Questo è un breve articolo a sé stante che, però, mette in evidenza un problema normalmente sottovalutato o -addirittura- dimenticato, che ha un’importanza enorme nel comprendere la differenza tra meccanica newtoniana e relatività generale. Vale la pena richiamarlo, dato che i buchi neri stanno “strapazzando” il nostro povero spazio-tempo.
Ancora un passo in avanti nello studio dei moti rotazionali. Introduciamo un nuovo “momento” e deduciamo la legge che regola la dinamica del momento angolare. Qualcosa di estremamente simile a quanto trovato per la quantità di moto.

Questo articolo lo consiglio vivamente per due motivi essenziali. Innanzitutto, perché mostra come il mistero delle tre eclissi solari di Giove da parte di Callisto sia un’applicazione semplice e perfetta del moto apparente dei pianeti nella volta celeste, niente di meno e niente di più. Inoltre, perché dimostra come gli antichi greci sarebbero stati perfettamente in grado di spiegarlo e prevederlo senza computer e programmi “a scatola chiusa”. In altre parole, chi conosce e ha capito il moto apparente dei pianeti DEVE automaticamente comprendere anche questo “mistero” tutt’altro che misterioso.
Chi ha mai detto che per fare un buco nero ci vuole una stella enorme e che questa debba morire in modo molto spettacolare? Tutti? No, non crediamoci. Qualcuno, o forse molti, dicono anche che solo la mente eccezionale di Einstein e le sue teorie rivoluzionarie hanno fatto pensare a questo “oggetto” così misterioso e terribile. No, non crediamo nemmeno a loro. Basta conoscere la meccanica di Newton, avere qualche strumento d’avanguardia (cercatelo sul web…) e potremmo costruirci il “nostro” buco nero da mettere sotto l’albero...

Lo, lo so, non picchiatemi. Avevo promesso di scrivere articoli brevi e invece ve ne propino uno piuttosto lungo. Tuttavia, ci sono almeno tre ragioni per non avere mantenuto la promessa. Innanzitutto, la prima parte riprende tale e quale quanto già scritto non molto tempo fa e quindi è né più né meno che un ripasso. La seconda è estremamente intuitiva e banale, soprattutto dopo aver seguito l’avventura di CE & Co. La terza, un po’ più “complicata”, non è divisibile: lo spazio-tempo galileiano deve essere mandato giù tutto assieme come una medicina… Non fatevi ingannare dall’apparente semplicità del diagramma. Deve diventare un amico fraterno e senza segreti se vogliamo proseguire verso quello di Minkowsky.
Abbiamo trovato la forza di marea in tanti luoghi dell'Universo: dalle galassie, ai buchi neri, agli oceani terrestri, fino ai piccoli asteroidi che si avvicinano troppo a un pianeta. Sembra agire in modo diverso, ma è sempre la stessa. Penso di fare cosa gradita a molti nel voler riunire vari articoli e descrivere sia come si determina sia come agisce. Un solo asterisco per chi vuole limitarsi ai concetti, tre per chi vuole seguire anche i calcoli.
Anche se già si erano avute avvisaglie, un recente studio ha compreso il meccanismo che può permettere all’occhio umano di “vedere” anche la luce infrarossa. Le applicazioni sono soprattutto in campo medico, ma, dato che si parla di fotoni, mi è sembrato giusto darvene notizia…

Ripropongo un vecchio articolo che penso possa essere di interesse generale. Tra un po' lo inserirò tra gli approfondimenti. Ho cercato di fare un discorso un po’ più ampio del necessario anche per cercare di divertire i più piccoli (tramite i genitori, i nonni e le sorelle e i fratelli maggiori). La conclusione sarà, comunque, molto seria e scientifica.
Non abbiate paura, non sono entrato in un discorso sociale o mistico o quello che volete. Stiamo sempre parlando di velocità e di quantità di moto. Quest’ultima, come sapete, è una grandezza fenomenale che mostra tutta la sua perspicacia. Sa che a volte non può conservarsi, ma si costruisce una creatura che riesce a farlo anche in condizioni per lei insormontabili. Entra in scena il nostro attore principale!

