare su di lui per mesi e mesi era decisamente più facile. Invece di spaventarsi (giustamente) che la cometa le “sputi” addosso la sua polvere e doversi allontanare, una sonda asteroidale avrebbe potuto scavare tranquillamente senza rischi. Ma si sa, tutto è nato a causa della lobby cometaria ben più “forte” a livello europeo di quella asteroidale. E di questo posso esserne più che sicuro, dato che ho partecipato alle riunioni che hanno portato alla scelta di una cometa per Rosetta…
Vediamo cosà capiterà in seguito… ma non sono molto ottimista. No, cari amici, non sono prevenuto con la missione Rosetta e speravo veramente che ci regalasse qualche dato innovativo sulla formazione ed evoluzione delle molecole complesse. Philae era essenziale, ma è stato predisposto in modo estremamente lacunoso e affrettato (forse). La sua mancanza è stata fondamentale e tutto il resto non poteva che dare relative e minime informazioni supplementari. Rosetta sembra una missione che stia servendo solo a rifinire cose già note. Utile sicuramente, ma ne valeva la spesa, mentre Europa ed Encelado (e Tritone) aspettano? Per non parlare di una semplice missione di atterraggio su un asteroide di fascia principale.
Come sempre, ben contento di essere smentito anche domani e ammettere che mi sono sbagliato!
7 commenti
Magari si potesse smentirti caro Enzo. La vita "extraterrestre" secondo me è la che ci aspetta da sempre e noi litighiamo come bambini....
caro Luigi,
io la penso come te, ovviamente. Il fatto è che sulle comete e sugli asteroidi troveremmo, probabilmente, solo i mattoni più o meno primordiali, non certo la vita organizzata. Encelado potrebbe averle dato questa possibilità...
Sì. .. mi riferivo a Tritone, Encelado ecc...
.... pensa alla consapevolezza per l'umanità. Sapere che un batterio potrebbe demolire culture e religioni millenarie e riscrivere le regole di convivenza mi entusiasma.
...forse, Luigi, è proprio questo il motivo per cui la vita extraterrestre la si ricerca solo dove si sa di non poterla trovare... purtroppo l'umanità non è pronta per il tipo di consapevolezza di cui parli e dubito che lo sarà mai!
@PIETRO
dicevi che la scoperta di "un batterio potrebbe demolire culture e religioni millenarie" ma mi sembra che tu sei leggermente"chiuso" su questo discorso perché sempre col massimo rispetto, le religioni difficilmente comprenderebbero altra vita INTELLIGENTE ma invece si aspetterebbe segni di vita elementare e/o batteri come dicevi tu prima.
Scusa Francesco, ho capito poco di quello che hai scritto.
Il mio riferimento "scontato" è relativo alla visione antropocentrica dell'Universo insita in culture e religioni di tutto il mondo.
Forse a causa della mia "chiusura" penso che una semplice ed elementare forma di vita sviluppatasi su una luna di Saturno potrà arrivare li dove intere scuole di pensiero, filoni culturali e religioni non hanno potuto far nulla, alimentando semmai il problema: far comprendere all'umanità il proprio ruolo MARGINALE nella storia del cosmo.
Scusa se insisto Luigi, ma sono sicuro di ciò che affermo, anche se magari espresso malamente ed in modo elementare..
Un'eventuale scoperta di forme di vita "elementari" NON alimenterebbero alcun problema nelle Religioni, cosa contraria succederebbe se queste forme di vita, fossero tanto evolute da confrontarsi intelligentemente con noi, ma questa rimane e rimarrà solo una fantasia irrealizzabile.