Continuiamo il nostro discorso sull’allineamento dei pianeti. Per adesso, consideriamo come allineamento quello relativo ad oggetti che stiano tutti dalla stessa parte rispetto al corpo celeste centrale e introduciamo il fondamentale periodo sinodico.
Una recente lettura mi ha richiamato articoli più vecchi e un po’ alla volta ho pensato che era giusto mettervi al corrente di certe mie elucubrazioni mentali. Non sono nuove teorie, state tranquilli, ma solo pensieri in libertà che, però, sembrano sempre più avere basi reali e concrete. Una delle meraviglie più grandi della vita, il processo quasi perfetto per eccellenza, la fotosintesi, è risultato essere frutto, ancora una volta, delle proprietà della meccanica quantistica e dell’entanglement, in particolare. L’intreccio di particelle, il fiore all’occhiello di tutto l’Universo, che probabilmente, prima o poi, vedremo dominare qualsiasi sistema macroscopico, non solo di nascosto ma in modo generale e totale. Ricordiamoci che tutte le particelle sono nate assieme o -almeno- i loro progenitori. Ne è venuta fuori una mia personale definizione di … intelligenza. Ho inserito un asterisco, dato che l’argomento dovrebbe interessare tutti, ma anche un numero infinito, dato che di fronte a certe ipotesi siamo tutti neonati.
Torniamo rapidamente sul recente Nobel per la fisica che si collega all’esistenza delle oscillazioni dei neutrini. Il tutto parte, in pratica, da un’idea del grande Giulio Pontecorvo (anni ’50 del secolo scorso). I due premi Nobel (giapponese e canadese) hanno dimostrato la validità della teoria del nostro fisico attraverso osservazioni dirette. Il che ha subito una ricaduta fondamentale: la sicurezza che il neutrino possieda una massa. Il che, però, porta a un’altra possibile conseguenza che già era considerata valida quando ero molto giovane: i neutrini sono tanti, quasi come i fotoni, e, se avessero massa, tutta la Cosmologia dovrebbe tenerne conto e in particolare la densità dell’Universo. A chi chiedeva: “Quale sarà la fine dell’Universo?” si rispondeva: “Tutto dipende dalla massa del neutrino”. Oggi la materia oscura più esotica prende sempre più piede, pur non avendo nessuna controprova osservativa. Pochi si ricordano (o vogliono ricordarsi) che il neutrino potrebbe essere una validissima spiegazione se solo avesse una massa, cosa che oggi è stata dimostrata.
Solo un accenno, ma ci torneremo sopra... Il premio Nobel per la Fisica è stato assegnato al giapponese Takaaki Kajita e al canadese Arthur B. McDonald per la loro scoperta della doppia identità del neutrino, che comporta una particella con una massa non nulla. Piccolissima, ma non nulla. Una scoperta che apre nuovi orizzonti nella fisica della […]
La determinazione della massa di una stella è un problema veramente enorme per gli astronomi ed è un vero peccato dato che è proprio la massa a condurre le danze dell’evoluzione stellare. La faccenda si semplifica un poco quando la stella ha una compagna e il sistema rivolve attorno al comune baricentro seguendo le leggi di Keplero. Tuttavia, molti parametri rimangono incerti e la determinazione finale non è sempre molto precisa. Comunque è meglio di niente. Ma se la stella è isolata? Beh… il problema diventa veramente insormontabile se non facendo ricorso a leggi empiriche. Tuttavia, una recente ricerca sembra aver trovato un metodo osservativo diretto in grado di determinare la massa di una pulsar anche se solitaria. La stessa ricerca regala informazioni che possono essere fondamentali per la comprensione della materia che forma questi “fari” spaziali. Se la strategia funzionasse davvero (e sembra proprio di sì), sarebbe un grande salto di qualità.
Se la Relatività Ristretta (RR) permette di descrivere l'Universo e le leggi fisiche dei sistemi inerziali attraverso poche formule fondamentali basate su un numero ristretto di postulati, lo spaziotempo di Minkowski e il corrispondente diagramma ce ne regalano una visione grafica di grande generalità. Tutto l'Universo soggetto alla RR può essere rappresentato in un foglio di carta, utilizzando due sole coordinate. Il diagramma di Minkowski permette di comprendere appieno e di visualizzare direttamente la RR. Le sue applicazioni sono enormi e si estendono anche alla Relatività Generale.
