Destinati all'autodistruzione.
Oggi più che un articolo, vi voglio proporre una breve ma profonda riflessione.
Tempo fa seguì un piccolo seminario alla mia università e ciò che mi ha fatto davvero riflettere è stato un passaggio, molto significativo, in cui si affermava che il mondo che ci è stato dato non è un atto dovuto, non va usato egoisticamente, ma va mantenuto integro per le future generazioni. Abbiamo quindi il dovere di preservarlo e non il diritto di usarlo a piacimento per un godimento temporaneo nell'arco di tempo della vita umana.
Inevitabilmente il pensiero va al nostro piccolo pianeta, un piccolo sassolino in questo universo sconfinato, e quanto questo venga maltratto. Si possono fare piccole cose per riuscire a preservare la nostra civiltà ma a me sembra che l'andamento sia nella direzione sbagliata.
Ci reputiamo una civiltà tecnologica eppure questa tecnologia non la si sa usare nel pieno delle sue potenzialità.
Quando osservo i tg e vedo i casini che ci sono nel mondo, mi viene sempre da pensare che non ci vogliamo bene per niente. Mi infastidisce il fatto che la tecnologia, frutto di ricerca e somma delle conoscenze di un passato remoto e recente, sia usata a scopo distruttivo. Non ho bisogno di descrivere quali sono i motivi, credo li conosciate già. Ci crediamo invincibili. Basta poi un terremoto e ritorniamo piccoli.
Vero è anche che, a volte, ciò che oggi ci offre la tecnologia è nato grazie alle guerre (pensiamo al razzo saturno V, non è altro che l'evoluzione dei missilli della seconda guerra mondiale).
La tecnologia dovrebbe essere usata per scopi di sopravvivenza. Deve essere il prolungamento del nostro adattamento all'ambiente per vivere al meglio e mettere nelle condizioni le generazioni future di vivere al meglio.
Prima di concludere il post, voglio aprire una piccola parentesi riguardante la tecnologia, che poi è figlia della ricerca. Quando le cose funzionano si ottengono grossi risultati e il video seguente ne è la prova. Si tratta di argomento attuale: i tumori. La ricerca ha permesso a questi scienziati di scoprire forse la cura definitiva contro il cancro. Bisogna essere prudenti in certe affermazioni e il condizionale è d'obbligo. La direzione intrapresa tuttavia sembra essere quella giusta. Invito quindi a guardarlo anche se non si tratta di un argomento astronomico.
Ricapitolando. La società di oggi non mi sembra stia andando in questa direzione. Sta pericolosamente sbandando.
Se ci dovessimo fare fuori con le nostre stesse mani, il nostro epitaffio potrebbe recitare:
"Un grande intelletto e un gran cervello non sono una garanzia di sopravvivenza sul pianeta Terra"
Ecco la domanda:
La tecnologia è un bene o un male? Serve per sopravvivere meglio o per distruggere una civiltà?
Siamo soli nel cosmo perchè inevitabilmente la tecnologia porta all'autodistruzione delle civiltà avanzate?
36 commenti
Grazie Peppe, sono riflessioni che mi tormentano spesso. Uno dei rimedi sarebbe quello di abolire il culto religioso e spiegare veramente come funziona l'Universo, si risolverebbero la metà dei problemi
Eccezionale Enzo... questo è il vero dilemma da trasferire alle giovani generazioni. Ci sono molti studi di economia classica che si sono preoccupati di affrontare la varie questioni che emergono dalle domande che hai posto. Il dilemma dei beni comuni, le esternalita' ed altri temi molto interessanti sono a prima vista questioni noiose (ricche di matematica ); tuttavia una volta compresi e digeriti (con lo spirito di questo sito) diventano la risposta a molte di queste domande. Attenzione la risposta alle domande, non la soluzione del problema sottostante. Quella è molto lontana dall'essere individuata!
Però... capire perché stiamo andando alla deriva potrebbe essere un modo per invertire la tendenza... chissà...
Scusa Peppe... la forza dell'abitudine. Ovviamente "l'eccezionale" era rivolto a te... (prof. Stavolta non c'entri)
SMA non mi è riuscito di condividere il video direttamente dal post con embed e non ho capito perchè.
