Ancora una volta devo fare polemica, ma quando volano le bestialità (che oltretutto vanno contro quanto abbiamo cercato di spiegare da poco tempo) non posso tacere. Lo DEVO a coloro che cercano di capire e che vengono continuamente confusi.
Ne avevamo parlato a lungo, ma giustamente si può anche tornare “a bomba” e vedere come sia le leggi del moto di Newton che lo sviluppo in serie possano risolvere il paradosso di Zenone, senza troppe parole.
Calma, ragazzi. Non voglio assolutamente aprire un nuovo tema, di complessità tale che meriterebbe un’ampia serie di articoli e cognizioni di base ancora da affrontare convenientemente. Voglio solo fare un po’ di scienza fantastica o di fantasia scientifica (non veramente fantascienza, però), riguardo alla visione più classica della struttura a grande scala dell’Universo conosciuto e a come, ancora una volta, la Natura riproponga i suoi schemi e le sue immagini ricorrenti. Niente di più che una “preghiera” lanciata verso l’armonia dell’Universo. "Semel in anno licet insanire" (una volta all’anno si può impazzire): anch’io butto lì un’ipotesi campata in aria… da prendere per quello che è, ovviamente.
Iniziano oggi una serie di avventure dal pianeta Papalla.
I nostri simpatici amici ci condurranno con la loro irresistibile simpatia in un viaggio dove il gioco e la fisica camminano insieme, dove il racconto dei fenomeni naturali si mischia volentieri con le storie papalliane.
Per rendere tutto ancora più semplice i racconti sono corredati da figure e animazioni... Cos'altro si può pretendere da nostri amici papalliani?
Che rispondano a qualunque domanda?
Non chiediamogli l'impossibile.... e poi non è questo lo scopo, semmai il loro intento è quello di suscitare domande e stimolare curiosità.
La curiosità, questa si che è un bene prezioso: senza porsi domande non si trovano risposte e senza curiosità non si cercano nuove risposte....
I papalliani, con il loro carico di domande, sono dei veri segugi e non si fanno ingannare dalle apparenze, c'è sempre qualche “perchè, perchè?” da sollevare.
Spesso e volentieri, gli svarioni e le confusioni, che leggo nel web, mi spronano a cercare di chiarire fenomeni e concetti che non sono così semplici come probabilmente credevo. Mi dico sovente: “Gli esami non finiscono mai” e se si vuole compiere un’opera di buona divulgazione bisogna continuare a migliorarsi, con grande umiltà culturale. Ultimamente, mi sono reso conto che i buchi neri comportano problemi interpretativi che ingigantiscono quelli che in realtà possiedono. Se è meglio attendere prima di addentrarci nella problematica generale, cerchiamo, almeno, di eliminare eventuali fraintendimenti che troppo spesso vedo aleggiare nella rete, senza veder far molto, invece, per semplificare e chiarire…
Solo un accenno per quei pochi (spero) che rimangono in confusione quando leggono inesattezze molto pesanti e fuorvianti. Gli altri non ci facciano caso…
Approfitto di un’osservazione di una fascio di raggi gamma provenienti da un lontanissimo nucleo galattico attivo per descrivere, come una fiaba, un viaggio di sette miliardi e mezzo di anni (circa) e come si sia riusciti a ottenere informazioni fondamentali sulla storia dell’Universo e su ciò che lo permea. Ho cercato di inserire (molto alla buona) concetti relativi alla Meccanica Quantistica, che possono aiutarci a raccontare la fisica moderna anche ai più piccoli. Un progetto che continuo a cercare di mandare avanti, nei limiti delle mie possibilità, sperando sempre nell’aiuto degli insegnanti.
Eccezionale scoperta: l'acqua non ha bisogno di ossigeno... così ci dice il "solito"esperto di media INAF... Dopo gli sciami di asteroidi è stata inventata l'acqua di puro idrogeno!
La risposta può essere una e una sola: sicuramente SI. Il parlare troppo di come la MQ riesca un po’ alla volta a spiegare tutte le azioni del microcosmo e di come ciò si trasporti sempre di più nella realtà osservativa del macrocosmo non deve farci prendere decisioni errate e fuorvianti. Ne vorrei discutere un poco con voi… No, non scappate... vi giuro che, se non capitano cose eccezionali, vi lascerò in pace con la MQ e la mia visione sicuramente contorta ed eccessivamente personale (almeno per un po'...).
