Questo articolo è molto corto. Preferiamo mangiare la “torta” a piccoli tranci per permetterci di gustarla fino in fondo. Dimostrare che la quantità di moto “classica” non si conserva nella Relatività Ristretta è un punto di arrivo fondamentale e va compreso perfettamente bene. Una conclusione, in realtà, banale, ma che ci obbliga a modificare tutta la dinamica conosciuta fino ad allora. Ricordiamo, comunque, che stiamo parlando di velocità comparabili a quella della luce. Se giocassimo a palline con un nostro amico che va in bicicletta niente cambierebbe rispetto alle descrizioni di Galileo.
Era proprio una bella giornata su Papalla, il PapalSole splendeva e il cielo era di un bellissimo colore... nero! Nero??? Certo, su Papalla non c'è l'atmosfera, quel miscuglio di gas che avvolge la Terra e che ci permette di respirare, fa sì che la temperatura non sia mai né troppo alta né troppo bassa, rende […]
In questo secondo articolo costruiamo un esperimento relativo all'urto elastico di due palline, appartenenti a due sistemi diversi. Prima manteniamo fermi i due sistemi e dopo facciamo muovere il primo, rimanendo in ambito galileiano. Cosa succede alla quantità di moto delle due palline?
Non voglio portare via il lavoro ai nostri inarrivabili papallicoli, ma ho ricevuto, poche ore fa, un messaggio da un simpatico alieno che è stato da poco su Papalla … Ovviamente era entusiasta. Mi ha raccontato di avere assistito a un gioco sportivo-matematico-geometrico veramente divertente. Sicuramente esso è ben noto ai nostri papallicoli… tuttavia, lasciate che ve lo proponga dato che, come tutto su Papalla, ogni gioco sconfina in una matematica che può diventare anche piuttosto complessa. In altre parole, parte come gioco e come piccolo quiz, ma può portare a calcoli generalizzati non proprio banali… Essendo in clima di urti relativistici, mi sembra una ghiotta occasione.
Avete pienamente ragione! Sono veramente inaffidabile: dico una cosa e ne faccio subito un’altra. Volevo aspettare a parlare di massa ed energia e seguire una trattazione accurata e tranquilla ed ecco che anticipo i tempi e derivo velocemente la più celebre formula della fisica. In realtà, questo articolo vive in modo del tutto indipendente dalla dinamica relativistica spiegata per gradi e con continuità. Possiamo digerirlo facilmente e poi proseguire per la strada maestra. Sapete, la mia inaffidabilità nasce dal bisogno interiore che ho di rendere tutti partecipi del maggior numero di concetti possibili. So che non avete tempo a seguire tutto, ma cominciamo a mettere nero su bianco, in modo che certi articoli non passino nel dimenticatoio e non vengano mai pubblicati. Spero che capiate la fretta di un vecchietto di 70 anni (passati)…
A chi ha già ben digerito la prima parte della dinamica relativistica, e -forse- si sta annoiando, vorrei fare una domanda estremamente semplice, che necessita di una risposta rapidissima e senza alcun calcolo. La faccio, dato che si collega moltissimo a ciò che stiamo per fare con la quantità di moto e alle sue conseguenze.
Siamo pronti per partire con la dinamica relativistica. Per far ciò è fondamentale descrivere, prima di tutto, come la quantità di moto sia costretta a cambiare per potersi conservare. Normalmente questa parte si dà per assodata o si spiega -spesso- in modo poco chiaro, incentrando tutto sulla massa relativistica, gioia e dolore dal punto di vista concettuale. Ho cercato di raggiungere lo scopo nel modo più semplice possibile, evitando, però, semplificazioni che avrebbero generato eventuali confusioni. Ho deciso di pubblicare questa parte iniziale della dinamica relativistica (DR) prima della fine degli integrali, in quanto non ne ha bisogno. Vi prego sinceramente di esporre tutti i dubbi senza paura. Ricordiamoci che senza questa base di partenza i nodi verrebbero, comunque, al pettine più tardi… Fatemi anche capire (in tanti) se … avete capito! Basta un OK...