Se clicco sul video, non si apre niente (sia con Mozilla che con Explorer)... è un problema del mio pc?
P.S.
Complimenti per l'articolo, peppe!
Complimenti per l'articolo, peccato non si apra il link...
Io, caro Enzo, ho una visione totalmente laica e naturalistica della vita.
Non dimentico che siamo, forse prima ancora che esseri pensanti, esseri biologici.
La natura non sembra particolarmente interessata al singolo individuo e, forse, neanche alla singola civiltà.
Ci sono esseri biologici che vivono solo in funzione della riproduzione: alcuni batraci, abitatori delle regioni secche, trascorrono l'anno sotto terra in una condizione di dormi-veglia che viene superata solo nel momento in cui piove. Ci si "sveglia", ci si riproduce e poi .. di nuovo a nanna! E' vita (nel senso in cui noi la intendiamo)? Ma la natura opera proprio così!
Noi ci poniamo, di fronte alla vita, in modo molto ambiguo:
- da un lato ragioniamo, riteniamo il nostro mondo unico ed irripetibile e, come tale, da preservare, da difendere ... e questo è l'atteggiamento razionale dell'essere pensante.
- dall'altro ci preoccupiamo del nostro benessere senza curarci molto di ciò che ci sta intorno, dispostissimi ad inquinare e distruggere ... e questo è l'atteggiamento biologico.
Probabilmente l'aspetto biologico è ancora preponderante rispetto a quello culturale. D'altra parte, di norma, le questioni non si risolvono dialogando, ma prevaricando. Il dialogo attiene a persone nelle quali l'aspetto culturale ha soppiantato quello biologico; ma quanti sono? Il 5% dell'umanità? Non vorrei essere stato troppo ottimista ...
L'umanità finirà, la Terra finirà, gli atomi, un tempo costituenti questo nostro straordinario mondo, saranno sparsi nel cosmo come le ceneri di un caro estinto e l'universo (cioè la natura) ... non se ne accorgerà nemmeno ...
Secondo Daniel Goleman la causa di questo disallineamento tra ragione (che ci dice come dovremmo comportarci per preservare il nostro pianeta) ed istinto (che ci spinge a pensare solo a noi stessi e "dopo di noi il diluvio...") risiede nel fatto che il nostro cervello ha tempi evolutivi molto più lunghi di quelli che vengono imposti dal progresso socio-tecnologico.
In sintesi, siamo ancora "programmati" per rispondere a stimoli immediati come i nostri antenati cacciatori/raccoglitori (un rumore dietro ad un cespuglio, per esempio, che potrebbe rivelare la presenza di un predatore) e, anche se la parte razionale del cervello ci fornisce altri stimoli, quella emotiva e ancestrale (preponderante ai fini del nostro comportamento) non ci permette di darle ascolto...
P.S. x Alvy
L'articolo l'ha scritto peppe, non Enzo
ok ho risolto il problema potete cliccare senza problemi il link anche nel post
https://www.youtube.com/watch?v=cFzO-mS5hfE
Ops, scusa Peppe.
A proposito, Peppe: quanto manca per i ... dinosauri?
Per Daniela: se non sbaglio quanto da te scritto è in sintonia con quanto penso io. Meno male, non sono l'unico matto ....
caro alvy...mi sembra che l'ultima volta abbiam fatto le cellule eucariote quindi dovremmo essere ai pluricellulari siamo ancora in alto mare
il video dovrebbe essere visibile ora nel post in modo diretto senza andare su youtube..
Caro Alvy, se può esserti di conforto, sembra che il Dr. Goleman sia tutt'altro che matto... e, se lo è, è talmente scaltro da essere riuscito ad ingannare mezzo mondo e ad arricchirsi non poco grazie alle sue idee: spesso il confine tra genio e follia è mooooolto sottile
"L'umanità finirà, la Terra finirà, gli atomi, un tempo costituenti questo nostro straordinario mondo, saranno sparsi nel cosmo come le ceneri di un caro estinto e l'universo (cioè la natura) ... non se ne accorgerà nemmeno ..."
caro Alvy,
è vero tutto finirà ma a me piace pensare che tutti questi atomi magari faranno parte di altri esseri viventi in futuro e magari questi esseri si chiedono il significato della vita e da dove tutto ha avuto inizio
mamma mia ragazzi... vi giuro che io non saprei dirvi come la penso realmente. In un certo momento la penso come Alvy o Dany; in un altro mi sembra che mi manchi qualcosa e di essere troppo superficiale.
