Un buco nero galattico è sempre considerato una specie di mostro che ingoia tutto quello che gli capita a tiro. Teniamo presente, però, che anche lui deve mangiare per mantenere in ordine la sua galassia. Come capita anche nella Natura che ci circonda vi è sempre un predatore che cattura una preda. Questa non è cattiveria… è solo sopravvivenza.
Sappiamo già benissimo che la materia oscura non si vuol far vedere (timidezza?), ma adesso sembra anche che sia “ritardata”, nel senso che la puntualità non è nelle sue corde. Cercare di farla esistere è sempre più difficile!
Parliamo di un record: la galassia la cui luce ha messo più tempo per arrivare fino a noi, che è stata osservata da ALMA. Un bel miscuglio che non poteva che regalarci qualche sorpresa.
Utilizzando le tecniche e gli strumenti odierni, è ancora possibile andare sempre più indietro nel tempo, se ci si impegna con lavori spesso noiosi e ripetitivi di archivio. Sicuramente snobbati da molti che preferiscono qualcosa che non si vede e che si può utilizzar sempre e comunque, più di un milione di quasar osservati dal telescopio gamma Fermi sono stati analizzati, estraendone un migliaio e cercando di ottenerne dati supplementari da altre osservazioni. Anni di lavoro, ma risultati eclatanti. Scoperto un blazar (Nucleo Galattico Attivo che spara il suo getto verso di noi) che ha mandato il suo segnale “solo” dopo 1.4 miliardi di anni dal Big Bang. E un problema, che ben conosciamo, si fa sempre più grande…
Detto in parole molto semplici (a parte i tentativi nemmeno troppo convincenti di riuscire a non sparare a raffica sulla materia oscura), la rotazione di tutti i tipi di galassie segue una legge simile che dipende direttamente dalla materia visibile. Se preferite, vi è una stretta correlazione tra la rotazione (o l’accelerazione radiale, che è la stessa cosa) e la materia barionica visibile. Il modello cosmologico si incrina notevolmente…
Anche ai buchi neri galattici piace lo “slow food”. No, non tanto la celebre associazione, ma il vero e proprio “mangiar lento”. D’altra parte lo dicono tutti i medici: masticare lentamente e ingoiare senza fretta. Si cresce meglio…
Sembra proprio che la nostra galassia, e le sue amiche del gruppo locale, non siano solo attratte dal superammasso di Shapley, ma siano anche spinte da una zona a bassa densità. In qualche modo, è come se le galassie fossero particelle cariche che vanno da un polo all’altro.
L’argomento è stato trattato più volte, con ipotesi alterne del tipo “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”. Cosa significhi il nuovo risultato in termini globali è ancora difficile a dirsi, ma sicuramente la costruzione tipo “Lego” sembra funzionare ed essere stata realmente osservata.
La nostra galassia ha una popolazione stellare non indifferente. Il numero è molto incerto ma si parla di almeno 100 miliardi di stelle (l'un per centro di esse le sta mappando il satellite GAIA). Esse, tuttavia, stanno al loro posto, rivolvendo attorno al centro della Via Lattea, dove regna sovrano il buco nero galattico. Una […]
L’immagine attorno a cui si sviluppa l’articolo è veramente qualcosa di prodigioso, anche se sembra una campo stellare banale e povero. Ciò che si vede è soprattutto ciò che non si potrebbe vedere: buchi neri galattici in via di formazione.
Vedere uno scontro di ammassi galattici è sicuramente uno degli spettacoli più impressionanti del Cosmo, ma riuscire anche a vedere come la collisione sia riuscita ad accelerare il gas lanciato da un buco nero galattico è un caso davvero unico: un dramma shakesperiano sbalorditivo!
Sembra proprio che le osservazioni ce l’abbiano proprio contro la materia oscura. Adesso ci si mette anche un nuovo enorme superammasso.
Il satellite Fermi, ha scandagliato il cielo in lungo e in largo alla ricerca delle sorgenti gamma, quelle capaci di inviarci i fotoni più energetici. Uno dei suoi scopi era quello di evidenziare, in qualche modo, la materia oscura. Bene, niente di niente. Anzi, la mappa ricavata distrugge anche molti modelli costruiti con la solita foga da … Nobel.
Sono lieta di comunicarvi che Vin-Census, nel suo lungo girovagare tra le stelle e i mondi abitati della galassia di Andromeda, ha da poco incontrato un suo vecchio amico, conosciuto all’inizio della sua avventura enoica: Mauritius, il cercatore di Universi. D’ora in poi pubblicheremo anche le storie che ci racconterà questo “strano” e simpaticissimo amico galattico, sempre che riesca a tradurli dallo zynkloniano all’italiano… eventualmente PapalScherzone mi aiuterà!
Potremmo partire con la parola “alieni” stellari per attirare un po’ di pubblico. Direi, però di evitarla (l’abbiamo usata da poco) e fare una similitudine più culturale e sicuramente azzeccata. Più si va verso il centro della galassia e più si va indietro nel tempo. Più si scava nei ruderi di antiche città e più si trovano i resti delle popolazioni primitive… Chissà che non si possa riuscire a trovare i resti della prima civiltà stellare?
Diciamoci la verità, fuori dai denti: cosa sia successo realmente nel periodo della grande nebbia, successiva alla brevissima luce del Rumore Cosmico di Fondo, non lo sappiamo ancora. Un po’ si parla di gigantesche galassie già formate, un po’ di piccole galassie che si uniscono come un puzzle.