Nessuna scoperta eccezionale, ma una collezione, attenta, continua e completa di 11 miliardi di anni del nostro Universo. Hubble e gli altri grandi colleghi terrestri sono riusciti a mettere insieme un'immagine che -a dir poco- deve essere considerata "storica".
Abbiamo introdotto il discorso in modo leggero e - speriamo - divertente con due raccontini di fantascienza, ma l'obiettivo era estremanente serio e didattico: parlare - anzi parlare di nuovo - di distanze tra galassie, di espansione dell'Universo, di cosa vediamo quando osserviamo il cosmo e di come calcolare la durata del viaggio della luce che ci raggiunge. Insomma l'ABC per chi desidera muovere i primi passi nel teatro dell'astronomia!
Non fatevi spaventare dal fantascientifico effetto Keplero-Kranz che regolerebbe la struttura granulare sferica del micro e macrocosmo, cari amici lettori... non vi chiederemo di calcolare il fantasioso spazio interstiziale tra una bolla di Universo ed un'altra, né di risolvere il problema della valorizzazione dinamica delle proprietà cosmiche. Leggete fino in fondo questo raccontino di fantascienza e capirete!
Questo racconto è già stato pubblicato un anno fa. Lo riproponiamo oggi, con un titolo diverso, perché ci serve ad introdurre, in modo leggero e - speriamo - divertente un racconto-quiz che uscirà a breve sui nostri schermi. Rimanete sintonizzati!
La notizia sembra uno “scoop” eccezionale. Sicuramente è importante, ma direi che era ormai abbastanza chiaro che i filamenti tra galassia e galassia contenessero una quantità di gas primordiale ben maggiore di quanto si riuscisse a osservare.
Invece delle solite news che spesso dicono tutto e il contrario di tutto (e ormai si fondano soprattutto su come i modelli prestabilii rispondono a dati osservativi estremamente accurati e non su un’analisi razionale e di attento confronto), riporto, con molte considerazioni personali, un lavoro di ricerca puramente mentale che pone in modo chiaro e schietto il vero problema della Scienza di oggi (forse non solo astrofisica).
Due recenti articoli gettano luce (anzi “buio”) sulle prime fasi dell’Universo, quando la materia ha dovuto cominciare a costruire le sue creature, affidandosi solo alla gravità. Dobbiamo concludere che non hanno voluto perdere tempo…
La materia oscura e sua sorella l’energia oscura sembrano un po’ i fantasmi dei castelli inglesi. Devono esistere perché fanno tanto fine e stimolano il turismo e poi, qualsiasi cosa capiti, il colpevole è già assicurato. Io, come al solito, preferisco toccare con mano e non affidarmi solo ai … modelli teorici.
Il buio regnava sovrano dopo l’illuminazione improvvisa dell’Universo dovuta ai fotoni che avevano avuto via libera a causa dell’accasamento degli elettroni con i protoni, creando la radiazione cosmica di fondo. Questione di un attimo, però… l’idrogeno così formatosi non emetteva più luce e la nebbia scese implacabile. Eppure, proprio in quel freddo e buio Universo la gravità stava cercando di far nascere la prima stella, facendo collassare enormi nuvole di gas. Ma come riuscire a vederla o, almeno, a rendersene conto?
Lo scopo di questo articolo, reso volutamente semplicistico e alla portata di chiunque sia capace di alzare gli occhi al cielo, nasce da un progetto che mi ha proposto una cara amica, celebre produttrice di vino e persona di rara umanità. Lo scopo è quello di legare la produzione del vino all’Universo, ricordando il famoso discorso di Feynman. Ne approfitto per sintetizzare l’eccezionale lavoro delle fabbriche del Cosmo, le uniche capaci di trasformare la materia grezza del Big Bang in qualcosa di incredibilmente complesso, capace perfino di capire la propria origine (una cosa veramente fantastica, se ci pensiamo bene).
La libertà di pensiero è il sangue vivo della Scienza!
Questo articolo riunisce in modo organico i quattro già pubblicati su Giordano Bruno, nonché i commenti più interessanti dei lettori, e viene inserito negli approfondimenti.
Non è molto che alla TV, durante le feste, hanno trasmesso, di nuovo, il film “Cuore” di Comencini. Da molti giudicato il classico libro strappalacrime, è stato ultimamente rivalutato come affresco storico di un’epoca. Tuttavia, a noi interessa vedere come i bimbi di una volta erano decisamente più ubbidienti e meno irrequieti di quelli di oggi. La stessa cosa capitava, con un po’ di sorpresa, anche nell’Universo più giovane.
Abbiamo spesso parlato di spaziotempo, passando dalla relatività ristretta a quella generale, dall'aberrazione ai buchi neri. Abbiamo sempre cercato di restare su un livello abbastanza comprensibile, anche se un po' di matematica è stata costretta a entrare in gioco. Grazie all'aiuto dell'instancabile PapalScherzone, che spesso sa anche essere serio e riflessivo, abbiamo voluto mettere insieme tre articoli di livello nettamente più basso che permettano una visione abbastanza completa, anche se giocoforza approssimativa di cosa si riesce a osservare nell'Universo, quando si riesce a farlo e del come le informazioni giungono a noi. Parleremo di coni di luce, di rumore di fondo, di distanze cosmiche, di limiti e di tante altre cose che spesso spaventano, ma che possono essere semplificate per un pubblico più vasto e - a volte - timoroso. L'Universo e le sue leggi non devono spaventare nessuno, dato che anche noi siamo Universo.
Lo scopo di questo articolo, che ha preso spunto da un commento di Maurizio, è quello di identificare gli effettivi “luoghi” nello spaziotempo in cui potrebbero esistere gli alieni, con cui si potrebbero avere dei contatti. Vedremo che esistono parecchi vincoli legati al dove e al quando il tanto atteso incontro potrebbe verificarsi, insieme ad altre restrizioni relative al come esso sarebbe possibile. Insomma, una risposta alternativa e meno filosofica al paradosso di Fermi. Chi ha letto il libro “L’Infinito Teatro del Cosmo” lo conosce già in una versione un po’ più elaborata, ma del tutto equivalente.
Continuiamo e portiamo (almeno per ora) a termine il percorso attraverso alcune delle opere più celebri di Giordano Bruno: i tre dialoghi filosofici scritti nel prolifico periodo londinese che racchiudono il cuore pulsante della sua visione cosmologica. In questo articolo, oltre all'opera citata nel titolo, parliamo anche del "De la Causa, Principio et Uno". Buona lettura!
L’Universo ha modi tutti particolari per celebrare i propri compleanni…