Facciamo un po’ di chiarezza sull’importanza di una recente scoperta relativa al sistema planetario di 55 Cnc. Sembrerebbe che tutto si riduca ad avere risolto il problema di un’apparente stabilità di due grandi pianeti troppo vicini alla stella e destinati, teoricamente, a scontrarsi tra loro o a essere ingoiati dall’astro centrale. Sicuramente, è sempre bello risolvere un mistero, ma la cosa più importante è, in questo caso, il MODO con cui si è risolto il problema.
I dubbi sulla forza centrifuga hanno creato una situazione che ho sempre cercato di evitare: spiegare velocemente ciò che vorrei spiegare con calma, rigore e semplicità. Ben vengano le domande, ma su cose già scritte e non su quello che ancora deve fare la sua comparsa.Vi allego, quindi, la scaletta che intendo seguire per non rischiare un'inutile confusione.
Se io rispondessi di no, qualcuno potrebbe dire che la Luna sta cadendo sulla Terra. Troppo spesso, infatti, si sente dire che la Luna non cade perché la forza centrifuga si oppone a quella centripeta. Purtroppo, c’è molta confusione a riguardo. Non ci resta che utilizzare la Luna per risolvere il problema. In questo articolo si ripassano velocemente i principi della dinamica e non solo. E’, quindi, estremamente sintetico. Ogni frase (anche se ripetuta, come mio solito) va compresa appieno perché definisce, spesso, concetti fondamentali per la comprensione della meccanica classica.
Utilizzando la tecnica di microlensing si è forse scoperto il primo satellite di un pianeta vagabondo. Tuttavia, non vi è certezza, dato che potrebbe anche essere una stella accompagnata da un pianeta gigante. E’ sempre questione di distanza. Purtroppo, non abbiamo a disposizione una seconda possibilità e dobbiamo restare nel dubbio in attesa di abbinare queste scoperte a una misura di parallasse trigonometrica.
Anche se tutti se l’aspettavano, ora si può essere praticamente certi. Encelado, il satellite di Saturno, possiede un oceano a 50 km di profondità sotto il polo sud. La sua esistenza non è stata provata attraverso dati chimici, ma attraverso un attento studio del campo gravitazionale della piccola luna.
E’ un momento in cui la polarizzazione va alla grande. Forse (e dico forse) è proprio questa caratteristica delle onde elettromagnetiche che ha dimostrato indirettamente l’esistenza dell’inflazione dell’Universo… e dico poco! Tuttavia, prima di affrontare di petto come le onde gravitazionali polarizzano la radiazione elettromagnetica, e come tutto ciò possa essere analizzato nella radiazione cosmica di fondo (i media parlano solo di questo), sarebbe fondamentale capire molto bene cos’è la polarizzazione. Questo articolo ha questo semplice scopo…
Una recente ricerca teorica sulle stelle di neutroni ha stimolato un confronto molto interessante tra i due oggetti più “estremi” del Cosmo: le stelle di neutroni, appunto, e i buchi neri. Penso possa essere utile proporvela, soprattutto per comprendere meglio l’essenza di questi oggetti al limite della fisica.
Il titolo si rifà a un articolo uscito da poco. Ovviamente ci riferiamo nuovamente ai buchi neri galattici. Tuttavia, questa ricerca ha veramente dell’incredibile, non tanto per il processo di determinazione usato (abbastanza comprensibile e logico), quanto per l’accuratezza dei dati necessari alla sua applicazione. Non per niente è stato usato il telescopio più potente a nostra disposizione: quello di Einstein!
In questo articolo mostriamo un effetto ben noto a tutti voi e che si “prova”direttamente, correndo a grande velocità. Se poi vi spostate, tenendo in mano quel bellissimo e comunissimo insieme di semi che formauna specie di sfera (vedi figura) prodotto dal tarassaco (dai fiori gialli e spesso infestante), vi accorgete che la pressione che sentite sul viso è in grado di staccare i semi e lasciare dietro di voi una scia di piccoli paracadute.
Studenti dell’Università di Leicester hanno svolto un’interessante ricerca che ha portato a un risultato piuttosto sorprendente: Bolt, l’uomo più veloce del mondo, potrebbe facilmente volare su Titano!
Continuiamo a giocare a biliardo (in modo più realistico), preparando il terreno a delle palle molto particolari e a effetti quantistici come quello fotoelettrico e quello Compton. Chissà quanti giocatori di biliardo, vedendo schizzare le due sfere in direzioni diverse, pensano che la stessa cosa stia capitando nel microcosmo delle particelle? Fatemi sperare che qualcuno lo faccia… Se no, pazienza: lo faremo noi!
Poche (personali) considerazioni sul “caso” dei buchi neri che non esisterebbero. In realtà, il tutto mi sembra -per quanto ho capito, leggendo rapidamente- un falso problema. Mentre ero dall’altro capo del mondo e non leggevo, ne hanno parlato molti giornali e si sono fatte speculazioni e discorsi anche fuorvianti. Cerco di fare chiarezza a modo mio…
Questo articolo non è facilissimo. Se volete prendervela con qualcuno, però, rivolgetevi a Supemagoalex… Sto scherzando, ovviamente. Ho commesso l’errore di parlare di effetto Compton, uno dei capisaldi nella problematica del dualismo delle particelle, e ora mi trovo invischiato nel gioco del biliardo. Ne sono, però, proprio contento. Vedremo, infatti, come anche i fenomeni quantistici hanno bisogno della fisica classica e in particolare della meccanica. E poi sarà un bel ripasso di matematica!
Abbiamo appena parlato di BOSS e BAO e di come la struttura a larga scala della materia visibile si possa ricondurre alle anisotropie del rumore cosmico di fondo ed essere estrapolata fino al brodo primordiale dell’Universo, quando materia e energia non si erano ancora separate. Tuttavia, vi è un altro effetto che permette di studiare in dettaglio la radiazione di fondo e le deformazioni causate su di lei dai primi grandi ammassi galattici. Un altro modo per stabilire alcuni paletti sulla distribuzione di massa originaria e sulle caratteristiche dell’espansione. L’argomento non è facile e cerco di semplificarlo al massimo…
I colori: che meraviglia! Ma cosa sono realmente? Parliamone un po’, unendo fisiologia dell’occhio, ottica fisica e pittura. Scommettiamo che troveremo informazioni poco conosciute? Senza parlare di meccanica quantistica e di origine dell'Universo, la Natura, anche quella più vicina a noi, può sempre stupire.
questa breve comunicazione vuole solo dirigervi all'odierno APOD (Astronomy Picture Of the Day) che mostra la nuova versione del celebre video "Potenze di dieci", in grado di farvi viaggiare dal più grande al più piccolo attore dell'Universo. Estremamente utile e divertente, è decisamente più affascinante di quello precedente. Buon divertimento! http://apod.nasa.gov/apod/ap140112.html