Gira e rigira è sempre colpa (o merito) dei buchi neri. Essi servono da perfetti regolatori della formazione stellare, ma non hanno bisogno di essere mostruosamente massicci. Ne basta uno relativamente piccolo per schiacciare… l’interruttore.
E’ un periodo in cui si sta parlando abbastanza spesso di galassie che si spengono in tempi molto brevi. Facciamo un brevissimo riassunto, aggiungendo l’ultima novità.
E’ un momento in cui le galassie piccole stanno rubando la scena alle più grandi. Tuttavia, anche se vi sono bellissimi episodi di ribellione e di resistenza, vale una regola vecchia come il mondo (anzi come l’Universo): i vecchi, per mostrarsi sempre in forma e insostituibili, sfruttano spesso il lavoro dei giovani! Sbaglio o è una situazione che capita in tanti campi umani?
Piccolo può essere bello… ma anche molto resistente ed eroico. Un’avventura di ribellione e di libertà con un finale incerto.
Che le galassie collidano tra loro è ormai un dato di fatto. Questi incontri sono estremamente utili per la formazione stellare, in quanto agitano e comprimono il gas, requisiti essenziali per la nascita di nuove stelle. Riuscire a vedere scontri molto antichi vorrebbe dire confrontare episodi simili in situazioni diverse e capire sempre meglio l’evoluzione delle galassie e dell’intero Universo.
La news a cui accenno sembra a prima vista eclatante: scoperto il meccanismo attraverso cui l’unione di due galassie porta alla nascita di nuove stelle. Leggendo tra le righe, però, e senza farsi suggestionare dai tempi di calcolo usato, a me sembra proprio che la montagna abbia partorito un topolino. Ne approfitto per riflettere un po’ sui modelli al computer…
E’ stata definita come “serial killer”, ma, in fondo, potrebbe essere spinta solo dal bisogno di compagnia e di condivisione: più si è e meglio si sta. Le galassie funzionano spesso come aspirapolvere, inglobando tutto ciò che incontrano. NGC 1316 sembra rappresentare un caso emblematico.
Sulla Terra siamo abituati a innaffiare e concimare i semi e ci aspettiamo che nascano i fiori e poi -magari- anche la frutta. Ma se i fiori sono i buchi neri supermassicci sembra proprio che il concime e l’innaffiatura non siano sufficienti. Bisogna già partire da qualcosa di più complesso, forse già da una pianticella.
Materia oscura sì, materia oscura no… una specie di braccio di ferro che divide la Scienza. Sembrerebbe che la vittoria sia a portata di mano del SI, ma manca sempre la prova decisiva. Il “Ciccione”, un enorme ammasso galattico continua sulla stessa falsariga…
Chandra ha scoperto una vera e propria cometa di dimensioni galattiche. Guardando solo l’immagine X sarebbe molto facile concludere con questa affermazione. In realtà, la visione nell’ottico spiega l’intera faccenda come un fenomeno di collisione tra un gigante e un nano. Il risultato potrebbe essere applicato alle galassie in generale per scoprire incontri di questo tipo, invisibili nel visuale.
Questo articolo vuole fare il punto su un concetto che forse non è mai stato sottolineato a sufficienza. Un commento di Davide e una news abbastanza recente mi hanno spinto a fare una precisazione molto generale e un discorso molto più ampio e di carattere astro-etico-sociale
Una gigantesca nube di idrogeno sta puntando dritta verso la Via Lattea. Uno scontro la cui conclusione è ovvia: la nube-Davide non può che soccombere alla galassia-Golia. Basterà l’alone galattico, fortemente ionizzato, a distruggere l’intruso. Ne siamo proprio sicuri? Sembra proprio di no.
Alle galassie piace giocare. Penso che questa sia una constatazione ormai fuori da ogni ragionevole dubbio. Chiamateli incontri, fusioni, collisioni, fatto sta che le galassie sanno sfruttare molto bene la reciproca forza di gravità per inventarsi intrecci e soluzioni meravigliose, eleganti e spesso impreviste. Altro che i video giochi…