La notizia è di quelle epocali, da un punto di vista osservativo. Le parti più tecniche si possono trovare un po’ dappertutto, anche in italiano, dato che copiano la comunicazione ufficiale dell’ESO. Noi preferiamo occuparci della parte più poetica e filosofica (forse), che è, però, anche quella più importante per la comprensione del Cosmo e della sua vita. Ancora una volta c’è di mezzo ALMA…
E’ più che normale cavalcare l’onda della moda. Vestendosi secondo certi canoni prestabiliti, si è convinti di essere al top e apprezzati da tutti, anche se dentro ci si sente, forse, un po’ burattini. Analogamente, nella Scienza, molti, se non moltissimi, preferiscono seguire ricerche che portano fama con poca fatica (magari barando anche un po’). Tuttavia, alcuni preferiscono lavorare nell’ombra, con pochi fondi, ma fieri di fare ciò che Galileo ha insegnato tanti anni fa. Purtroppo -temo- quando la scoperta rende il re nudo, non è facile prendersi la responsabilità molto pericolosa di urlarlo subito a tutti i sudditi (e convincerli a farsi convincere…).
Non troppo caldo né troppo freddo. Questa frase ci perseguita, soprattutto dopo l’articolo-riflessione di ieri sulla Relatività Generale e sui buchi neri galattici. Sembra quasi che ci abbiano sentito… ed ecco una nuova informazione, ancora troppo debole per essere accettata con entusiasmo, ma è la prima volta che osservazioni dirette sembrano confermare una teoria sulla formazione dei motori delle prime galassie, lasciata sempre un po’ in disparte.
L’inizio di questo articolo sembrerebbe solo una provocazione. Tuttavia, spero sia utile per capire il ruolo dei vari oggetti del grande Teatro del Cosmo, dove tutto è utile e dove tutto segue le regole migliori per mantenere armoniosa una struttura che possiamo considerare infinita sia verso il macro che verso il microcosmo. La provocazione finisce, ovviamente, con un sentimento di ammirazione e di gioia immensa.
La Natura è meravigliosa e spesso ripete fino all’infinito i suoi capolavori. Basterebbe ricordare la spirale che accompagna il regno animale, quello vegetale, i tornado terrestri e le galassie (e non solo). E’ decisamente diversa da Paganini e ripete quasi con compiacimento le strutture che predilige. A noi non resta che ammirarle e cercare di comprenderle con la giusta umiltà culturale.
Di supernove di tipo Ia abbiamo parlato spesso. In particolare, non abbiamo mai nascosto (come fanno altri) il problema legato al fatto che esse possano dar luogo a esplosioni nettamente diverse. Problema non da poco, dato che la misura delle distanze galattiche, e di conseguenza la descrizione dell’espansione dell’Universo, dipende essenzialmente da quanto le supernove di tipo Ia possano considerarsi “omogenee”.
Uno straordinario lavoro di ricerca giapponese ha dimostrato, analizzando i moti delle galassie con un redshift intorno a 1.4, che, anche in queste condizioni primigenie, la teoria della relatività funziona perfettamente, a patto di conservare la famosa costante cosmologica che Einstein giudicava il suo più grande errore.
Questo articolo-fiaba risponde automaticamente alla domanda delle domande e introduce un nuovo personaggio del nostro Circolo che insieme a tanti amici ci mostrerà un lato completamente diverso della Natura rispetto a quello umano. Buon divertimento…
Probabilmente, il neutrino ha una massa, anche se piccolissima, ma non ha nessuna intenzione di farsi notare durante i suoi viaggi intergalattici. E pensare che porta informazioni fantastiche sulle grandi esplosioni stellari. In Giappone, dopo anni di studio, è stato messo a punto un miscuglio di acqua e Gadolinio che potrebbe far fare un salto di qualità enorme ai rilevatori di neutrini.
