Approfitto di un’osservazione di una fascio di raggi gamma provenienti da un lontanissimo nucleo galattico attivo per descrivere, come una fiaba, un viaggio di sette miliardi e mezzo di anni (circa) e come si sia riusciti a ottenere informazioni fondamentali sulla storia dell’Universo e su ciò che lo permea. Ho cercato di inserire (molto alla buona) concetti relativi alla Meccanica Quantistica, che possono aiutarci a raccontare la fisica moderna anche ai più piccoli. Un progetto che continuo a cercare di mandare avanti, nei limiti delle mie possibilità, sperando sempre nell’aiuto degli insegnanti.
Ultimamente, sto picchiando “duro” sul bisogno di cambiare il metodo di insegnamento della fisica fin dalle scuole elementari o -almeno- dalle medie. Forse è l’unico sistema per cercare di accendere nuove fiammelle di pensiero. Parlare è bello, ma bisogna anche passare ai fatti. Faccio, perciò, un tentativo per introdurre uno dei concetti base del Cosmo: l’interazione tra fotoni ed elettroni. Più in generale, esso può servire anche a definire l’atomo. Consideratelo solo uno “schema” operativo, un’idea che ciascuno di voi può integrare e modificare, sia su questo sito sia nella spiegazione verso i più piccoli. Ricordiamoci che sono loro ad avere la mente più libera e pronta per recepire concetti che vanno contro la logica normale. Proviamoci e chissà che non si riesca a smuovere una tradizione sicuramente obsoleta. Ancora una volta devo ringraziare Feynman che mi ha abituato a cercare sempre la semplificazione, da cui nasce quasi automatica qualsiasi teoria successiva.
Quando si parla di allineamento planetario, scatta subito la visione catastrofista legata a una specie di bilancia gravitazionale che porterebbe a sconvolgimenti dell’intero Sistema Solare. Sorgono, immediatamente, anche le solite domande su quando potrà capitare un allineamento COMPLETO, a cui, la risposta più normale è: “Prego, rivolgersi ai programmini precotti come Stellarium & co”. La confusione rimane e non si pensa minimamente di affrontare il problema con qualche semplice figura e qualche calcoletto elementare. Noi cercheremo di fare proprio questo con una serie di articoli di livello veramente elementare. I più smaliziati e preparati mi perdonino…
Volevo sospendere i quiz per un po'. Ma poi mi è venuto in mente questo semplicissimo esercizio, veramente alla portata di tutti dal punto di vista “fisico”. Tuttavia, esso può diventare un ottimo punto di partenza per un breve e utile ripasso di matematica, oltre che essere applicato ai pianeti, ai satelliti e alle stelle a noi più vicini… ma non solo. Ripeto, tutti, proprio tutti, si possono cimentare nel semplice calcolo e nelle sue conseguenze pratiche.
Ripropongo un articolo nato tempo fa da una domanda del nostro assiduo amico AlexanderG. La risposta è stata data in modo molto rozzo, ma sufficiente ad avere un’idea dei numeri in gioco. Si può fare certamente di meglio e di più, e se qualcuno vuole provare ad affinare le cose… ben venga.
Chi ha mai detto che per fare un buco nero ci vuole una stella enorme e che questa debba morire in modo molto spettacolare? Tutti? No, non crediamoci. Qualcuno, o forse molti, dicono anche che solo la mente eccezionale di Einstein e le sue teorie rivoluzionarie hanno fatto pensare a questo “oggetto” così misterioso e terribile. No, non crediamo nemmeno a loro. Basta conoscere la meccanica di Newton, avere qualche strumento d’avanguardia (cercatelo sul web…) e potremmo costruirci il “nostro” buco nero da mettere sotto l’albero...
Forse non mi sarebbe mai venuto in mente di affrontare questo problemino elementare, se non fosse apparso un articolo proprio su questo “mistero”. No, non è un mistero e con un disegno banale si capisce benissimo il fenomeno. Volevo quasi porlo come “domanda” a voi… Anzi, chi vuole può provare a risolverlo. Leggendo gli articoli che avevo scritto sui fenomeni mutui dei satelliti medicei ci si può arrivare facilmente. Sicuramente, se i greci avessero avuto un binocolo, non avrebbero avuto problemi a spiegare lo “strano”, ma semplicissimo evento.
I satelliti di Giove hanno cominciato a giocare a nascondino tra di loro. Un fenomeno ricorrente che assume ancora un’importanza professionale. Vale la pena cercare di capire bene la configurazione geometrica che li rende possibili. Niente di difficile e completamente descrivibile con un foglio e una matita, senza bisogno di programmi prefabbricati che vengono presi a scatola chiusa. Sono sicuramente affascinanti, ma insegnano poco o niente. Continuo a lottare a favore della mente e contro la pappa pronta che vogliono imporci media e internet. Seguire questo lungo articolo è, inoltre, un fondamentale esercizio di geometria che non può che aiutare in contesti ben più generali. Spazio-tempo, multiversi, meccanica quantistica, relatività, ecc., ecc., sono argomenti affascinanti, ma senza le basi della geometria, della matematica e della fisica elementare, rimangono soprattutto belle "parole", ma sempre troppo lontane per essere veramente tangibili.
Dopo essere nato, l’Universo non ha perso tempo e si è dato da fare per creare la materia necessaria alla formazione delle prime stelle. A questo punto, esse sono diventate le uniche creature macroscopiche, realmente vive del Cosmo. Tutto ciò che esiste si deve praticamente a loro. Questo articolo è il primo di una una serie che vuole dare una visione elementare delle basi dell'astrofisica. E' adatta ai neofiti e ai ragazzini.