Osservazioni radio, eseguite in Sud Africa, hanno mostrato che i buchi neri galattici di una regione del lontano Universo presentano i loro getti radio allineati lungo una sola direzione. Sicuramente una curiosità, che, però, potrebbe far comprendere le fluttuazioni primordiali della materia. Essi, con le loro galassie, potrebbero ricordare la struttura di quando erano ancora un'unica nube.
Astronomi dell’Università del Massachusetts hanno osservato alcune galassie talmente luminose che qualsiasi aggettivo normale appariva fuori luogo. E’ stato quindi scelto “outrageously” che sta per scandalosamente, oltraggiosamente. Il leader del gruppo di ricerca, Kevin Harrington, è ancora uno studente, ma il lavoro che ha svolto è di quelli che lasceranno sicuramente un segno nell’astrofisica.
Se avete intenzione di fare un viaggetto vicino a un buco nero galattico, è bene che mettiate nel vostro bagaglio una bella giacca a vento. Da quelle parti non si scherza.
Un sistema doppio di buchi neri ha permesso di determinare la configurazione geometrica e la rotazione del corpo principale, attraverso il valore enorme della precessione orbitale.
Il rumore cosmico infrarosso dovrebbe essere dovuto a galassie debolissime per lo più primordiali. Poco più della metà delle sorgenti sono state individuate come tali, ma una buona parte si riferisce a oggetti difficili da spiegare.
Sì, la galassia NGC 4569 li porta proprio al vento. Alcuni preferiscono chiamarla coda, ma la striscia che lascia dietro di lei mi fa pensare a bellissimi capelli. Capelli di idrogeno, strappati da un vento impetuoso. Cari amici, lo spazio tra galassie e galassie di un ammasso è tutt'altro che vuoto.
Capisco che una notizia sconvolgente come quella di ieri attiri l’interesse e la curiosità, le mie per prime. Tuttavia, il Cosmo va avanti e qualcuno potrebbe offendersi… magari un mostro non troppo lontano da casa nostra.
La nostra galassia sta correndo, come una pazza, verso una regione che appare misteriosamente vuota. Non lo fa solo lei, però, ma migliaia e migliaia di altre galassie. Molte se ne vedono, ma sicuramente manca “qualcosa” per spiegare questa fuga verso il centro. Materia oscura… sicuramente. Un attimo, un attimo… forse è meglio -prima- usare degli altri occhiali!
La nube di Smith è un enorme ammasso di gas che sta per entrare in collisione con la Via Lattea. Sicuramente darà luogo a una nascita stellare parossistica. Quando…? Tra non molto, circa 30 milioni di anni. Speriamo di esserci ancora… Nel frattempo, non sarebbe male cercare di capire che cosa è la nube di Smith. Un regalo spaziale o il risultato di un gioco di bambini, un po' cresciuti?
In un periodo di accese discussioni sui diritti civili, sulle adozioni, sulle discriminazioni razziali, sulla salvaguardia delle singole culture, anche l’Universo vuol dire la sua e lo fa con la solita eleganza e saggezza. Scusate se sto pubblicando articoli di astrofisica che sembrano più racconti o fiabe, ma lo faccio per pareggiare un po’ quelli più pesanti sulla dinamica relativistica e sugli integrali. Non tutto, ma di tutto e ... per tutti.
La nostra galassia contiene molta più materia di quanto si pensasse. Purtroppo essa risulta praticamente oscura solo perché non influenza significativamente la parte ottica. Ma c’è e come… e chissà quanta ce n’è davvero.
Una delle fasi più importanti e -in parte- ancora misteriosa nella storia dell’Universo riguarda il periodo che va da circa 380 000 anni fino a circa un miliardo di anni dopo il Big Bang. E’ la fase in cui si è costruito l’Universo odierno e si è permesso di … vederlo. La conosciamo abbastanza bene, in via teorica, ma nuove osservazioni hanno forse evidenziato lavori diversi per galassie diverse. Questo articolo l’ho scritto in modo molto divulgativo, sperando che raggiunga anche i più piccoli e i meno preparati. Ovviamente, ho esagerato con paragoni e similitudini. Ma, ormai, mi conoscete e sapete leggere tra le righe.
La lettura di un recente (interessantissimo articolo, in verità) mi fa pensare che la risposta al titolo sia proprio un bel SI. Tuttavia, sono solo un planetologo ed è facile che non abbia capito niente.
Pensiamo sempre che i tempi dell’Universo siano ben diversi dai nostri. Ciò capita, soprattutto, quando si parla degli oggetti più potenti del Cosmo, come i buchi neri galattici. Il loro pasto è uno dei fenomeni più energetici della Natura e non può che stupire il fatto che si sia vista la sua fine in un tempo umanamente breve, solo 2 anni!
Gli ammassi globulari sono personaggi alquanto strani dell’inifinito teatro del Cosmo. Essi rappresentano gruppi numerosissimi di stelle che non hanno voluto abbandonare il luogo di origine. Inoltre, sono tra gli oggetti più vecchi che hanno avuto la fortuna di osservare direttamente la nascita della galassia che li ospita, anche se solitamente in periferia. Vivere su di essi darebbe enormi emozioni. E se fossero anche le zone più adatte alla crescita di civiltà estremamente progredite?
Ancora una volta, utilizzo un articolo apparso su Media INAF. Ma, questa volta, è una critica molto velata. Ciò che m’interessa di più è capire se una notizia che dovrebbe essere divulgativa, lo sia veramente e non crei, invece, solo confusione su argomenti che molti pensavano di aver capito. L’argomento riguarda l’effetto lente di Einstein sul quale abbiamo, recentemente, parlato molto. Vi chiedo, perciò, di leggere la nota e di dirmi se e cosa avete realmente capito. Le vostre risposte mi saranno molto utili per pianificare sempre meglio i metodi di divulgazione realmente efficienti. Più che un articolo questo è puramente un sondaggio!