Doppio Einstein uguale a 6 volte X. Leggere per credere....
About: Guido Ghezzi
Dalle stelle alla Terra, pedalando. Poco più che infante vagavo per il cielo nel freddo notturno e curavo il sogno di viver di stelle. Mi ritrovai, non saprei dir perchè, a sbirciare i segreti della Terra ed a inventar storie. Insomma, infine non so più se dirmi geologo con il ghiribizzo dello scrivere o scribacchino con il ghiribizzo d’esser geologo. Certo amo il vento sulla faccia, che m’arrivi dalle montagne o per una discesa in bicicletta. Perché, in fondo, quel che conta è sentirsi vivo.
Recent Posts by Guido Ghezzi
La stella R Doradus è una gigante rossa variabile, classe spettrale M8, appartenente alla costellazione meridionale Dorado, distante 179 a.l. circa dal sistema solare (dati Hipparcos) e con un diametro visuale stimato in circa 52 microarcosecondi, superiore persino a quello di Betelgeuse (stimato in circa 42-44 microarcosecondi). Distanza e dimensioni la rendono una delle stelle […]
Un aggiornamento delle recenti scoperte del binomio New Horizons-Subaru Telescope, sembra proprio che si debba metter mano ai modelli del sistema solare...
Betelgeuse ha tenuto col fiato sospeso astronomi ed appassionati per poi deludere, rinviando l'attesa supernova. Ma l'interesse per questa stella piuttosto particolare non è diminuito, vale lo sforzo conoscerla un po' meglio...
Nel novembre 1824 Giacomo Leopardi scrisse una delle prose raccolte sotto il titolo di "Operette Morali". Tra esse vi è il "Cantico del gallo silvestre", dove Leopardi conclude le sue riflessioni con una visione "cosmologica" che infine tocca l'animo dell'uomo antropocentrico. Vale lo sforzo leggere il pur breve ma denso scritto.
L'accoppiata JWST-Einstein ancora una volta permette di sbirciare tra i segreti dell'universo. E le sorprese continuano....
Il buon vecchio Hubble, per nulla in soggezione di fronte alle mirabili gesta del virgulto Webb, offre una spettacolare immagine di un settore della regione individuata dalle costellazioni del Toro e dell’Auriga, nota per essere una feconda incubatrice di stelle neonate.
Conoscere la reale forma della Terra pone sfide non trascurabili. Ciò vale anche per i pianeti rocciosi, i pianeti nani e gli asteroidi, non si tratta di semplici questioni "formali" ma di importanti aspetti che possono fornire utili chiavi d'accesso alla conoscenza delle loro strutture interne.
Dopo Giove e Nettuno il telescopio James Webb non poteva certo ignorare Urano. Ancora una volta il pianeta, ripreso nel vicino infrarosso e tradotto in falsi colori offre una differente visione rispetto alle tradizionali immagini riprese nello spettro del visibile, rivelando una inedita ricchezza di dettagli, tra cui il sistema di anelli e la calotta polare nord.
Quanto la casualità ha influito sul percorso della conoscenza umana? Quante volte ci si è imbattuti in fenomeni imprevisti mentre si tentava di indagare tutt’altro?
Forse più di quanto indicherebbe una prima speditiva valutazione e forse si potrebbe ipotizzare che simili occorrenze saranno più frequenti in futuro, considerato che è soprattutto la ricerca sperimentale a produrre accidentali scoperte e che gli strumenti d’indagine e di elaborazione del dato si stanno facendo e si faranno ancora più raffinati e potenti.
I fenomeni sismici sono una costante nello scenario della geodinamica terrestre e testimoniano la vitalità del pianeta. Le reti sismiche sparse in superficie registrano decine di sismi ogni giorno, per la gran parte del tutto ignorati dall’uomo in quanto di entità tale da non venire neppure avvertiti a livello sensoriale e quindi relegati ad argomento d’interesse solo per gli studiosi della materia.
Il radiotelescopio ALMA continua a superare se stesso.
Sulla rivista “The Astrophysical Journal” il 15 novembre è stato pubblicato un articolo1 in cui la rilevazione radar è stata spinta fino ad ottenere immagini con una risoluzione di appena 5 milliarcosecondi, sufficiente a risolvere oggetti di circa 10 metri alla distanza media Terra-Luna.
La sismologia è una disciplina tra le più efficaci per ottenere informazioni sulla struttura interna della Terra. E’ basata sullo studio e l’analisi dei dati sperimentali relativi alle modalità di propagazione di onde meccaniche nei materiali che compongono il pianeta, tanto nella sua porzione più superficiale (utilizzati per conoscere le condizioni della roccia o del sottosuolo destinato ad ospitare un’opera civile) quanto nelle sue porzioni più profonde, nucleo compreso.
L'attività del James Webb Space Telescope, dopo il primo anno di osservazioni, sta producendo significativi risultati che iniziano a chiarire le modalità del passaggio tra la Fase Oscura dell'universo ed il termine dell'era della Reionizzazione, confermando l'idea di un universo giovane molto dinamico e già notevolmente differenziato nei suoi elementi costitutivi.
Ieri, 12 luglio 2023, il James Webb Space Telescope ha festeggiato un anno di attività.
Per l’occasione è stata pubblicata una foto di strabiliante bellezza e ricchezza di dettagli.
Il binomio James Webb Space Telescope-Abell 2744 continua a stupire.
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- 18/12/2024 on Kepler ci mette in guardia *
- 15/10/2024 on Perché si cerca il gravitone? ***
- 25/09/2024 on Sovrapposizione di stati: non solo gatti **
- 18/08/2024 on L'Universo è veramente piccolo (per la matematica) ***
- 18/08/2024 on HENRY CAVENDISH