Categorie: Astrobiologia Corpi minori
Tags: attività geotermica Eris Makemake transnettuniani Webb
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Webb trova acqua calda nel posto più freddo **
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Oceani sotterranei nel Sistema Solare"
Abbiamo appena letto che anche il piccolo satellite di Saturno Mimas possiede molto probabilmente un oceano sotterraneo di acqua allo stato liquido, al pari di suo fratello Encelado e del satellite di Giove Europa. Un regalo, questo, dovuto allo splendido lavoro della sonda Cassini. Poteva, forse, il telescopio Webb essere da meno? Ed ecco che si è spinto molto più in là, addirittura oltre l'orbita di Nettuno, dove il freddo dovrebbe regnare sovrano fin dai tempi più remoti. I suoi obiettivi sono stati due pianeti nani, Eris e Makemake, allo scopo di analizzare la composizione della loro superficie.
Essi avrebbero dovuto avere le caratteristiche tipiche delle prime fasi evolutive del Sistema Solare, dato che dovrebbero essere corpi celesti veramente primitivi. In particolare, l'idrogeno presente nei loro composti, come il metano, avrebbe dovuto presentarsi soprattutto come deuterio e invece la presenza di deuterio è nettamente inferiore, del tutto simile a quello che ci si aspetterebbe in un corpo geochimicamente evoluto.
Un metano di questa composizione è tipico di un oggetto che abbia subito un riscaldamento del suo nucleo roccioso. In particolare, Eris presenta anche un altro segno di attività interna, l'azoto molecolare N2. Inoltre, è stato rilevato un rapporto isotopico 13C/12C che conforta l'ipotesi di episodi di criovulcanesimo e, quindi, di ringiovanimento della superficie.
Tutto ciò fa pensare che sotto la crosta ghiacciata questi due oggetti siano relativamente caldi, tanto da poter ospitare oceani di acqua liquida, perfettamente adatti all'esistenza di vita biologica, al pari di Europa, Encelado e Mimas. Dobbiamo ricordarci che anche Plutone, del tutto simile a Eris e Makemake come dimensioni, ha presentato evidenze di acqua sotterranea allo stato liquido.
Non sarebbe certo troppo presto per pensare di inviare una sonda verso questi pianeti nani per provare sul campo i sorprendenti risultati di Webb. In poche parole, sembra che la vita biologica possa essere nata anche dove il freddo sembrava escluderla senza alcun tentennamento. Una realtà che cambierebbe completamente molte delle ipotesi correnti e che farebbe fare passi decisivi verso la conoscenza della nostra origine biologica.
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2 commenti
Il calore interno di Europa, Mimas ed Encelado, se ho ben capito, dipende dai movimenti mareali indotti da Saturno, ma in questi casi di Eris, Makemake e addirittura Plutone, da cosa potrebbe derivare? Da decadimenti nucleari?
sarebbe bello saperlo, caro Albertone... Per Plutone si pensava alla presenza di Caronte, per gli altri, però, non funziona, dato che i loro satelliti sono troppo piccoli.