Leggo in questi giorni che torna in auge l’ipotesi delle particelle capaci di trattenere l’energia elettromagnetica senza disperderla. Qualcosa come tirare un sasso in un lago e non vedere le onde che si propagano. Se applicata alla tecnologia avrebbe risvolti enormi, dato che non si correrebbe il rischio di disperdere l’informazione contenuta nel campo elettromagnetico. Tuttavia, l’idea non è certo nuova e geniale come si vorrebbe far pensare. Vale la pena richiamare studi precedenti che riportano al grande Majorana.
Tempo fa avevamo parlato di esperimenti eseguiti da studenti attraverso palloni aerostatici per lo studio della sopravvivenza di batteri terrestri in condizioni simili allo spazio interplanetario. Siamo ancora in attesa delle risposte definitive, ma il lavoro del gruppo estremamente attivo continua a bordo degli aerei di linea. Siamo in tempo di ferie e una fiala piena di bollicine dovrebbe farci riflettere un poco…
Per definire e descrivere il momento angolare e le sue proprietà è bene partire fin dall'inizio. Ed ecco che prima di arrivare a lui facciamo la conoscenza dei vettori, delle loro operazioni, della quantità di moto e dei principi della dinamica: una specie di riassunto di gran parte della dinamica classica. Senza dimenticare, ovviamente, la conservazione della quantità di moto e del suo figliolo momento angolare. Per far ciò useremo qualche colpo di scherma, un po' di Divina Commedia, qualche vite e/o qualche mano destra. Infine, mediante l'applicazione del momento angolare a un sistema particolare, introdurremo la dinamica dei moti circolari che imitano quasi perfettamente quelli traslatori o lineari.
Piccoli accenni e tentativi di stimolare, purtroppo, non servono a molto. Valgono molto più l’orgoglio e un po’ di menefreghismo. E allora, seguendo le giuste regole del buon divulgatore (a cui spero sempre più di avvicinarmi) ho scelto la strada più scientifica e produttiva: quella della spiegazione di un concetto che sta facendo cadere sempre più nella confusione e nella paura di azzardare critiche aperte e costruttive. Non mi interessa chi e come ha fatto sorgere la confusione. Il mio compito donchisciottesco è quello ci cercare di proporre una spiegazione più chiara e comprensibile possibile. Niente di più (chissà quando sarò compreso?) e niente di paranoico. Chi ha dubbi li esponga chiaramente. Nel caso potrei anche dire di avere sbagliato tutto. Non sono mai stato e mai sarò un genio come Leonardo o Feynman… Di fronte alla fisica e all’astrofisica sono un semplice studente delle scuole inferiori e devo ancora studiare tanto… Se sbaglio, vi prego, correggetemi!
Un’altra "magnifica" chicca di Media INAF, che mi ha prontamente segnalato il nostro Marco che ringrazio di cuore. Questa volta, però, l’errore, più volte ripetuto, rischia di distruggere un concetto base della fisica: la differenza tra peso e massa. Un minimo di fisica elementare dovrebbe essere nel bagaglio di chi traduce...
Come ho già detto, avrei intenzione di cercare di introdurre al meglio queste “grandezze” fisiche, che sembrano essere più o meno la stessa cosa, ma che differiscono soprattutto per l’approccio con cui sono state introdotte e definite. Parliamoci chiaro: nessuna è ottenibile facilmente e nella maggior parte dei casi se ne dà solo una visione approssimata.
Questa è la prima parte della Teoria della Relatività Ristretta o Speciale. Si parte dalla relatività galileiana e si arriva agli effetti che derivano dai postulati di Einstein: dilatazione dei tempi e contrazione delle lunghezze. Facciamo conoscenza con la trasformazione di Lorentz , il passo fondamentale per passare da spazio e tempo a spaziotempo. Ricordiamo che l'intera teoria si riferisce SOLO a sistemi di riferimento in moto rettilineo uniforme tra loro. Non sono quindi valutate le deformazioni spaziotemporali causate dalla gravità e dalla sua accelerazione. La relatività ristretta è quindi una teoria perfettamente simmetrica e niente ha a che vedere con le deformazioni univoche causate dalla relatività generale. Negli articoli seguenti, si toccheranno le ripercussioni della relatività ristretta sulle varie grandezze fisiche (tra cui la celebre E = mc2) e la sua rappresentazione nel diagramma spaziotemporale di Minkowski.