Un recente studio indirizzato (guarda un po’) alla ricerca della materia oscura al centro della nostra galassia, collegata ad anomali segnali nei raggi gamma, ha dimostrato che lei non c’entra per niente. La “colpa” è, invece, delle “banali” e -forse- numerosissime pulsar che ruotano rapidissime (periodi dell’ordine dei millisecondi). Ma più che la ricerca in sé, ciò che è veramente interessante è la riflessione fatta da un “vero” astrofisico, che molti sembrano dimenticare.
Calma, ragazzi. Non voglio assolutamente aprire un nuovo tema, di complessità tale che meriterebbe un’ampia serie di articoli e cognizioni di base ancora da affrontare convenientemente. Voglio solo fare un po’ di scienza fantastica o di fantasia scientifica (non veramente fantascienza, però), riguardo alla visione più classica della struttura a grande scala dell’Universo conosciuto e a come, ancora una volta, la Natura riproponga i suoi schemi e le sue immagini ricorrenti. Niente di più che una “preghiera” lanciata verso l’armonia dell’Universo. "Semel in anno licet insanire" (una volta all’anno si può impazzire): anch’io butto lì un’ipotesi campata in aria… da prendere per quello che è, ovviamente.
Non voglio assolutamente scrivere qualcosa che vada contro la Fede o la Spiritualità, qualsiasi esse siano. Vorrei solo proporre una personale visione che in pratica annullerebbe (o risolverebbe) il problema più grande dell’uomo. Niente di ateo o di blasfemo, solo uno spunto che si collega direttamente all’autodistruzione dell’articolo di Peppe. Non è la prima volta che ne parlo, ma questo può essere il momento giusto per discuterne coralmente, senza fraintendimenti di sorta.
Beh… è bastata l’intrusione di Alvy (era ora!), l’accenno di Umberto e il solito problema di chi parla tanto senza volere prima studiare (non mi riferisco certo a voi!), ed ecco che la frittata è fatta. No, non parlerò di Relatività Generale, ma dell’angoscioso problema del destino dell’Universo e, quindi, della sua “forma”… Attraverso qualche formula che è alla portata di tutti coloro che abbiano digerito la matematica illustrata finora (ma anche meno), ricaviamo nientemeno che la densità critica, data solitamente come risultato di equazioni ben più complicate (ne parleremo quando faremo la relatività generale).
Approfitto di un’osservazione di una fascio di raggi gamma provenienti da un lontanissimo nucleo galattico attivo per descrivere, come una fiaba, un viaggio di sette miliardi e mezzo di anni (circa) e come si sia riusciti a ottenere informazioni fondamentali sulla storia dell’Universo e su ciò che lo permea. Ho cercato di inserire (molto alla buona) concetti relativi alla Meccanica Quantistica, che possono aiutarci a raccontare la fisica moderna anche ai più piccoli. Un progetto che continuo a cercare di mandare avanti, nei limiti delle mie possibilità, sperando sempre nell’aiuto degli insegnanti.
Potrebbe essere una ricetta per contenere le nascite dove vi è sovrappopolazione. Basterebbe che i genitori fossero costretti a correre sempre a grande velocità. Probabilmente non avrebbero tempo per pensare ad aumentare la prole… No, non avete sbagliato sito. Stiamo parlando di nascite stellari e del moto all’interno delle galassie. Una ricerca che getta una nuova luce su un fenomeno che potrebbe essere di grande generalità.
Non è facile ricevere una lettera capace di mandarci un’informazione luminosa (le uniche che siamo capaci di leggere, per adesso…) che abbia viaggiato per 13.4 miliardi di anni lottando contro l’espansione dell’Universo e contro l’arrossamento della luce, ma il messaggio è arrivato ed è sicuramente uno dei primi che indichino un oggetto in cui la materia si è sicuramente formata ed evoluta. E’ una piccola e debole galassia, ma Hubble ha letto le poche righe e –dicono- si sia profondamente commosso!