Ammetto che, pur essendo un lavoro puramente teorico, non faccio alcuna fatica a parlarne. In poche parole, si dimostra che l'Universo potrebbe essersi formato e continuare a vivere anche senza la fantomatica Materia Oscura.
Esiste uno studioso che ha scritto un diario. Un diario molto speciale che illustra tutti gli studi teorici e di laboratorio che riguardano le strane caratteristiche della materia che riempiva l'Universo nei suoi primi dici microsecondi di vita. Anche se non certo di facile lettura, questo diario è ora aperto a tutti.
Si è sempre alla ricerca di una stella che appartenga alla prima generazione, ossia a quella che aveva solo idrogeno ed elio a disposizione per costruirsi. E' estremamente difficile riuscire a trovarne qualcuna visto che devono risalire alla notte dei tempi, ma -a volte- grandi sorprese possono arrivare anche da dietro l'angolo.
Proprio attraverso mille (o meglio miliardi e miliardi) di bolle blu, l'Universo si è risvegliato e ha iniziato a diradare la nebbia in cui si era rinchiuso dopo la formazione degli atomi di idrogeno neutro. Finalmente colte sul fatto!
E' inutile commentare ancora una volta le virtù di ALMA... anche perché questa volta ci ha dimostrato che l'inquinamento dei più "ricchi" è iniziato ben presto nell'Universo. Non c'è niente di nuovo sotto il... Big Bang. Greta pensaci tu!
Sedici anni di lavoro, 7500 esposizioni individuali, 265 000 galassie la cui età risale fino a 500 milioni di anni dopo il Big Bang. Ecco l'Hubble Legacy Field. Non c'è bisogno di parlare, ma solo di lasciare libera la mente e farla vagare nel tempo e nello spazio. Un esercizio che forse potrebbe farci tornare esseri pensanti.
I mesoni sono particelle subatomiche, composte da un quark e un antiquark (noi conosciamo bene il nostro amico muone, quello della favola relativistica, che era stato anche chiamato mesone mu). Un mesone molto particolare, a causa dei quark che lo compongono, sembra aver dato una conferma molto importante (forse storica) del perché esiste la stranissima differenza tra quantità di materia e di antimateria nell'Universo.
Due recenti articoli gettano luce (anzi “buio”) sulle prime fasi dell’Universo, quando la materia ha dovuto cominciare a costruire le sue creature, affidandosi solo alla gravità. Dobbiamo concludere che non hanno voluto perdere tempo…
Non è molto che alla TV, durante le feste, hanno trasmesso, di nuovo, il film “Cuore” di Comencini. Da molti giudicato il classico libro strappalacrime, è stato ultimamente rivalutato come affresco storico di un’epoca. Tuttavia, a noi interessa vedere come i bimbi di una volta erano decisamente più ubbidienti e meno irrequieti di quelli di oggi. La stessa cosa capitava, con un po’ di sorpresa, anche nell’Universo più giovane.
Determinismo, evoluzione dell’Universo, attori, scelte, decisioni, gravità, entropia… quante belle parole che dicono tutto e niente. Si avvicinano ai perché, ma poi ci girano intorno o tornano indietro. Eppure sarebbe così semplice se ci affidassimo a una favola per bambini o poco più. E se poi non è la realtà, poco male: abbiamo già visto come sia praticamente impossibile definirla…
Si sente spesso parlare di crisi economica che coinvolge quasi tutte le nazioni del mondo, ma pochi si occupano di un’irrefrenabile caduta del “prodotto interno lordo” dell’intero Universo. La conclusione è una sola: la produzione di materia prima sta crollando e vi è una frenata spaventosa delle nascite. Insomma un Universo pieno di attori anziani, che si sta lentamente spegnendo.
Ricordate il racconto da poco pubblicato (lo specchio) e la tragica avventura di un povero uomo ossessionato dall’idea che le immagini speculari fossero forme aliene? Bene, quello specchio sembra esistere anche a livello microscopico e potrebbe risolvere una delle domande ancora insolute sulla formazione dell’Universo… Leggere o rileggere quel racconto diventa essenziale per seguire questo articolo.
Una scoperta teorica che vuole essere messa alla prova dei fatti. Qualcosa di “eccezionale” al giorno d’oggi… Normalmente le teorie più ardite vengono elargite, cercando proprio di non renderle verificabili. Vale la pena parlarne, semplificando al massimo i concetti.
Il titolo è molto pretenzioso, ma, in realtà, l’articolo vuole solo descrivere ciò che possiamo dedurre dalla storia dell’uomo e dalla sua ricerca scientifica. Una constatazione (personale) e nulla più. Lo stimolo per questa riflessione è nata mentre preparavo una conferenza sulla vita dell’Universo da paragonare, in qualche modo, con una parallela che descriverà lo sviluppo della religione cristiana (il vino e il suo valore simbolico e concreto è la base delle due presentazioni). Il tutto si riassume in una semplice figura…
A parte l’interesse intrinseco di questa ricerca, è notevole il modo usato per descrivere il risultato. L’importanza della scoperta è “condita”, come sempre, con un richiamo a ciò che non si vede: gli atti di fede vanno mantenuti comunque, e, solo dopo, via libera alle vere osservazioni. Questa news cade a fagiolo dopo quella pubblicata oggi stesso nel nostro “circolo”…
Ne abbiamo parlato da poco, ma sembra che i buchi neri galattici stiano conquistando sempre più un posto di rilevo nella ricerca astronomica, a tal punto che riferire sui nuovi lavori può portare a grande confusione, sia perché si ripetono spesso le stesse cose, cambiando di poco i dati di partenza e/o le strategie descrittive (ma gridando quasi sempre alla scoperta), sia perché si vorrebbero fare nascere in qualche modo, senza limite alla fantasia.