Un problemino di astronomia classica che Eratostene avrebbe risolto in un battibaleno. Altrettanto, penso, riuscirebbe a fare il nostro Pautasso, celebre conoscitore dei moti solari oltre che di marroni cuneesi. Entrambi, perciò, si tengano ben lontani da darne la soluzione…
Quelle che introduciamo in questo capitolo possono essere chiamate variabili, anche se in un modo molto particolare. Siamo, infatti, di fronte a stelle che variano completamente la loro vita futura, come se decidessero di ricominciare da capo. Un vero e proprio ringiovanimento o -se volete- un cambiamento drastico di stile di vita.
Ormai abbiamo capito che le stelle hanno un tempo "proprio" di vita strettamente legato alla massa: più è grande e più velocemente compiono il loro lavoro che, oltretutto, è decisamente più complicato per quelle che devono fare tutto molto rapidamente. Le cose vanno decisamente al contrario di quanto facciamo noi sulla Terra… tuttavia, dall’Universo c’è sempre da imparare
Le vacanze di Pasqua sono iniziate e i bambini non hanno alcuna intenzione di fare i compiti a casa, l'unica possibilità di affrancarli dall'uso intensivo dei videogiochi, cellulari, tablet, TV etc. è di coinvolgerli in una attività di costruzione finalizzata ad uno scopo preciso, come realizzare questa meridiana. Naturalmente il coinvolgimento maggiore sarà nelle operazioni manuali, ma non è escluso che anche gli aspetti geometrici possano affascinare qualche piccolo matematico.
Questo racconto è una incursione nel mondo delle meridiane, che vi darà la risposta alla domanda che mai avete osato fare: cosa è mai quella specie di otto che campeggia sotto lo stilo in corrispondenza della linea del mezzogiorno? Forse la firma del pittore che ha disegnato il quadrante? Oppure una raffigurazione magica il cui significato è andato perduto? Serve forse a qualche scopo pratico? Quali sono i criteri con cui viene tracciato?
Ebbene, se avrete un po' di pazienza e leggerete fino in fondo questo lungo articolo (che raggruppa quelli già pubblicati a suo tempo), nonostante si rida e si scherzi con il nostro semplice e saggio Oreste, alla fine avrete tutte le risposte (serie) a questi interrogativi.
La gioventù prima o poi finisce e si devono tirare le somme prima di inserirsi nella società stellare. E’ ora di lasciare i giochi più divertenti e cominciare a lavorare, ognuna a modo suo e senza invidia e/o rimorsi.
Una pizza dai tagli flessuosi e curvilinei che Maurizio ha gustato fino in fondo. Noi cerchiamo di darle anche un risvolto astronomico e non solo g-astronomico, richiamando addirittura Apollonio di Perga e i sui epicicli.
Unendo le forze, Andy, Arturo e Maurizio hanno messo insieme questa soluzione dei due quiz sulle monete rotolanti (The rolling coins), quasi una cronaca di un giorno da "facce da schiaffi"...
Continuiamo nella nostra storia dedicata agli "acciacchi" delle stelle, sia provvisori che definitivi. Prima di analizzare i disturbi, è, però, fondamentale capire come funziona il fisico in condizioni ottimali, anche se in modo elementare. E' obbligatorio, perciò, accingerci a costruire un vero teatro, quello del diagramma HR.
In questo articolo (pubblicato nel 2013) cerco di spiegare in modo semplice e approssimato il metodo usato, tanti anni fa, per definire, in modo finalmente oggettivo, le famiglie asteroidali. Spero anche che faccia capire l’estrema importanza di questi raggruppamenti che indicano eventi importantissimi nella storia del Sistema Solare. L’appendice riporta una soddisfazione molto… personale.
Non credo che troviate, in giro per la rete, un diagramma, atto a rappresentare l’evoluzione stellare, simile a quello che vado a proporre in questa introduzione. D’altra parte, ormai, mi conoscete e sapete molto bene la mia visione molto particolare dell’Universo e delle sue creature. Un concetto che si può anche non condividere, ma che meglio di ogni altro ci avvicina alla caratteristica principale del Cosmo: l’armonia! Vi prometto che quando parleremo di “acciacchi” e di “malattie” saremo molto più seri e specialistici, ma al momento lasciatemi volare un po’ con la fantasia. Non saremo, comunque, mai presi da compassione e da tristezza, dato che nel Cosmo non esiste una “fine”, ma solo una “trasformazione”.
Questo articolo non vuole essere assolutamente polemico. Il suo scopo è solo quello di chiarire l’importanza di queste figure essenzialmente mitologiche che rivestono un ruolo del tutto secondario e trascurabile nell’astronomia odierna. Nessuna accusa alle costellazioni, quindi, che -oltretutto- vengono ancora usate anche dai professionisti per definire molte delle stelle che si studiano nel cielo. Solo una chiara definizione di cosa rappresentano e dei loro risvolti assolutamente privi di interesse astronomico.
Questo articolo racconta una parte importante degli inizi della mia vita professionale. Niente di speciale, ma penso sia apprezzato da chi ama la geometria.
Il titolo non è di quelli che catturano... Non si parla, infatti, di collisioni o di distruzioni del genere umano. Per cui, spesso si decide di soprassedere e lasciare questi pezzetti di roccia dove stanno e pensare ai misteriosi giganti dell’Universo (non nel nostro blog, però, dove le dimensioni non hanno importanza!). E’ un vero peccato, perché molte conquiste scientifiche si devono proprio a questi corpi minori che hanno caratteristiche impossibili da trovare altrove. In particolare, essi - nel loro piccolo - sono stati capaci di dimostrare la veridicità di molte ipotesi teoriche e di processi non rivelabili nei giganti cosmici.
Ricordate l’isterismo per il 21 dicembre 2012, data della presunta fine del mondo prevista dai Maya? Ebbene, sono convinto che, in un modo o nell'altro, riapparirà presto! L’uomo in fondo è contento di essere spaventato dai media. Sarà un asteroide ancora sconosciuto a distruggere la civiltà terrestre? Ci sarà un Bruce Willis che scenderà sull’asteroide, lo spaccherà e salverà la Terra come in Armageddon? A un gruppetto di studenti dell’Università di Leicester è stato dato il compito di valutare la situazione. Ed essi hanno bocciato Bruce Willis senza alcun appello.
Il titolo è volutamente ambiguo, proprio per dimostrare come la problematica degli impatti di corpi celesti con la Terra abbia risvolti ben diversi,a seconda dei tempi scala, delle certezze che si richiedono e degli interventi necessari a scongiurarli.