A qualcuno potrebbe sembrare che io stia sollevando un sacco di problematiche concettuali e di ostacoli, nel tentativo di descrivere correttamente la quantità di moto relativistica. In giro per la rete si trovano determinazioni velocissime e che -a prima vista- sembrano del tutto logiche… sicuramente più rapide e semplici del procedimento che ho iniziato a descrivere con molta precauzione. Attenzione, però...
Divertiamoci un poco, preparandoci alla dinamica relativistica. Ho deciso (molto democraticamente...) di iniziarla prima di completare gli integrali, dato che la parte riguardante la quantità di moto non ne ha bisogno. L’argomento di questo quiz ne costituisce una specie di introduzione. Tuttavia, dato che riguarda la composizione delle velocità relativistiche, che avevamo già trattato in due articoli, siete in grado di risolvere il problemino da soli… La risposta sarà proprio l’inizio del primo articolo ufficiale. Ah... non illudetevi, però: gli integrali continueranno...

Su Papalla da giorni non si parla d'altro, tutti raccontano la storia di PapalAtleta finito nel letame che urla: "altro che la centrifuga l’è fittizia, se prendo PapalScherzone”….
Ancora una volta devo fare polemica, ma quando volano le bestialità (che oltretutto vanno contro quanto abbiamo cercato di spiegare da poco tempo) non posso tacere. Lo DEVO a coloro che cercano di capire e che vengono continuamente confusi.
Eccovi la soluzione che io ho considerato come la più semplice e immediata. Non ve ne era nemmeno bisogno, a seguito delle risposte mandatemi. Tuttavia, ripetere fa sempre bene...
Il nostro caro e appassionato amico Umberto freme dalla voglia di scatenarsi nella dinamica relativistica. Lo ammiro, lo capisco benissimo e penso anche che non sia il solo. Posso assicurarvi che sto già preparando le lezioni corrispondenti, facendo opera non facile di sintesi e di selezione. Penso che, alla fine, saranno contenti tutti, sia i meno preparati che i più smaliziati. Tuttavia, non voglio farmi convincere ad accelerare i tempi. Vorrei dare il meglio di me, senza fretta, ma anche completare il bagaglio culturale necessario per affrontare la parte più esaltante della RR con la dovuta preparazione di base. Eccovi, quindi, un piccolo antipasto, che non dice niente di significativo, ma che cerca di inquadrare la problematica sotto vari punti di vista e che, spero, faccia digerire meglio gli integrali.
Ne avevamo parlato a lungo, ma giustamente si può anche tornare “a bomba” e vedere come sia le leggi del moto di Newton che lo sviluppo in serie possano risolvere il paradosso di Zenone, senza troppe parole.
Calma, ragazzi. Non voglio assolutamente aprire un nuovo tema, di complessità tale che meriterebbe un’ampia serie di articoli e cognizioni di base ancora da affrontare convenientemente. Voglio solo fare un po’ di scienza fantastica o di fantasia scientifica (non veramente fantascienza, però), riguardo alla visione più classica della struttura a grande scala dell’Universo conosciuto e a come, ancora una volta, la Natura riproponga i suoi schemi e le sue immagini ricorrenti. Niente di più che una “preghiera” lanciata verso l’armonia dell’Universo. "Semel in anno licet insanire" (una volta all’anno si può impazzire): anch’io butto lì un’ipotesi campata in aria… da prendere per quello che è, ovviamente.
No, non sobbalzate sulla sedia. Non è ancora tempo per la dinamica relativistica. Umberto, però, è stato molto gentile nella sua richiesta e io mi sono reso conto che ho ancora un po’ di strada da fare per terminare gli integrali. Ho deciso, allora, di regalare a lui (ma non solo a lui, ovviamente) un piccolo assaggio sotto forma di quiz puramente matematico (per adesso, almeno). La soluzione è molto divertente e alla portata di tutti coloro che hanno seguito le derivate. Permette, tuttavia, di superare uno dei passaggi fondamentali per arrivare alla più celebre formula di Einstein. In questo modo non abbandoniamo gli integrali, ma possiamo dire di aver toccato E = mc2 molto da vicino…

