Scivolando verso la vittoria Una delle azioni più spettacolari nel gioco del baseball è la conquista di una base in “scivolata”, una prodezza che richiede un certo talento, ed ha lo scopo di eludere la minaccia del difensore della base, scomparendo letteralmente dal suo orizzonte. Il giocatore in difesa, a cui i compagni […]
About: Maurizio Bernardi
Settant'anni (o poco più), ingegnere elettronico, oggi in pensione dopo una attività all'inseguimento della tecnologia, ma anche della organizzazione e dello sviluppo delle persone, all'interno di una grande multinazionale nel settore dei computer. Mi ha sempre affascinato la capacità umana di pensare oltre il credibile, di immaginare, di cercare instancabilmente i perché. Mi ha sempre commosso l'idea di una staffetta infinita, tra uomini di epoche diverse, che cooperano per un risultato che potrà essere visto da uno solo di loro ma che non sarebbe stato ottenuto senza l'aiuto di tutti. Forse per questo amo anche le tecnologie primitive, le meridiane, le radio a galena, i telescopi senza motorizzazione. Non so bene quale contributo potrò portare a questo luogo stupefacente, ma qualcosa mi ingegnerò di trovare.
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Due grandi matematici che, pur nella brevità della loro vita, hanno lasciato una profonda impronta nella storia della relatività.
Einstein chiese dunque a Grossmann di aggiornarlo sui progressi da Gauss in avanti: si dice che, preso dalla disperazione, egli abbia implorato: «Grossmann, aiutami altrimenti impazzisco!».
Grossmann, rispondendo all'accorato appello, nell’agosto del 1912, comunica ad Einstein che molto probabilmente lo strumento teorico che a lui serve è il calcolo sulle varietà di Riemann e lo aggiorna sui risultati di Christoffel, Ricci e Levi-Civita.
In questo breve articolo viene proposta una soluzione analitica alternativa a quella cinematica del quiz sulla corsa sugli slittini.
Nella visione del principio di Mach la manifestazione della inerzia di un corpo non va ascritta allo spazio assoluto, come sosteneva Newton, ma alla distribuzione della totalità dei corpi materiali presenti nell'universo e alla loro mutua interazione.
il 23 dicembre 1908, a tre anni e mezzo di distanza dall'articolo di Einstein sulla elettrodinamica dei corpi in movimento, Hermann Minkowski pubblica “spazio e tempo” un lavoro annunciato nel mese di settembre, nella sua conferenza a Colonia, alla 80a assemblea dei Naturalisti tedeschi, che inizia con queste parole..
“ Le visioni di spazio e tempo che desidero presentarvi sono scaturite dal terreno della fisica sperimentale, e in ciò sta la loro forza. Sono radicali. Per cui lo spazio, preso isolatamente e il tempo preso isolatamente, sono destinati a dissolversi in semplici ombre, e solo una specie di unione dei due conserverà una realtà indipendente .“
Mentre su Krull ciascuno ha la propria casa, sulla Terra, dove ci sono nove miliardi di abitanti, capita che una casa appartenga contemporaneamente a più persone. Ciascuno ne possiede una parte, e per far capire a tutti quanta se ne possiede si sono inventati i millesimi, una cosa micidiale.
Nel precedente articolo intitolato “il pavone planò e cosa vide?” avevo promesso che avrei ripreso l'argomento utilizzando un quadro prospettico in posizione mobile (a distanza costante dall'osservatore). Questo accorgimento permette di risolvere il problema di rappresentare in prospettiva centrale la visione durante la planata in base a semplici relazioni che legano le variabili.
dimostrazione del teorema della bisettrice e corollario
Fin da piccolo Ernesto Cataldi aveva avuto l'ossessione dei numeri. Contava tutto, misurava tutto. Percepiva il mondo, l'estensione dello spazio, il dipanarsi del tempo, attraverso una sorta di griglia, fatta di miliardi di quadratini tutti uguali, una specie di zanzariera universale che gli consentiva di assegnare precisissime coordinate ad ogni cosa, ad ogni evento, ad ogni minimo intervallo della sua esistenza. Insomma, un mondo fatto di numeri, tutto digitale, molto prima dell'avvento dell'era digitale.
Umberto Cibien ha completato la scrittura di questa dimostrazione delle trasformazioni di Lorentz il 27 gennaio 2021, esattamente un anno prima della sua prematura scomparsa.
Ringraziamo Romeo Ceccato, grande amico di Umberto, per il prezioso supporto fornito nel recupero di alcune fondamentali immagini che compaiono nell'articolo e che si temeva fossero irrimediabilmente perdute.
L’inquietante enigma dell’ Etere sullo sfondo dello sviluppo di una nuova fisica ad opera di tre grandi protagonisti della relatività
La più grande realizzazione di Maxwell fu, nel 1864, l’unificazione delle forze elettrica e magnetica, creando, con le celebri equazioni differenziali che portano il suo nome, il rigoroso modello di riferimento in cui inquadrare le osservazioni di Faraday.
Si trattava di un evento fondamentale, le cui conseguenze investirono il futuro di tutta la fisica.
La forma di queste equazioni ha guidato scienziati come Lorentz, Poincaré e Einstein alle trasformazioni spaziotemporali della relatività speciale che, a loro volta hanno condotto alla concezione di spaziotempo di Minkowski.
In quel secolo e mezzo o poco più che separa Newton da Einstein, molti personaggi scrivono importanti pagine nel libro della Scienza ma, tra di essi, ce n’è uno che, più degli altri, può essere considerato un vero e proprio ponte tra quei due geni assoluti, risolvendo il dubbio di Newton e ponendo le basi per le intuizioni di Einstein: nacque a Londra nel 1791, morì nel 1867, diventò il più grande fisico sperimentale dei suoi tempi e di lui bisognerebbe parlare di più.
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