Sicuramente noi siamo frutto dell'evoluzione biologica e come tali non possiamo che seguire le leggi della Natura: nessuno è indispensabile. Dal punto di vista puramente biologico, noi non abbiamo fatto granché nel mondo, a parte sporcarlo un po'... ma a livello globale tutto ciò è praticamente insignificante. Altre specie hanno inciso maggiormente rispetto a noi.
Ora si pone un bivio: la ragione, ossia l'uso del cervello per creare e manipolare, fa ancora parte della biologia oppure è un campo nuovo della Natura, da trattare separatamente?
Io penso (il più delle volte) che sia la prima che ho detto. Il concepire e prendere coscienza è un livello nuovo, ma sempre biologico. Permette di costruire tecnologia? Beh... anche le termiti costruiscono edifici giganteschi e anche le scimmie usano bastoni per prendere le termiti. Ovviamente, la complessità raggiunta è decisamente maggiore, ma rimane sempre nei binari dell'evoluzione: niente di meno e niente di più. Oggi ragioniamo in un certo modo perché siamo al vertice della piramide, ma forse lo stesso facevano i velociraptor, a modo loro.
La religione ha inciso molto su una visione diversificata della natura dell'uomo, dandogli una parte spirituale (che ha portato solitamente a disastri etnici e sociali). Ma è qualcosa di vero o solo di posticcio per superare in qualche modo la consapevolezza di dovere morire e/o di acquisire predomini sfruttando le emozioni e le paure? Non sarà forse qualcosa di simile alle esibizioni dei maschi in calore di alcune specie? Anche loro pensano, magari, di agire su un piano diverso della semplice evoluzione biologica. di impostare un modo nuovo , impressionistico, della realtà e in tal modo ottenere dei privilegi. Anche le religioni lo hanno fatto...
Insomma, non so che dire, ma temo che sia come cercare di capire la forma dell'Universo vivendoci all'interno. Finché non riusciremo a vederlo da fuori, avremo una visione troppo soggettiva e parziale. L'uomo e la sua tecnologia potranno essere giudicate e spiegate solo quando non saremo più al vertice della piramide!
Come dicevo, tra un'ora la penserò completamente all'opposto...
Chissà, magari già i nostri atomi hanno effettuato un simile percorso ... però attenzione!
Sembra che lo sviluppo della vita abbia bisogno di determinate condizioni; oltre a quelle LOCALI (la stella giusta, un pianeta di un certo tipo posto alla distanza giusta dalla stella giusta ecc ecc ecc...) pare ce ne siano, o possano essere, di GENERALI.
E' proprio un caso che ci troviamo a ragionare di universo in un periodo in cui la sua curvatura è prossima allo zero? Un universo drasticamente volto all'espansione o all'implosione non consentirebbe lo sviluppo della vita.
E, d'altra parte, questa fase di "tranquillità" cosmica chissà quanto è destinata a durare: insomma, il giochino non potrà essere ripetuto all'infinito.
Bah, staremo a vedere: si fa per dire ....
Caro Peppe hai aperto un vaso di Pandora!!!
Il tema è talmente complesso e vasto che non si può trattare attraverso i commenti del blog, non sarebbe una disamina compiuta.