A qualcuno potrebbe sembrare che io stia sollevando un sacco di problematiche concettuali e di ostacoli, nel tentativo di descrivere correttamente la quantità di moto relativistica. In giro per la rete si trovano determinazioni velocissime e che -a prima vista- sembrano del tutto logiche… sicuramente più rapide e semplici del procedimento che ho iniziato a descrivere con molta precauzione. Attenzione, però...
Divertiamoci un poco, preparandoci alla dinamica relativistica. Ho deciso (molto democraticamente...) di iniziarla prima di completare gli integrali, dato che la parte riguardante la quantità di moto non ne ha bisogno. L’argomento di questo quiz ne costituisce una specie di introduzione. Tuttavia, dato che riguarda la composizione delle velocità relativistiche, che avevamo già trattato in due articoli, siete in grado di risolvere il problemino da soli… La risposta sarà proprio l’inizio del primo articolo ufficiale. Ah... non illudetevi, però: gli integrali continueranno...
Su Papalla da giorni non si parla d'altro, tutti raccontano la storia di PapalAtleta finito nel letame che urla: "altro che la centrifuga l’è fittizia, se prendo PapalScherzone”….
Ancora una volta devo fare polemica, ma quando volano le bestialità (che oltretutto vanno contro quanto abbiamo cercato di spiegare da poco tempo) non posso tacere. Lo DEVO a coloro che cercano di capire e che vengono continuamente confusi.
Eccovi la soluzione che io ho considerato come la più semplice e immediata. Non ve ne era nemmeno bisogno, a seguito delle risposte mandatemi. Tuttavia, ripetere fa sempre bene...
Il nostro caro e appassionato amico Umberto freme dalla voglia di scatenarsi nella dinamica relativistica. Lo ammiro, lo capisco benissimo e penso anche che non sia il solo. Posso assicurarvi che sto già preparando le lezioni corrispondenti, facendo opera non facile di sintesi e di selezione. Penso che, alla fine, saranno contenti tutti, sia i meno preparati che i più smaliziati. Tuttavia, non voglio farmi convincere ad accelerare i tempi. Vorrei dare il meglio di me, senza fretta, ma anche completare il bagaglio culturale necessario per affrontare la parte più esaltante della RR con la dovuta preparazione di base. Eccovi, quindi, un piccolo antipasto, che non dice niente di significativo, ma che cerca di inquadrare la problematica sotto vari punti di vista e che, spero, faccia digerire meglio gli integrali.
Ne avevamo parlato a lungo, ma giustamente si può anche tornare “a bomba” e vedere come sia le leggi del moto di Newton che lo sviluppo in serie possano risolvere il paradosso di Zenone, senza troppe parole.
Calma, ragazzi. Non voglio assolutamente aprire un nuovo tema, di complessità tale che meriterebbe un’ampia serie di articoli e cognizioni di base ancora da affrontare convenientemente. Voglio solo fare un po’ di scienza fantastica o di fantasia scientifica (non veramente fantascienza, però), riguardo alla visione più classica della struttura a grande scala dell’Universo conosciuto e a come, ancora una volta, la Natura riproponga i suoi schemi e le sue immagini ricorrenti. Niente di più che una “preghiera” lanciata verso l’armonia dell’Universo. "Semel in anno licet insanire" (una volta all’anno si può impazzire): anch’io butto lì un’ipotesi campata in aria… da prendere per quello che è, ovviamente.
No, non sobbalzate sulla sedia. Non è ancora tempo per la dinamica relativistica. Umberto, però, è stato molto gentile nella sua richiesta e io mi sono reso conto che ho ancora un po’ di strada da fare per terminare gli integrali. Ho deciso, allora, di regalare a lui (ma non solo a lui, ovviamente) un piccolo assaggio sotto forma di quiz puramente matematico (per adesso, almeno). La soluzione è molto divertente e alla portata di tutti coloro che hanno seguito le derivate. Permette, tuttavia, di superare uno dei passaggi fondamentali per arrivare alla più celebre formula di Einstein. In questo modo non abbandoniamo gli integrali, ma possiamo dire di aver toccato E = mc2 molto da vicino…