Non possiamo dire più di tanto per non rovinarvi la sorpresa, ma è con grande piacere (e un pizzico di emozione) che riproponiamo questo racconto per offrirvelo come aperitivo in attesa di un gustoso banchetto che il prof. sta cucinando.
Chi ci segue da tempo si ricorderà di Astericcio & co. che affrontano temi intriganti e lo fanno nel modo più semplice possibile: il tema di questo racconto è quella ideale staffetta tra due Giganti che ha dato impulso ad una delle più vivaci stagioni dell'intelletto umano, nella quale l'arte raggiunse vette forse mai più eguagliate. Se all'inizio potrà sembrarvi una favola per bambini, andate avanti e capirete presto che i bambini a cui si rivolge sono quelli di tutte le età.
Un ricordo potente m'ha all'improvviso restituito il fantasioso mondo dell'infanzia, là una botte viveva come un misterioso compagno.
La lingua italiana è una miniera che può regalare intriganti sorprese all'esploratore di vocabolari e solleticare avventurose scorribande in parlati antichi, talvolta in ombra di magia e di mistero.
Vi sono parole banali, parole potenti, parole antiche e parole semplici, parole acuminate e parole lievi.
Parole solitarie, parole come incudini e parole incolori.
Ma nessuna parola è inutile. Per quanto piccolo a ciascuna va riconosciuto il giusto valore.
Alcuni personaggi non hanno bisogno di far parte di un racconto, sono loro stessi il racconto.
I monumenti che vegliano piazze, incroci e luoghi di svolte storiche sono muti operai di memorie.
Sta ai vivi dar loro voce.
Certo brevi confini ha il nostro tempo.
Scorgiamo i nostri anni e li contiamo.
Ma quale occhio mortale
Ha mai veduto gli anni delle genti?
(Friedrich Holderlin)
Padre Fernando rimuginava fisso alla striscia di lardello stesa su una fetta di pane nero davanti a sé. Accanto alla coppia adagiata profumava un bicchiere di vino rosso. La medesima chiosa che concludeva il suo pranzo di ogni giorno. Dalle gambe del tavolo risaliva un secco raschiare di tarli, ritmato come il rintocco di una pendola a rompere il silenzio della stanza. O forse proveniva dalle viscere di qualcuno dei vetusti altri mobili nella canonica. Difficile dirlo pur nella quiete d’attorno.
Ma quello non era il solito pranzo. No, proprio no.
Questo articolo è solo una presentazione... una presentazione a un tesoro che Guido ci ha permesso di scoprire recentemente e che ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta. Invitiamo, perciò, tutti a leggere questo tentativo di dare la nostra fioca luce a ciò che tra breve risplenderà di luce propria, a dir poco abbagliante!
Sempre di linguaggio parliamo, ma questa volta di quello "numerico". Ne scopriamo uno adottato con grande inventiva dai monaci cistercensi, capaci di creare non solo meravigliosi monumenti, ma anche simboli molto arguti!
Ne abbiamo parlato spesso... Essere astrofili vuol dire conoscere l'Universo e amarlo profondamente, senza cercare di emulare le immagini che la tecnologia moderna professionale ci regala giorno dopo giorno. A un vero "astrofilo", ossia amante del Cielo, basta solo la Luna per creare un piccolo-grande capolavoro artistico. La vera passione subisce l'incanto del Cosmo ed è in grado di ammirarlo e interpretarlo secondo i propri sentimenti e restituirlo sotto aspetti inattesi e commoventi. Brava Marcella Giulia Pace!
Torniamo al linguaggio... in particolare a un vero "maestro", famoso per un suo romanzo che ha fatto epoca, ma capace di spaziare in tutti i campi, compreso quello delle poesie e delle fiabe, a me molto care. Cosa c'entra con il blog? Beh... in qualche modo si parla anche di Marte, di cosmonauti, di alieni, di atomi, e quindi...
Se volete scoprire come mai, tra gli infiniti possibili Universi paralleli (sempre che esistano) condividiamo con un connazionale ingiustamente misconosciuto quello in cui possiamo emozionarci con i film di Charlie Chaplin, divertirci con quelli di Walt Disney, riflettere con quelli di Frank Capra e attraversare la baia di San Francisco in pochi minuti grazie ad una delle più ardite opere di ingegneria che mente umana abbia mai concepito, mettetevi comodi e… buona lettura!
Spesso e volentieri cerchiamo di unire cultura generale e cultura scientifica, ben sapendo che esiste, in fondo, una e una sola cultura, sempre condita di un sano pizzico di ironia, verso se stessi e gli altri. Approfittando di una celebre serie di racconti della fine del 1300, all'inizio del ventesimo secolo vennero creati una serie di puzzle, in qualche modo legati a quelle storie medioevali. Presentiamone uno, sperando che possa far passare il tempo a grandi e piccini in questo periodo di clausura forzata.
Il mondo delle fiabe è un mondo tutto da scoprire. Esse sono senza tempo e possono sempre far riflettere, pensare e aiutare, indipendentemente dall'età di chi le legge.
Cosa c'è di meglio, visto il tempo primaverile inclemente, che ci dissuade da gite fuori porta, se non dedicare un tranquillo weekend casalingo a dare una sistemata alla nostra collezione di figurine retoriche? Apriamo con trepidazione la quarta bustina, appena comprata in cartoleria e ...