Non abbiate paura. Aspetto ancora un po’ a iniziare la relatività speciale di Einstein. Nel frattempo, però è meglio prepararle la strada. Ricordiamoci, infatti, che il grande fisico ha essenzialmente fatto un lavoro da “ape”, raccogliendo di qua e di là e mettendo insieme i vari pezzi attraverso geniali intuizioni. Ancora una volta tutto è nato con il problema dell’etere. Facciamo, però, un passo indietro e parliamo soltanto di relatività. Eccovi un piccolo QUIZ che mi vergogno a proporre, ma che ci permetterà di fare un po’ di storia della Scienza.
In questo articolo ci dedichiamo all’esperimento della doppia fenditura e ci accorgiamo che è diventato veramente banale e intuitivo. La QED lo descrive in modo perfetto e … “logico”. Anche la parte più assurda ha una "spiegazione" più che convincente.
Prima di passare alla QED più concreta, dobbiamo affrontare un concetto non del tutto elementare. Esso ci riporta agli sforzi che abbiamo cercato di fare quando abbiamo detto di NON pensare che le diverse traiettorie che partono da una sorgente rappresentino effettivamente singoli fotoni. Esse sono le possibili traiettorie di un singolo fotone. Per entrare veramente nella QED è ora di non fare più questo tipo di confusione. Prima potevamo anche permettercelo, d’ora in poi no.
Anche se al nord il tempo non sembra ricordarlo, siamo comunque giunti a ferragosto. Il momento migliore per lanciarvi un piccolo quiz di fisica, anche perché si riferisce a una barca su un lago, situazione molto “estiva”. Non c’è bisogno di scrivere formule… ma solo di ragionamento.
Questo è forse l’articolo più complicato scritto finora. Non come concetti espressi, ma come procedimento da seguire passo per passo. Ci vogliono calma e pazienza. Troveremo, però, un'altra assurdità apparente della QED, che però risolveremo abbastanza velocemente. Capiremo anche perché essa non conosce la parola “approssimazione”.
Solo una piccola riflessione su quella che continuiamo a chiamare “vita normale”, basata su leggi apparentemente logiche e prevedibili. Temo che non solo Dio giochi veramente a dadi, ma che si stia proprio disinteressando dell’uomo e delle sue azioni. Forse ha perso qualsiasi speranza…
“Ho già visto molti gatti senza sorriso, ma mai avevo visto un sorriso senza gatto”. Così Alice si rivolge allo Stregatto, quando lo vede scomparire, lasciando sul posto solo i suoi denti smaglianti. Un paragone troppo ghiotto per una nuova assurdità della MQ, prima soltanto prevista e oggi anche pienamente verificata da un esperimento. Ma, questo è solo l’inizio per una ben diversa visione delle proprietà delle particelle poste a distanze cosmiche.
Con questo articolo introduciamo una nuova operazione o -se preferite- trasformazione, che viene applicata alle frecce di probabilità. Finora abbiamo imparato a combinarle eseguendo una specie di somma. Adesso impariamo a… moltiplicarle. Niente a che vedere, però, con il prodotto vettoriale. Perderò molto tempo per cercare di far notare la fondamentale differenza tra le due operazioni dato che ci serviranno per la trattazione futura. Alcune cose andranno ancora prese per buone, ma la spiegazione non tarderà ad arrivare. Gli elettroni si avvicinano…
Un momento di pausa tra frecce, ampiezze, cronometri e fotoni dispettosi e imprevedibili. Tra gli infiniti diagrammi costruibili, con il geniale approccio di Feynman alla MQ, ve n’è uno diventato celebre non tanto per il significato scientifico che esprime, quanto per il nome che gli è stato dato: pinguino. Una simpatica storia di particelle elementari, di freccette (quelle vere, però) e di una scommessa…
Questa volta affrontiamo due argomenti veramente sorprendenti oltre che importanti. Innanzitutto, il problema della fenditura troppo stretta che ci porta automaticamente al principio d’indeterminazione di Heisenberg (e dico niente…). Per concludere, poi, introduciamo la lente. La QED la descrive come un puro trucco probabilistico di una semplicità e ovvietà disarmanti.
Il titolo sembra una formula, ma non lo è. Sintetizza un dubbio che ancora nessuno è riuscito a risolvere. Come si comporta l’antimateria rispetto alla gravità? Se tanto mi dà tanto dovrebbe reagire in senso inverso alla materia. Ma le cose non sono così semplici…
Smettiamo di … “riflettere” e affrontiamo quel fenomeno che solitamente chiamiamo rifrazione. Lo spieghiamo o -meglio- lo descriviamo solo attraverso la QED e le sue regole. Ci aiuta in questa operazione un bagnino non solo impavido, ma anche calcolatore. Vi è, inoltre, un piccolo esercizio per tutti…e la spiegazione semplicissima del perché la luce SEMBRA andare in linea retta: basta scegliersi dei vicini di casa che collaborano volentieri. Forse l’uomo dovrebbe imparare a convivere con il suo prossimo, proprio come insegna la MQ. Mamma mia, quanta carne al fuoco!
Continuiamo a “lavorare” con uno specchio e vediamo come certe cose che sembrerebbero impossibili, possono invece accadere. Troppa logica “comune” esclude, a volte, possibilità che in realtà esistono e vengono anche usate nel mondo di tutti i giorni. Entreremo, in qualche modo, proprio nel cuore della MQ.
Da alcune domande temo di non essere stato troppo chiaro e di avere usato un metodo di descrizione che potrebbe portare a piccole, ma importanti incomprensioni. Avrei preferito parlarne dopo, ma forse è meglio così…
Imparate le semplici regole che descrivono il mondo delle probabilità, il nostro fotone comincia a mostraci come riesce a produrre i fenomeni che accompagnano la realtà quotidiana. Iniziamo con uno dei più famosi: la riflessione. Teniamoci forte e liberiamo le menti da condizionamenti e preconcetti profondamente radicati.
Una recente ricerca, in corso di svolgimento, si lega perfettamente all’inflazione e alla teoria dei multiversi. Va bene la teoria, ma perché non cercare, sulla base di essa, di individuare possibili prove osservative in grado di dimostrare con i metodi della classica ricerca scientifica la validità della teoria? Forse è un’illusione, ma la MQ ci ha stupito ben più di una volta. Chissà…