Una nuova ricerca condotta con l'aiuto del gigantesco telescopio Subaru ha scoperto una galassia che ha tutte le caratteristiche delle galassie più antiche, ma che è, invece, molto giovane.
Un buco nero super massiccio ha perso la sua "corona" e immediatamente essa è apparsa sotto forma di virus nel nostro piccolo mondo, dominato -a parole- da una creatura poco rispettosa nei confronti del Cosmo. Un altro degli scherzi di cui è capace l'Universo? Forse sì... e -magari- ce lo meritiamo.
Prima di parlare di una ricerca che potrebbe essere fondamentale, voglio ricordare con grande affetto chi l'ha portata avanti: Mariateresa Crosta dell'Osservatorio di Torino. Ragazza estremamente capace, simpatica e intelligente, in cerca di un posto, ha lottato con la calma di chi è sicuro dei proprio mezzi e c'è riuscita. Oggi, inoltre, potrebbe avere smontato del tutto il comodo castello di carte su cui si basa la materia oscura. Un "brava!" a lei e un bravo anche a Mario, guida della missione Gaia.
Cefeidi, stelle variabili fondamentali per l'astrofisica. La loro scoperta è merito di una donna, un pilastro della storia astronomica, che non ha purtroppo ricevuto i riconoscimenti che meritava. Ma a quei tempi il maschilismo era ancora più forte di adesso. Parliamone un po'...
Sembra quasi la risposta all'articolo appena pubblicato. Quando c'è un unione di buchi neri molto lontani ci si può aspettare un segnale di onde gravitazionali, ma non un segnale elettromagnetico. Tutti d'accordo? Nemmeno per sogno ed ecco un caso che potrebbe rivoltare la situazione.
Anni e anni di osservazioni e adesso i raggi gamma ci confermano che anche ai buchi neri non piace stare soli...
Ancora una volta, l'aiuto di un super computer sembra aver risolto uno dei problemi più aperti sulle origine delle galassie. In particolare quello della rapida crescita dei buchi neri supermassicci.
Non tutte le ciambelle vengono col buco? Sicuramente no... ma lo stesso capita anche tra le galassie. In realtà, tra le galassie è molto più facile vederle senza buco.
ALMA, malgrado il periodo poco favorevole alla ricerca sul campo, non perdona e ci regala un tassello importantissimo sulla relazione, probabilmente abbastanza burrascosa, tra buchi neri galattici e formazione stellare.
La domanda è sempre la stessa che si ripete da lungo tempo: "Come hanno fatto a crescere così in fretta i buchi neri supermassicci?". E la risposta continua a saltare da un capo all'altro, e non penso sia ancora quella definitiva.
C'è voluto lo strumento ESO's HAWK-I montato sul VLT nel deserto di Atacama per scoprire come la nostra galassia, apparentemente tranquilla al giorno d'oggi, abbia avuto una vita spericolata circa un miliardo di anni fa.
Che ci sia la mano del nostro amico Frank? Fatto sta che proprio dal Sud Africa ci giunge una delle immagini più spettacolari degli ultimi anni. Il telescopio 64 MeerKAT ha osservato un zona di cielo pari a circa cinque lune piene per circa 130 ore. L'ha osservato nelle onde radio, scegliendo proprio una regione priva di segnali di disturbo e ciò che è apparso è veramente qualcosa di straordinario: migliaia di galassie in piena attività durante il periodo chiamato "mezzogiorno cosmico".
E' inutile commentare ancora una volta le virtù di ALMA... anche perché questa volta ci ha dimostrato che l'inquinamento dei più "ricchi" è iniziato ben presto nell'Universo. Non c'è niente di nuovo sotto il... Big Bang. Greta pensaci tu!
Strepitoso ALMA! E' riuscito a immortalare una galassia polverosa primordiale senza fare uso dell'amico Einstein...
Molte galassie mostrano chiari segni di collisioni mutue e spesso ciò comporta un "faccia a faccia" dei loro rispettivi buchi neri supermassicci. Ma adesso si esagera, al centro di una galassia non molto lontana (circa 300 milioni di anni luce) i superbuchi neri sono addirittura tre!
Si chiama S5-HVS1 e il suo colore è stranamente bianco (ormai siamo abituati a vedere solo neri nelle finali di velocità). Oltretutto la sua massa è notevole (2.3 volte quella del Sole). Eppure nessuno riesce a batterla, raggiungendo una velocità di 1750 km/s.