Ne abbiamo già parlato in vecchi articoli, ma non è mai male ripetere certi concetti, soprattutto dopo che ne abbiamo dato una visione fisica e matematica. Accenniamo quindi al meccanismo di confinamento che permette di sopravvivere all’anello f e descriviamo brevemente le ultime scoperte a riguardo che sembrano definire la tempistica della sua formazione.
Risolviamo rapidamente il quiz sull’energia necessaria per cambiare orbita circolare a un satellite e descriviamo in modo molto semplice il sistema più noto, utilizzato in pratica, per ottenere il guadagno di energia . Un breve accenno anche al momento angolare. Quanto proposto non è che un piccolo richiamo di meccanica classica che spero metta chiarezza nella confusione che spesso si fa sul web…
Leggo in questi giorni che torna in auge l’ipotesi delle particelle capaci di trattenere l’energia elettromagnetica senza disperderla. Qualcosa come tirare un sasso in un lago e non vedere le onde che si propagano. Se applicata alla tecnologia avrebbe risvolti enormi, dato che non si correrebbe il rischio di disperdere l’informazione contenuta nel campo elettromagnetico. Tuttavia, l’idea non è certo nuova e geniale come si vorrebbe far pensare. Vale la pena richiamare studi precedenti che riportano al grande Majorana.
Vorrei parlarvi di trasferimento orbitale, in particolare del più semplice tra i tanti metodi utilizzati per passare da un’orbita circolare a un’altra orbita circolare. Mi chiederete perché? Bene. La risposta si ricollega al celebre anello f di Saturno, l’anello che non DOVEVA esistere e che, invece, sopravvive così stretto grazie ai suoi due satelliti pastore. E’ uscito da poco un articolo che propone un’ipotesi di formazione, ma, prima di parlarne, vorrei richiamare il concetto di cambiamento orbitale a seguito di un guadagno o di una perdita di energia, il meccanismo su cui si basa proprio l’esistenza dell’anello f. Anticipo tutto con un piccolo QUIZ…
Sappiamo bene che uno dei più grandi problemi collegati ai modelli che descrivono la nascita e l’evoluzione dell’Universo sta nell'enorme disparità tra materia e antimateria. In poche parole, non si capisce ancora perché la prima sembra aver vinto alla grande contro la sua sorella “speculare”. Tutto ciò che ha carica positiva dovrebbe esistere con carica negativa e viceversa. Non voglio entrare nei dettagli e tra poco capirete perché.
Di seguito una presentazione in powerpoint che è stata utilizzata per divulgare nell'ambito di conferenze pubbliche il celebre esperimento della doppia fenditura, emblematico per "comprendere" come mai è impossibile comprendere la Meccanica Quantistica. Buona visione! PRESENTAZIONE ELEMENTARE DELLA MQ: Esperimento della doppia fenditura QUI la presentazione in formato pdf "Le cose di cui […]
Per parlare di onde gravitazionali bisognerebbe avere ben chiara la Relatività Generale e tutte le sue formule. Tuttavia, per gli scopi attuali di questo circolo possiamo usare delle spiegazioni semplificate (ci sarà tempo per renderle sempre più tecniche). Ho notato un po’ di confusione e, allora, cerco di eliminare i dubbi principali. Non prendete la trattazione, però, come qualcos di veramente “professionale”…
Tempo fa avevamo parlato di esperimenti eseguiti da studenti attraverso palloni aerostatici per lo studio della sopravvivenza di batteri terrestri in condizioni simili allo spazio interplanetario. Siamo ancora in attesa delle risposte definitive, ma il lavoro del gruppo estremamente attivo continua a bordo degli aerei di linea. Siamo in tempo di ferie e una fiala piena di bollicine dovrebbe farci riflettere un poco…
Pescare le onde gravitazionali è come pescare un grosso e furbissimo pesce. Ci vuole molta sensibilità e il luogo adatto. Il nuovo LIGO forse ci riuscirà a fine anno, pescando negli ammassi globulari.
Per definire e descrivere il momento angolare e le sue proprietà è bene partire fin dall'inizio. Ed ecco che prima di arrivare a lui facciamo la conoscenza dei vettori, delle loro operazioni, della quantità di moto e dei principi della dinamica: una specie di riassunto di gran parte della dinamica classica. Senza dimenticare, ovviamente, la conservazione della quantità di moto e del suo figliolo momento angolare. Per far ciò useremo qualche colpo di scherma, un po' di Divina Commedia, qualche vite e/o qualche mano destra. Infine, mediante l'applicazione del momento angolare a un sistema particolare, introdurremo la dinamica dei moti circolari che imitano quasi perfettamente quelli traslatori o lineari.