Torniamo ancora una volta allo spaziotempo vicino a un buco nero e azzardiamo una figura, con tutte le ovvie approssimazioni del caso...
Penso che qualcuno si ricorderà di un evento decisamente fantastico che avevamo riportato con il titolo di "accadde domani". In breve, si riportava un'osservazione, anzi più osservazioni, che avevano dell'incredibile: la stessa supernova si vedeva in tempi diversi e addirittura poteva (come si è riusciti a fare) essere prevista la sua esplosione in modo da assistere a tutto l'evento "in diretta".
Vorrei cercare di esprimere un concetto piuttosto sottile che mette in luce quanto la meccanica quantistica sia veramente necessaria per osservare l'Universo, ma anche quanto sia terribilmente "ambigua".
Sfatiamo, in qualche modo, una leggenda sui buchi bianchi che vengono, quasi sempre, identificati come buchi neri "al contrario", ossia come oggetti da cui esce di tutto e niente può entrarvi.
Ci poniamo una domanda: "E' veramente importante conoscere il centro di gravità di un insieme di oggetti celesti celeste formato da un numero molto alto di masse?". La risposta sembrerebbe essere: "SI". Accidenti, sappiamo benissimo che la legge di gravità impone una rivoluzione di ogni singolo oggetto attorno a un punto in cui può essere concentrata tutta la massa. E questo punto non può essere altro che il centro di gravità o baricentro dell'intero sistema. Teoricamente non fa una piega. Ma...
Un semplice problemino di meccanica o, meglio, di riflessione che si trasforma facilmente in una regola matematica altrettanto semplice.
Facciamo girare le provette... un quiz -forse- leggermente più difficile, ma non è detto... basta riflettere.
La velocità più difficile da misurare? La velocità della luce. Lo sapeva anche Einstein e ha dovuto imporre una "convenzione" per sviluppare la sua teoria. E le cose non sono ancora cambiate...
Contrariamente a quello che può sembrare, lavorare nell'archivio più infinito del Cosmo, dispensando gradite sorprese, è tutt'altro che monotono.
E a volte capita che la gradita sorpresa sia talmente gradita da non poter non essere condivisa... ecco a voi, quindi, una presentazione pubblicata anni fa, alla quale non era ancora stato dato in archivio la visibilità che merita! Finalmente abbiamo rimediato.
Newton scoprì una legge fondamentale e soprattutto universale per spiegare il moto dei pianeti e non solo, ma non riuscì mai a determinare il valore della sua costante G. Dovette quindi accontentarsi solo di rapporti di forze, in modo da eliminare quella scomoda costante, il cui valore fu ricavato solo un secolo e mezzo dopo grazie a sofisticatissimi strumenti di laboratorio e a piccole masse che, però, non servirono subito a determinare G, bensì la densità della Terra. Insomma, la storia di G è una lunga avventura nella quale il ruolo del protagonista è ricoperto dall'esperimento di Henry Cavendish del 1797-98 ed è questo che ci accingiamo a descrivere.
Per capire in modo molto rudimentale cosa siano effettivamente i tanto ricercati gravitoni (per adesso ancora soltanto ipotizzati) basta, in fondo, fare un paragone con i fotoni. Una piccola ciliegina estiva...
Questo quiz nasce per caso... stavo scrivendo un articolo dedicato al fantastico esperimento di Cavendish che ha permesso di calcolare la densità della Terra, quando mi sono accorto che per giungere alla descrizione completa era necessario risolvere un piccolo problema di ottica geometrica. Ho deciso perciò di non darlo come acquisito e nemmeno di dimostrarlo, ma di proporlo come quiz abbastanza rilassante durante questo periodo di ferie e di caldo. Chissà che qualcuno non abbia voglia di spendere un po' di tempo per risolverlo?
Inizia un progetto piuttosto ambizioso: la traduzione in modo molto libero -e ridotto- di alcune delle celeberrime lezioni sulla fisica base di Richard Feynman, tenute alla Cornell University dal 1961 al 1964. Un giusto ricordo di chi ha cercato, con tutto se stesso, di impartire interesse e capacità di ragionamento nei futuri uomini di pensiero. Tempo perso? Forse sì, ma mi basterebbe che anche un solo giovane trovasse spunto per cambiare la visione succube e passiva della propria esistenza.
Come tutte le grandi scoperte, spesso si esaspera la "prima volta" e poi si fa in fretta a dimenticare... Forse, qualcosa del genere sta succedendo anche per le onde gravitazionali.
Continuiamo nel racconto dell'avventura di Papallaccio e di come il suo gesto malvagio si ritorca contro di lui. Limitiamoci a una spiegazione estremamente qualitativa, dato che la faccenda è ben più complessa e ci farebbe entrare nelle manovre dinamiche che riguardano i satelliti artificiali.
Chi si offre volontario per verificare i calcoli del vulcanico (o vulcaniano?!?) Albertone?