Iniziano oggi una serie di avventure dal pianeta Papalla.
I nostri simpatici amici ci condurranno con la loro irresistibile simpatia in un viaggio dove il gioco e la fisica camminano insieme, dove il racconto dei fenomeni naturali si mischia volentieri con le storie papalliane.
Per rendere tutto ancora più semplice i racconti sono corredati da figure e animazioni... Cos'altro si può pretendere da nostri amici papalliani?
Che rispondano a qualunque domanda?
Non chiediamogli l'impossibile.... e poi non è questo lo scopo, semmai il loro intento è quello di suscitare domande e stimolare curiosità.
La curiosità, questa si che è un bene prezioso: senza porsi domande non si trovano risposte e senza curiosità non si cercano nuove risposte....
I papalliani, con il loro carico di domande, sono dei veri segugi e non si fanno ingannare dalle apparenze, c'è sempre qualche “perchè, perchè?” da sollevare.

Plutone ci sta deliziano con le sue caratteristiche così diversificate e inattese. Un corpo planetario che sembra ancora vivo e vegeto, in cui i vari ghiacci presenti sembrano fare di tutto meno che restare fermi e congelati… E, probabilmente, il bello deve ancora venire. Tuttavia, la vita di Plutone non è stata e non è facile: deve utilizzare tutta la sua “intelligenza” dinamica per evitare di scontrarsi con il padrone della zona, il gigante Nettuno.

Una semplice ed accattivante presentazione per far comprendere la "magia" dell'effetto lente gravitazionale anche ai bambini: provare per credere!
(E poi raccontateci come è andata...)

Oltre alle similitudini, tra tempo e spazio vi sono anche delle profonde differenze: anzitutto mentre esistono tre dimensioni spaziali ce n’è solo una temporale; in secondo luogo mentre la linea retta rappresenta la minima distanza tra due punti nello spazio, una traiettoria rettilinea rappresenta il massimo intervallo temporale tra due eventi nello spazio-tempo. Ma la più plateale differenza è che il tempo ha una direzione privilegiata, scorre inevitabilmente dal passato verso il futuro...
Ancora una volta, utilizzo un articolo apparso su Media INAF. Ma, questa volta, è una critica molto velata. Ciò che m’interessa di più è capire se una notizia che dovrebbe essere divulgativa, lo sia veramente e non crei, invece, solo confusione su argomenti che molti pensavano di aver capito. L’argomento riguarda l’effetto lente di Einstein sul quale abbiamo, recentemente, parlato molto. Vi chiedo, perciò, di leggere la nota e di dirmi se e cosa avete realmente capito. Le vostre risposte mi saranno molto utili per pianificare sempre meglio i metodi di divulgazione realmente efficienti. Più che un articolo questo è puramente un sondaggio!
Spesso e volentieri, gli svarioni e le confusioni, che leggo nel web, mi spronano a cercare di chiarire fenomeni e concetti che non sono così semplici come probabilmente credevo. Mi dico sovente: “Gli esami non finiscono mai” e se si vuole compiere un’opera di buona divulgazione bisogna continuare a migliorarsi, con grande umiltà culturale. Ultimamente, mi sono reso conto che i buchi neri comportano problemi interpretativi che ingigantiscono quelli che in realtà possiedono. Se è meglio attendere prima di addentrarci nella problematica generale, cerchiamo, almeno, di eliminare eventuali fraintendimenti che troppo spesso vedo aleggiare nella rete, senza veder far molto, invece, per semplificare e chiarire…
Solo un accenno per quei pochi (spero) che rimangono in confusione quando leggono inesattezze molto pesanti e fuorvianti. Gli altri non ci facciano caso…