10/03/14

Dimmi come giri e ti dirò come mangi **

croce di Einstein

Il titolo si rifà a un articolo uscito da poco. Ovviamente ci riferiamo nuovamente ai buchi neri galattici. Tuttavia, questa ricerca ha veramente dell’incredibile, non tanto per il processo di determinazione usato (abbastanza comprensibile e logico), quanto per l’accuratezza dei dati necessari alla sua applicazione. Non per niente è stato usato il telescopio più potente a nostra disposizione: quello di Einstein!

06/03/14

Una meteora cosmica *

In questo articolo mostriamo un effetto ben noto a tutti voi e che si “prova”direttamente, correndo a grande velocità. Se poi vi spostate, tenendo in mano quel bellissimo e comunissimo insieme di semi che formauna specie di sfera (vedi figura) prodotto dal tarassaco (dai fiori gialli e spesso infestante), vi accorgete che la pressione che sentite sul viso è in grado di staccare i semi e lasciare dietro di voi una scia di piccoli paracadute.

24/02/14

9. Dal biliardo all’effetto Compton (seconda parte) ***

fig. 7

Continuiamo a giocare a biliardo (in modo più realistico), preparando il terreno a delle palle molto particolari e a effetti quantistici come quello fotoelettrico e quello Compton. Chissà quanti giocatori di biliardo, vedendo schizzare le due sfere in direzioni diverse, pensano che la stessa cosa stia capitando nel microcosmo delle particelle? Fatemi sperare che qualcuno lo faccia… Se no, pazienza: lo faremo noi!

17/02/14

Tanto rumore per nulla? **

Poche (personali) considerazioni sul “caso” dei buchi neri che non esisterebbero. In realtà, il tutto mi sembra -per quanto ho capito, leggendo rapidamente- un falso problema. Mentre ero dall’altro capo del mondo e non leggevo, ne hanno parlato molti giornali e si sono fatte speculazioni e discorsi anche fuorvianti. Cerco di fare chiarezza a modo mio…

20/01/14

9. Dal biliardo all’effetto Compton (prima parte) ***

Fig. 2

Questo articolo non è facilissimo. Se volete prendervela con qualcuno, però, rivolgetevi a Supemagoalex… Sto scherzando, ovviamente. Ho commesso l’errore di parlare di effetto Compton, uno dei capisaldi nella problematica del dualismo delle particelle, e ora mi trovo invischiato nel gioco del biliardo. Ne sono, però, proprio contento. Vedremo, infatti, come anche i fenomeni quantistici hanno bisogno della fisica classica e in particolare della meccanica. E poi sarà un bel ripasso di matematica!

17/01/14

Le deformazioni della radiazione di fondo ***

effetto Sunyaev-Zel'dovich cinematico

Abbiamo appena parlato di BOSS e BAO e di come la struttura a larga scala della materia visibile si possa ricondurre alle anisotropie del rumore cosmico di fondo ed essere estrapolata fino al brodo primordiale dell’Universo, quando materia e energia non si erano ancora separate. Tuttavia, vi è un altro effetto che permette di studiare in dettaglio la radiazione di fondo e le deformazioni causate su di lei dai primi grandi ammassi galattici. Un altro modo per stabilire alcuni paletti sulla distribuzione di massa originaria e sulle caratteristiche dell’espansione. L’argomento non è facile e cerco di semplificarlo al massimo…

15/01/14

Coloriamo il mondo **

fig.4

I colori: che meraviglia! Ma cosa sono realmente? Parliamone un po’, unendo fisiologia dell’occhio, ottica fisica e pittura. Scommettiamo che troveremo informazioni poco conosciute? Senza parlare di meccanica quantistica e di origine dell'Universo, la Natura, anche quella più vicina a noi, può sempre stupire.

12/01/14

Potenze di dieci

questa breve comunicazione vuole solo dirigervi all'odierno APOD (Astronomy Picture Of the Day) che mostra la nuova versione del celebre video "Potenze di dieci", in grado di farvi viaggiare dal più grande al più piccolo attore dell'Universo. Estremamente utile e divertente, è decisamente più affascinante di quello precedente. Buon divertimento! http://apod.nasa.gov/apod/ap140112.html

09/01/14

Anche i blazar usano il “playback” **

blazar

Molte riprese televisive di manifestazioni sportive usano normalmente l’effetto playback, che è diventato veramente essenziale, soprattutto quando il gesto atletico è improvviso e inaspettato. Poterlo rivedere fa capire molte cose in più, anche perché lo spettatore può dedicargli tutta l’attenzione richiesta. I blazar non sono da meno e ci offrono la stessa possibilità. Non ci resta che ringraziarli per questa gentilezza, ancora una volta basata sulle intuizioni di Einstein.

08/01/14

Gli esami non finiscono mai **

pulsar e nane bianche

Il grande Eduardo aveva proprio ragione. La relatività di Einstein è stata testata innumerevoli volte e ha sempre avuto ragione. Ciononostante, gli esami per metterla alla prova continuano sfruttando situazioni veramente al limite. Probabilmente, a un certo livello, si troverà una qualche discordanza. Intanto, però, resiste e come. Un punto su cui “gli amici del giaguaro” hanno sempre lottato con tutte le loro forze è il principio di equivalenza, che sembrerebbe essere uno dei punti più deboli. Un trio di stelle sembra essere il giusto laboratorio per una prova decisiva. Ne approfitto per parlare in modo molto semplice della relatività generale.

06/01/14

8. Questa o quella per me pari NON sono: il principio d’indeterminazione di Heisenberg **

fig.1

Non spaventatevi o non illudetevi: non voglio parlare di musica lirica e nemmeno del Rigoletto. Voglio solo tornare sulla meccanica quantistica. Un’ovvia conseguenza dell’esperimento della doppia fenditura, ossia dell’accertata strana natura delle particelle che possono assumere il comportamento di onde ma anche quello di corpuscoli ben definiti, è senza dubbio il principio di indeterminazione di Heisenberg. Lo voglio affrontare a parole, come si fa quasi sempre, ma anche -e soprattutto- con un’esperienza diretta che è una semplice appendice di quella di Feynman già ampiamente trattata e sviscerata. Vedremo anche che i concetti imparati sul limite, sullo zero e infinito, sul paradosso di Zenone, sugli intervalli “finiti” tipici della fisica, ecc., avranno un’applicazione molto “pratica”.

26/12/13

Le recondite armonie delle risonanze **

Hilda

Sarà perché è Natale o perché la meccanica celeste mi ha sempre affascinato, fatto sta che vorrei parlare del misterioso mondo delle risonanze orbitali. Esse sono figlie di una madre potente e illimitata: la forza di gravità. Eppure, riescono a lanciare segnali e informazioni, a cambiare drasticamente la Natura, attraverso silenziose azioni apparentemente trascurabili. Se la gravità è un suono assordante e immutabile, le risonanze sono una musica di sottofondo, una ricerca di equilibri e sfaccettature, degna di un grande compositore. Facciamo silenzio e cerchiamo di udire queste “recondite armonie”, anche se la loro spiegazione accurata va oltre i limiti di questo nostro gruppo di amici. Comunque, non abbiate timore, ce n’è abbastanza per rimanere ammaliati e ammirati sia della Natura che di coloro che sono riusciti a esprimerle in termini matematici. L’articolo è decisamente lungo, anche se l’argomento è stato solo sfiorato. Sbocconcellatelo lentamente durante le Feste…