Cari amici, è con vero piacere che devo ammettere di essere caduto, relativamente al quiz sul satellite della Papalterra , in uno di quegli errori di cui avevamo parlato nel famoso QUIZ della formica sul barattolo. Ho considerato un caso limite come soluzione minima senza tener conto di tutta una serie di possibilità. Devo dire grazie a Paolo, Umberto e Fabrizio per avermi messo con le spalle al muro. Questo è il bello di questo Circolo, dove chiunque può sbagliare e tutto serve per continuare a imparare e mettersi alla prova, con allegria e umiltà.
Continuiamo, seguendo Keplero, verso la sua equazione fondamentale che lega anomalia eccentrica e anomalia media. Un'equazione fondamentale che può, però, risolversi solo per approssimazioni successive, un processo, oggi, ridicolo per i calcolatori elettronici. Pensiamo, però, a Keplero che non li aveva ancora...
La volta scorsa Flash il fotone aveva avvisato che lui non è certo l'unico a comportarsi come un'onda...ed in effetti nel mondo subatomico questo bizzarro comportamento dei suoi abitanti sembra piuttosto diffuso..
Dopo quiz piuttosto complicati, eccone uno veramente per tutti.
La soluzione che riportiamo è quella dedotta da un’analisi fisica del problema, soggetta a certi vincoli geometrici. La riportiamo, tenendo presente che nei commenti è stata sollevata una soluzione apparentemente migliore, ancora tutta da investigare riguardo alla sua validità fisica. Ricordiamoci che vogliamo inserire un satellite in orbita e quindi impartirgli una certa velocità in un punto ben determinato.
Abbiamo discusso a lungo della curvatura di uno spazio a due dimensioni e abbiamo visto come la geometria che lo descrive si discosti completamente da quella euclidea che impariamo a scuola. Come detto varie volte, la curvatura di uno spazio (lasciando da parte il tempo, almeno per adesso) è legata strettamente alla relatività generale, un argomento che aspetta ancora di essere affrontato in modo diretto e decisivo. Vale la pena capire ancora meglio cosa si intende per “curvatura”
Non si può parlare solo di matematica, di geometria e di giochi numerici ed ecco, allora, un quiz di fisica (meccanica classica), con un piccolo punto chiave. E’ ambientato su Papalla, dove sanno fare cose ancora impensabili per noi.
Diamo una descrizione estremamente superficiale del concetto di Mare di Dirac e del conseguente vuoto quantistico. La trattazione matematica sarebbe veramente complessa e avrebbe bisogno di concetti ben al di fuori della nostra portata. Nessuna formula (o quasi), quindi, per arrivare ad avere, comunque, un’idea della genialità dell’ipotesi e delle ripercussioni successive che potrebbero sconvolgere l’intera cosmologia.
Proprio ieri abbiamo parlato di un sistema doppio molto agitato, i cui le due stelle hanno scelto di formare un disco planetario ciascuna e uno in comune (non si sa mai…). Oggi parliamo, invece, della vita di un pianeta che ha avuto la sfortuna (apparente) di formarsi troppo vicino alla sua mamma. E se fossero due, potrebbe essere meglio?
Nessun gioco sarebbe possibile senza Flash il fotone.
I papallini nel loro viaggio nel mondo subatomico avevano già incontrato alcuni dei suoi bizzarri abitanti dal carattere e dal comportamento mutevoli.
Gli abitanti del mondo subatomico tra di loro amano definirsi amichevolmente come “particelle” e la scorsa volta tutti avevano apertamente ammesso che senza Flash il fotone nessun gioco sarebbe stato possibile..
Cosa si può fare per convincere a staccare dallo smartphone i ragazzi di uno scuolabus? Magari, insegnandogli qualcosa di utile? D’altra parte, qualcosa di fisica devono sapere… perché, allora, non farli divertire con un piccolo e divertente trucco? Mi raccomando, non andate a cercare in giro per il web… siate onesti!
Paolo (Salvini) ha già perfettamente risposto a entrambe le domande… ho poco da aggiungere.
Moltissimi conoscono la radiazione di Hawking, dato che i giornali ne parlano sempre, anche per la carica mediatica eccezionale dello scienziato. Ma quanti hanno capito veramente cos’è? Anche se non ne sono entusiasta, vale la pena spiegarla in parole semplici (ho messo solo due asterischi) e sotto forma di un’avventura ai confini del Cosmo.
La ragione per cui l’entropia cresce durante la nostra vita è perché l’Universo è iniziato con uno stato di bassa entropia, incredibilmente bassa rispetto a quella che poteva essere. Il sistema solare non è sempre stato un sistema isolato, è il prodotto dell’evoluzione di una nube protostellare che aveva un’entropia minore rispetto al sistema planetario che ha generato (la formazione di strutture è un processo irreversibile che va dal passato al futuro e rappresenta un aumento di entropia). La nube veniva dalla galassia primordiale, che aveva un’entropia ancor più bassa. La galassia primordiale, a sua volta, si è formata dal plasma primordiale, caldo ed omogeneo, che aveva un’entropia ancora inferiore.
Capisco benissimo che l’argomento che andiamo a trattare possa sembrare uno di quei noiosi e inutili procedimenti geometrici e matematici. Tuttavia, vi invito a non pensarla così e a dedicargli un poco del vostro tempo. Il pensare che Keplero sia stato in parte fortunato e in parte “brutalmente” empirico nella determinazione delle sue leggi è assolutamente falso. A parte l’aver saputo sfruttare al meglio le fantastiche osservazioni di Tycho Brahe, è indubbio che solo un uomo di eccezionale intuizione e di grande capacità di sintesi poteva arrivare al risultato ottenuto. La strada a Newton non poteva essere preparata meglio.
Stamattina ho subito sentito le prime polemiche per il Premio Nobel NON dato agli scopritori delle onde gravitazionali. Si comincia male e si conclude ancora peggio.