Il titolo è alquanto sibillino, ma vuol dire, in pratica, che se ci accorgiamo che la Natura rompe quella che noi consideravamo una perfetta simmetria, è molto facile che il modello da noi costruito sia sbagliato.
Come detto, questa serie di articoli vuole essere veramente divulgativa e adatta a qualsiasi livello, sempre che si abbia già un'infarinatura dei concetti di limite, derivata e integrale. Per ottenere ciò, penso che non mi picchierete se a volte sarò ripetitivo e quasi banale. Nella versione definitiva, si potrà sempre cercare di compattare meglio la materia e renderla più uniforme. Per adesso pensiamo ad affrontare nel modo più chiaro possibile i concetti fondamentali.
Con questo articolo torniamo a uno degli scopi base del nostro Circolo: quello di rendere comprensibili a tutti coloro che hanno la volontà di conoscere, le meraviglie dell'Universo e, di conseguenza, della fisica e del suo linguaggio (la matematica). Tratteremo in modo elementare le equazioni differenziali, cardine di tutta la ricerca scientifica, non solo astronomica. Inizieremo dalle più semplici, quelle che hanno un riscontro immediato nella realtà di tutti i giorni, e poi, un po' alla volta e valutando la vostra risposta, allargheremo sempre più il discorso.
Dopo la discussione sulle densità, siamo pronti ad affrontare la parte più interessante legata alla spinta di Archimede, ossia il galleggiamento. D'altra parte se si riescono ad attraversare gli oceani con una nave è fondamentale che la nave non vada a fondo! Non perdetevi questo articolo, dato che -forse- scoprirete un fenomeno poco conosciuto, che può dare il via a varie simulazioni "casalinghe".
Tra le quattro interazioni (o forze) della Natura quella meno "visibile", ma forse più utile perché esista la materia, è quella nucleare forte. Una forza che si è dimostrata capace di adattarsi a condizioni critiche.
La volta precedente abbiamo capito il significato della spinta di Archimede e perché deve entrare in ballo il peso del liquido spostato. Ora possiamo tranquillamente arrivare scrivere la formula che lega il peso effettivo del corpo immerso e la spinta di Archimede.
In questo articolo cercherò di unire, come si suol dire, l'utile al dilettevole. L'argomento è quello dei satelliti geostazionari. Come noto, questi sono satelliti posti in orbita equatoriale attorno alla Terra ad una quota tale che essi, pur muovendosi rispetto ad un osservatore solidale con un sistema di riferimento posto nello spazio, risultano fermi in […]
Eccovi la mia soluzione che vuole essere un esercizio di fisica (poca) e tanta matematica (in particolare trigonometria). Come già detto, si può probabilmente sveltire il procedimento, ma non è certamente sbagliato.
Un problema di fisica e di matematica a cui ho dato una risposta. Tuttavia, penso che si possa fare ancora meglio, almeno in termini di rapidità. Forza, dateci dentro.... Una bella trota a chi risolverà l'enigma.
Abbiamo cominciato con principio di Archimede (che è in realtà un teorema), ma adesso facciamo un salto in avanti per poi ritornare al grande genio siracusano. Poche formule in più...
Questo è il primo articolo che vuole descrivere un "principio" (che, in realtà, tale non è) conosciuto da tutti, ma che spesso viene enunciato in modo quasi automatico, senza -forse- comprendere del tutto la sua logicità e le sue sfaccettature. Sto parlando del principio di Archimede e della spinta che ogni corpo riceve verso l'alto se immerso in un fluido. Per iniziare, vediamo come dovrebbe veramente essere considerato e come la sua descrizione vada di pari passo con la prima vera prova scientifica della sfericità della Terra.
Andiamo a vedere come la nostra formica viola ha risolto il problema dello scoglio e si è impossessata del magnifico diamante.
Una leggenda cosmica che ci permette di risolvere un bel problema di fisica e matematica. Pochi calcoli e un risultato decisamente interessante. L'asterisco in più vale per chi volesse DIMOSTRARE la conclusione.
La legge della riflessione luminosa è quanto di più semplice si possa immaginare, eppure è capace di trarre in inganno altrettanto facilmente.
Innanzitutto un bravo a Fabrizio e alle sue trattazioni, che trovate nei commenti del quiz. Ricordiamo, poi, che questa è praticamente la risposta al quiz sulla formica, ma è anche un articolo tutto da leggere, soprattutto per le sue implicazioni finali e per l'utilizzo della serie armonica. Un paradosso che viene ancora una volta risolto, anche se necessita di tempo, tanto tempo...
Galileo ed Einstein a confronto: due geni veramente astuti!