Confermata ancora una volta, e analizzata in dettaglio, la macchia calda da cui sembrano provenire i raggi cosmici più potenti dell’Universo. Si spera di poterne sapere di più, migliorando il ricevitore, ma i costi sono "altissimi", quasi dell’ordine di molte tangenti italiane (ma non solo)…
Le missioni verso la Luna non servono solo a preparare i futuri hotel di lusso o a recuperare l’acqua per i loro bagni. A volte riescono anche a far Scienza, anche se i risultati vanno cercati tra pieghe ben nascoste. Il LRO e il GRAIL stanno analizzando punto a punto le deformazioni del nostro satellite, causate della marea terrestre, e permetteranno di leggere sempre meglio la parte veramente invisibile della Luna, ossia il suo interno.
Le osservazioni di Kepler sono estremamente accurate nel determinare le più piccole variazioni luminose e continuano a scoprire nuovi esopianeti con il metodo dei transiti. Affiancano, in questa ricerca, il metodo spettroscopico che studia le variazioni periodiche della velocità radiale della stella dovuta alla presenza di un corpo planetario abbastanza massiccio. Kepler, però, date le sue fantastiche caratteristiche, ha permesso di usare un nuovo metodo, d’importanza fondamentale non solo per l’applicazione ad altri sistemi planetari. A noi interessa, in questo contesto, perché ci porta all'aberrazione relativistica, fondamentale per essere preparati al viaggio che ci attende.
Questo articoletto, estratto da uno più lungo, regala le basi per affrontare un viaggio su un'astronave capace di raggiungere la velocità della luce, senza rimanere sconvolti da quello che vedremo dagli oblò del velivolo interstellare. Non solo, però... Ci aiuterà a disegnare in quattro dimensioni! Insomma, mettiamoci veramente nei panni dell'homo cosmicus.
Il titolo è un po’ ambiguo, ma il significato è estremamente semplice e ricorda proprio il celebre uovo di Colombo. Perché non averci pensato prima? In realtà qualcuno ci aveva pensato già quarant’anni fa. Tuttavia, allora poteva essere solo una previsione, oggi una realtà osservabile. Solo il caso, però, ha richiamato quella previsione così “ovvia” e trascurata… Come vedrete chiunque poteva pensarci, ma…
Il Sole è stato un meraviglioso Super-Kepler per l’osservazione dei transiti mutui degli oggetti del sistema di Giove. Non si è accontentato, però, di osservare e ha deciso di illuminare la scena rendendo tutti (o quasi) partecipi dello spettacolo, attraverso le eclissi. Ora, però, anche la Terra vorrebbe fare lo stesso…
Abbiamo visto che considerare il Sole un osservatore passivo oppure attivo non influenza assolutamente il procedimento utilizzato per stabilire le condizioni che portano ai transiti e/o alle eclissi dei satelliti di Giove (e di tutti pianeti). Continuiamo allora a considerare il Sole come osservatore passivo, sapendo benissimo come fare a ribaltare la situazione, facendo accendere la luce alla nostra stella. In altre parole, i transiti visti dal Sole descrivono perfettamente le eclissi viste da Giove o dai satelliti (e da molti altri punti dello spazio). L’abbiamo fatto la volta scorsa e continuiamo su questa strada.
Finora abbiamo considerato il Sole come un naturale telescopio spaziale che, durante il suo moto attorno a Giove, può sicuramente osservare il transito dei satelliti medicei davanti (e dietro) il pianeta gigante. Abbiamo anche utilizzato coordinate celesti per rappresentare professionalmente la situazione e disegnare le figure relative. Il Sole è un osservatore fortunato, dato che riesce a vedere i transiti quasi sempre e ha solo un piccolo “buco” relativo a Callisto. Si può fare anche di meglio e legare le osservazioni del Sole al tempo che scorre. Nel frattempo, però, ci stiamo accorgendo che sul Sole fa troppo caldo e che è meglio cambiare punto di osservazione. Il Sole ha la fortuna di essere un osservatore “attivo”, basta accendere la luce!
E’ un momento in cui la polarizzazione va alla grande. Forse (e dico forse) è proprio questa caratteristica delle onde elettromagnetiche che ha dimostrato indirettamente l’esistenza dell’inflazione dell’Universo… e dico poco! Tuttavia, prima di affrontare di petto come le onde gravitazionali polarizzano la radiazione elettromagnetica, e come tutto ciò possa essere analizzato nella radiazione cosmica di fondo (i media parlano solo di questo), sarebbe fondamentale capire molto bene cos’è la polarizzazione. Questo articolo ha questo semplice scopo…
Non è molto che avevo attirato l’attenzione sulle occultazioni di stelle da parte di asteroidi. Avevo anche detto che i dilettanti potrebbero dare un contributo essenziale a questo tipo di ricerca, in grado di descrivere la forma di un oggetto celeste, altrimenti destinato a essere considerato solo un puntino luminoso. Beh… a volte capita che l’oggetto sia addirittura doppio e quindi doppia anche la soddisfazione. Ma adesso si è esagerato! L’asteroide, della classe dei centauri, ha addirittura un sistema di anelli. Si è ripetuto, in piccolo, quanto ottenuto per Urano. Forse le occultazioni riprenderanno interesse?
Bene. Possiamo abbandonare il nostro Super Kepler che vaga nello Spazio interstellare, dato che ci spostiamo all’interno del Sistema Solare. Qui non ne abbiamo più bisogno, dato che ne abbiamo già uno veramente fantastico, dalle caratteristiche molto particolari. No, non è stato costruito dall’uomo: è del tutto naturale e conosce molto bene i pianeti e i loro satelliti, dato che è stato proprio lui a costruirli. Ovviamente, sto parlando del Sole.
In questa seconda parte, studieremo meglio le condizioni geometriche che danno luogo ai transiti di un sistema planetario davanti a una stella, sia senza che con l’aiuto di Super Kepler. Essendo ormai più che pronti, utilizzeremo anche una rappresentazione più “professionale”. Comunque… sempre con foglio e matita.
Tra poco, i satelliti di Giove cominceranno a giocare a nascondino tra di loro. Un fenomeno ricorrente che assume ancora un’importanza professionale. Vale la pena cercare di capire bene la configurazione geometrica che li rende possibili. Niente di difficile e completamente descrivibile con un foglio e una matita, senza bisogno di programmi prefabbricati che vengono presi a scatola chiusa. Sono sicuramente affascinanti, ma insegnano poco o niente. Continuo a lottare a favore della mente e contro la pappa pronta che vogliono imporci media e internet.
Una domanda forse non troppo banale. Spesso si fa confusione su ciò che capita a un oggetto che si muove velocemente nell’aria. Vi lascio rispondere e poi affronteremo meglio il processo fisico per applicarlo nientemeno che alle galassie. Divertitevi un po’ e… fatevi aiutare dalla figura che accompagna la domanda.
Un botto veramente con i fiocchi. Lo scorso settembre un meteorite ha colpito la Luna producendo un “flash” di luminosità comparabile a quella della stella polare. Eppure… nessun innamorato o astrofilo se n'è accorto. Chi volesse fare un viaggio sulla Luna è bene che non sottovaluti questa possibilità, dato che sul nostro satellite qualsiasi frammento spaziale arriva sempre fino al suolo.
Se non avete trovato la risposta, eccovi una descrizione (un po' approssimativa) della soluzione. In ogni modo, basta solo un nome: Gegenschein