Lo scorso anno ho tenuto una conferenza sulla Tecnoscienza e come l'uomo abbia erroneamente fatto della Tecnica un fine anzichè un mezzo. Una breve sintesi qui: http://www.fabiomarzocca.com/blog/2015/05/11/filmato-tecnoscienza-e-scienza-delluomo/
Lo stesso Pirandello già si poneva il problema quasi un secolo fa: http://www.fabiomarzocca.com/blog/2015/07/02/un-pirandello-lungimirante/
Quoto me stesso, da un altro articolo:
"L’uomo è ormai fruitore di prodotti tecnologici, consumatore passivo che acquista al mercato sofisticati oggetti derivati dall’assemblaggio di ulteriori raffinate tecnologie; egli è padrone dello strumento al quale affida completamente se stesso. Eppure, se da un lato ciò lo gratifica nella quotidiana prometeica illusione di trovarsi ormai al centro dell’universo, dall’altro lo priva della sua fondamentale capacità espressiva – l’immaginazione creativa – spingendolo verso un senso di malessere ormai sempre più evidente."
In questo stadio della mia esperienza di vita credo che la tecnologia non sia altro che uno strumento evolutivo al pari della pialla e della sega del bisnonno,solo più sofisticato,anche allora ci si faceva male.La possibilità che ci distrugga è una delle tanti varianti alla pari dei virus o del meteorite.La cultura scientifica e sua figlia la tecnica,si è evoluta al punto da diventare il Motore che traina la filosofia,il costume e molto altro.Ma abbiamo un limite.Mi viene in mente la sfera che passa su Flatlandia,il quadrato la vede come un cerchio che poi diventa un punto.Così noi anche quando abbiamo una solida cultura possiamo vedere solo una frazione della realtà che è,(anche scientificamente parlando) incommensurabile,come quando in una notte buia,camminiamo con la torcia illuminando pochi decimetri di cammino.Se ciò che è fatto di universo è uguale a Lui ,allora cambia e si evolve di continuo in un’altra configurazione ,non ne farei un dramma se abbiamo una data di scadenza,chi lo sa quante volte i nostri avi sono stati sul punto di sparire.Ho visto un programma che parlava di Universo,ed erano in parecchi che si preoccupavano per quando il sole aumenterà di diametro arrostendolo.E si appassionavano cercando un altro pianeta per andarci a vivere.
P.S. Ovviamente parlavo del Sole che arrostisce la terra, non l'Universo! Scusate
Mi sono perso al solito un dibattito profondo ed interessante.
Comunque sia ragazzi senza la consapevolezza di quello che siamo e di ciò che meravigliosamente scopriamo ed inventiamo, consapevolezza che esplode per un minuto poco più, non si va lontano. Dopo in quel minutino di euforica esplosione scatta subito un insieme terrificante di congetture: " quanto mi renderà in denaro questo (badate bene al quanto mi, e qui non ci sono nemmeno coniugi e figli, c'è il mi)", poi e se va bene " come apparirò al Mondo, come si evolverà la mia immagine" e se va male (abbastanza spesso lo va) " con questa scoperta posso sconfiggere il nemico e questo aumenteràl mio denaro e i miei amici (amico , parola non assolutamente associabile, semmai compagno di merende). Con tutto ciò non si va avanti ovviamente e possiamo stare a parlare di filosofia quanto vogliamo ed è pure interessantissimo , ma quel mi , quel io, quell'ego così super che non ti fa vedere nemmeno i tuoi cari intorno, figuriamoci il prossimo, vanno raggirati e sconfitti proprio per capire che siamo tutti un ammasso di atomi con tutte le particelle scoperte e non, come lo è tutto questo universo e forse anche altri universi che compongono un ...chissà cosa.
Comunque grande Peppe per questa immensa riflessione, così come mi sento vicino a Dany ed all'immensa incertezza di Enzo e comunque a tutti quanti che siete, come dice spesso un mio collega , Vivi con tutto questo mortorio che ci circonda.
caro Mario,
la tua riflessione mi spinge ad andare ancora più in là. In realtà, quando diciamo con grande arroganza intellettuale che l'uomo dovrebbe pensare a come salvaguardare il proprio pianeta, stiamo dicendo una grande menzogna. All'uomo non interessa assolutamente niente di cosa possa capitare a ciò che lo circonda, ma solo e soltanto di cosa possa capitare a LUI (chi vuole può anche metterci la famiglia...). L'uomo vive solo per egoismo, sia che si materializzi in soldi e/o potere, sia che si materializzi soltanto in istinto di sopravvivenza.