Mentre andiamo avanti piano piano con la relatività ristretta, voglio riproporre ai più esperti un metodo elegante e “osservativo” per risolvere il paradosso dei gemelli, basandosi solo sulla teoria che stiamo costruendo. Gli altri possono già leggerlo, ma diventerà del tutto comprensibile quando ne sapranno di più. Magari lo metterò in evidenza al momento opportuno e lo inserirò all'interno della relatività. Ancora una volta vedremo quanto sia importante la meccanica classica e lo studio delle funzioni. Tra velocità della luce variabile e orologi che perdono “colpi”, cerco di accontentare un po’ tutti… Ah... state tranquilli che non ho dimenticato il momento angolare e nemmeno la matematica. Che bello essere in pensione e non avere niente da fare!
No, non illudetevi… non introduciamo ancora nessun argomento legato alla velocità della luce e alle trasformazioni di Lorentz. Bisogna prima preparare per bene il terreno. Innanzitutto, capire cos’è lo spazio-tempo, inteso come sistema di riferimento quadrimensionale in cui è possibile identificare perfettamente un evento. In altre parole, ciò che normalmente chiamiamo posizione di un punto nello spazio a tre dimensioni deve trasformarsi in evento nello spazio-tempo a quattro dimensioni. La matematica lo permetterebbe facilmente, ma noi preferiamo arrivarci con il ragionamento. Vedrete che non è “tempo” perso!
Non ce la caveremo con poche puntate… potete esserne certi. Sia perché voglio andare avanti con i piedi di piombo (un po’ come se il mio orologio rallentasse…), sia perché di materiale da esporre ce n’è veramente tanto. Alla fine metterò tutto assieme, ma sarebbe molto meglio seguire le singole puntate, in modo da evidenziare subito eventuali problemi interpretativi. Ricordatevi, però, che tutto ciò che dirò, cercando di esprimerlo con una semplice geometria, è basato solo e soltanto su un approccio squisitamente matematico. Insomma, non amare la matematica vuol dire non amare la Scienza…
Ho pensato di riproporre questo articolo già apparso tempo fa, arricchendolo di qualche considerazione in più. In tal modo si capirà meglio il significato di pianeta nano e ci si renderà conto che Vesta è un oggetto veramente “maturo”, che non cerca inutili polemiche. Fortunatamente, non ha innescato, come Plutone, una squadra di tifosi esagitati che di corpi celesti hanno capito ben poco, anche se -forse- ne aveva qualche motivo in più…

Se io rispondessi di no, qualcuno potrebbe dire che la Luna sta cadendo sulla Terra. Troppo spesso, infatti, si sente dire che la Luna non cade perché la forza centrifuga si oppone a quella centripeta. Purtroppo, c’è molta confusione a riguardo. Non ci resta che utilizzare la Luna per risolvere il problema. In questo articolo si ripassano velocemente i principi della dinamica e non solo. E’, quindi, estremamente sintetico. Ogni frase (anche se ripetuta, come mio solito) va compresa appieno perché definisce, spesso, concetti fondamentali per la comprensione della meccanica classica.
No, non sono impazzito… Il verso che riporto si riferisce al Canto VII dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il grande poeta è già stato tirato in ballo parlando di relatività galileiana. Non mi sono certo fatto scappare l’analogia degli avari e dei prodighi, che trascinano enormi macigni, con la quantità di moto e la sua conservazione. Arte, poesia, matematica, fisica sono immagini e descrizioni, solo apparentemente diverse, della stessa Meraviglia che è l’Universo.
Attenzione: i due asterischi valgono solo per chi ha "digerito" i concetti fondamentali della derivata...
Con le “poche” nozioni che abbiamo imparato sulla meccanica quantistica possiamo permetterci di descrivere l’effetto tunnel in modo estremamente semplice. Lo faremo con diversi esempi che ovviamente si riconducono a una singola teoria. Ancora una volta, gioca un ruolo decisivo il “solito” principio di Heisenberg…