Piccolo può essere bello… ma anche molto resistente ed eroico. Un’avventura di ribellione e di libertà con un finale incerto.
Le gigantesche galassie ellittiche, al centro dei loro amassi, ne hanno viste di tutti i colori. E’ possibile che ancora riescano ad avere una regola interna, condivisa da tutta la struttura? MUSE, un fantastico spettrografo a tre dimensioni, ha dimostrato che è così.
Questa news è veramente di quelle “col botto”, sempre che sia confermata da future osservazioni, ma l’accurata analisi dei dati sembra dare alto credito alla sorprendente scoperta. Abbiamo, finalmente, identificato la regione in cui vive il nostro villaggio galattico.
Come nascano le galassie ellittiche giganti è stato teoricamente proposto da molto tempo, ma una cosa è la teoria e un’altra è l’osservazione diretta. Sembra proprio che i più efficienti telescopi mondiali siano riusciti nell’impresa.
Che le galassie collidano tra loro è ormai un dato di fatto. Questi incontri sono estremamente utili per la formazione stellare, in quanto agitano e comprimono il gas, requisiti essenziali per la nascita di nuove stelle. Riuscire a vedere scontri molto antichi vorrebbe dire confrontare episodi simili in situazioni diverse e capire sempre meglio l’evoluzione delle galassie e dell’intero Universo.
Perché si è costruito un radiotelescopio che copre le frequenze radio proprio sopra quelle commerciali? Una nuova ricerca di vita aliena amante della musica? No, un nuovo modo di studiare le galassie.
Normalmente vale la frase al contrario: “Se Maometto non va alla montagna…”, ma per i buchi neri sembra che il titolo dia la giusta spiegazione. Ovviamente, Maometto rappresenta il buco nero, costretto ad andarsi a cercare da … mangiare.
Le galassie vicine mostrano di formare con le loro satelliti strutture a disco con velocità coerenti, contro tutte le previsioni teoriche. La materia oscura vacilla, così come la classica visione della gravità. Non ci resta, forse, che spiegarle con la solita, assurda e utilissima MQ.
E’ notizia recente il risultato di un modello che simula la distribuzione delle galassie primigenie e che ipotizza un eccesso di galassie piccole e numerose. Ne abbiamo appena parlato, usando il titolo “piccole è meglio”. Dovremmo usare lo stesso titolo anche adesso, dato che osservando un “gigante” sono state trovate ben sette galassie quasi invisibili, piccole, molto tenui, dei veri e propri fantasmi.
Confermata ancora una volta, e analizzata in dettaglio, la macchia calda da cui sembrano provenire i raggi cosmici più potenti dell’Universo. Si spera di poterne sapere di più, migliorando il ricevitore, ma i costi sono "altissimi", quasi dell’ordine di molte tangenti italiane (ma non solo)…
Anche se non si riescono ancora a vedere, le galassie di piccole dimensioni potrebbero aver avuto un ruolo decisivo nella fase oscura dell’Universo e avere largamente contribuito alla trasparenza attuale dell’Universo.
Sì, è proprio vero. Cosa potrebbe mai fare l’Universo senza la materia oscura? Non ha ancora avuto nessuna conferma diretta, eppure sta risolvendo problemi di tutti i generi. Avete mal di schiena? Un bel massaggio di materia oscura e passa tutto. Un raffreddore non vi fa dormire? Una vigorosa spruzzata di spray oscuro e cadrete immediatamente tra le braccia di Morfeo. Sarà anche vera, ma mi sta diventando veramente antipatica, come quelli che devono mettere il naso dappertutto o come i tuttologi televisivi.
I buchi neri galattici rispondo a regole abbastanza precise dettate dalla decenza e/o dalla censura. Quelli costretti a vivere a stretto contatto con altri bagnanti sono obbligati a indossare un costume formato da una spessa ciambella di polvere. Quelli che si allontanano dalle spiagge più affollate sono decisamente liberi di fare quello che vogliono. Il perché, per adesso, non è assolutamente compreso…
La news a cui accenno sembra a prima vista eclatante: scoperto il meccanismo attraverso cui l’unione di due galassie porta alla nascita di nuove stelle. Leggendo tra le righe, però, e senza farsi suggestionare dai tempi di calcolo usato, a me sembra proprio che la montagna abbia partorito un topolino. Ne approfitto per riflettere un po’ sui modelli al computer…
Volevo quasi tralasciare questa news, dato che non cambia di molto ciò che già sappiamo succedere nelle galassie quando scaraventano lontane da loro le stelle fuggitive. Tuttavia, stiamo parlando di forza centrifuga e allora tutto ciò che scappa può essere interessante.
Nel caso di Loch Ness, l’esistenza di un “fossile” vivente è ancora tutta da dimostrare e sembrerebbe solo una trovata pubblicitaria. Nell’Universo non esiste la pubblicità e anche i fossili redivivi possono esistere. Magari a due passi da noi…