Spesso mi chiedo se l'intelligenza non serva solo a mascherare con sceneggiate teatrali l'unico istinto che ancora lo possiede. La stessa tecnologia non è altro che un modo per potere sopravvivere meglio.
Mi chiedo ancora: "inizierà mai un fase in cui un essere vivente cominci a pensarsi come parte integrante di un qualcosa di ben più grande e generale?" Non dico però l'ombrello della religione (altra farsa per nascondere le mire più egoistiche, compresa quella di sperare di non morire mai), ma il vero ombrello dell'Universo. Prendere coscienza di essere una parte del tutto e di vivere e pensare di conseguenza. Lo diciamo spesso come frase fatta, ma sarebbe bello cominciare ad agire di conseguenza.
Se si capisse questo (magari un giorno il cervello sarà pronto) non esisterebbero più domande inutili su come l'uomo possa manipolare un qualcosa che è egli stesso. Egli fa parte del tutto e come tale deve adeguarsi alle sue leggi, deterministiche o non deterministiche che siano.
Potrei anche arrivare a dire che se l'uomo svolge un'azione apparentemente negativa, la compie solo e soltanto perché ne ha le capacità. Ne consegue che anch'essa fa parte dell'Universo e della Natura. Tuttavia, bisogna stare attenti a non estrapolare troppo il discorso. Molte cose a volte sono troppo fredde o troppo calde nell'Universo e l'equilibrio non nasce immediatamente... si conquista! Forse anche il nostro cervello è ancora in una fase estrema, alla ricerca dell'equilibrio e questa temporanea instabilità viene raffigurata come bontà, cattiveria, egoismo, altruismo, ecc., ecc.
In realtà lo studio dell'Universo è il solo passo che porta verso la fase successiva: bisogna conoscere sempre più l'Universo e quindi noi stessi che ne facciamo parte integrante. Solo così troveremo il punto non troppo caldo né troppo freddo. Tutto il resto è un insieme di parole e di azioni che tendono solo a descrivere quello che ancora non conosciamo, ma che vogliamo convincerci di conoscere perfettamente.
Ecc., ecc., ecc.
Penso che ci sia differenza tra la religione (che è stata solo disastrosa) e il desiderio di trascendente innato nell'essere umano. Potremmo dire che la religione abbia voluto codificare e istituzionalizzare quel sentire tanto naturale ed elevato dell'intelletto che è l'idea di Dio.
Poi ognuno di noi in base al proprio sentire può dire che questa idea è solo una fantasia o un'illusione di cui ha bisogno per sentirsi confortati dalla realtà impermanente in cui vive, oppure l'intuizione di un ordine superiore sebbene invisibile e intangibile coi propri sensi autentico e reale come i fenomeni fisici di cui possiamo fare esperienza soltanto con la tecnologia.
A tal proposito vi invito alla visione di questa intervista fatta alla attuale direttrice del CERN su scienza e fede https://www.youtube.com/watch?v=_yYO77zjGIU
sono contento di aver scatenato un bel dibattito sull'argomento...magari se unissimo tutte le nostre idee potremmo scrivere insieme un bel libro sull'argomento
Ragazzi io credo che molto pragmaticamente le religioni se scomparissero in breve tempo ci ritroveremo con qualche altro surrogato,l'evoluzione dell'uomo non è omogenea dal punto di vista individuale.Sono organizzazioni nate quando il sole era un Dio immobile su una terra piatta,e si vede!Ciò non significa che una persona non possa sinceramente credere in qualcosa di superiore,nessuno possiede la verità.Credo che ognuno di noi curiosi stia cercando di uscire attraverso la conoscenza ,da queste dimensioni che ci inchiodano in questo spazio.
Esatto caro Gianni, dimensioni che ci inchiodano in questo spazio, bellissimo.
Benissimo Spleen concordo sul desiderio di trascendere , l'intuizione di un ordine superiore.
La voglia di codificare ed umanizzare il superiore che invece è solo e solamente la Forza dell'Universo, l'insieme comune e ...forse sensiente delle particelle , dell'energia, del Cosmo e...oltre.
Caro Enzo,caro Mario ,amici tutti,ho l'impressione da quello che ho letto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda,il nostro modo di affrontare questo tipo di argomenti mi sembra simile a quei motociclisti che corrono sulla pista al limite delle loro possibilità ,con disperato coraggio ,perchè sappiamo che andasse anche bene, non raggiungeremo il traguardo,ma solo quello che ci è stato imposto dalla vita...correre.
grande Gianni!
La scoperta del bosone di Higgs o particella di Dio, cosa ci dice? Un altra domanda è ancora incerta l'origine si può predire la fine?
Vorrei discutere della legge del tutto o niente. E' applicabile una legge della biologia all'universo?
cara Rita,
L'ultima domanda non riesco proprio a capirla: la legge del tutto o niente. Che legge è? Dove l'hai letta? E poi cosa vuoi dire con la biologia dell'Universo. La biologia esiste già nell'Universo. Se mai si può discutere di cosa sia esattamente la biologia.
Nella prima chiedi cos'è il bosone di Higgs e poi parli di fine dell'Universo. Se cerchi bene ne abbiamo già parlato... Comunque, sono domande vaghe che c'entrano poco con il tema dell'articolo.
In generale ripeto ancora una domanda:
Hai iniziato a farti una breve ma esauriente lettura o rilettura degli argomenti di fisica classica, di meccanica quantistica, di relatività? Senza avere delle basi solide non ha alcun senso fare domande prive di legame e del tutto vaghe e ambigue. Una Scienza non si può affrontare chiedendo a casaccio, ma solo a seguito di conoscenze acquisite. Come già detto, questo non è un forum di supposti amanti dell'Universo che non lo conoscono affatto, ma un sito in cui si cerca di dare le basi dell'astrofisica, partendo dall'inizio.
LA GENERAZIONE DELL'IMPULSO NERVOSO: LA LEGGE DEL TUTTO O NULLA. Si ok ho comperato alcuni libri che leggerò e sarò più preparata. :-)
cara Rita,
non disdegnare di leggere anche gli articoli inseriti negli approfondimenti...
Uno stimolo tale da provocare una depolarizzazione che non raggiunga il livello di soglia (cioè il potenziale d'azione di +45 mV) non darà luogo ad alcun impulso mentre uno stimolo bastevole ad originare una depolarizzazione che raggiunga il livello di soglia darà origine ad un impulso di ampiezza costante (cioè il potenziale d'azione), determinata solo dalle caratteristiche della membrana di quel neurone ed indipendente dall'intensità dello stimolo. Il valore (intensità) del potenziale d'azione (impulso) suscitato è indipendente dalla forza dello stimolo eccitante. Uno stimolo al disotto della soglia non suscita alcun potenziale d'azione; uno stimolo ad un valore maggiore o uguale alla soglia di depolarizzazione, suscita un potenziale d'azione (impulso nervoso) di valore fisso, costante per quel tipo di neurone. Quindi, o la fibra non risponde, oppure lo fa con tutta la sua capacità. Questa proprietà viene detta legge del tutto o nulla
ok
questa è biologia dell'impulso nervoso ma non capisco la pertinenza con l'articolo.
Premetto che sto studiando per pura curiosità e amore per lo studio, interesse per la materia, sono laureata in biologia. Sto per leggere il libro sulla Teoria del Tutto, l'autore mi pare sia ateo, non so se quando è stata formulata si è tenuto conto delle leggi della biologia oltre che della fisica e matematica. bhe appunto mi chiedevo se vi fosse una pertinenza!Se l'universo è biologia è già qualcosa. E' una semplice intuizione ma non mi pronuncio prima di qualche lettura.
Vorrei citare un articolo, molto interessante come spunto di riflessione: https://silvanodonofrio.wordpress.com/2015/12/09/luniverso-e-stabile-instabile-o-metastabile/. Qui dice che la chiave sta nel bosone di Higgs. Ci crediate o meno. Voi che ne pensate? "La cosa sembrerebbe seria perché a suggerirlo c’è uno studio di quelli arciteorici, quattro paginette fitte fitte di formule, firmato da Alexander Bednyakov del Joint Institute for Nuclear Research di Dubna (Russia) insieme a tre colleghi di Amburgo e di prossima uscita su Physical Review Letters"