Doveva essere solo un database di prova per testare le potenzialità del sistema, e invece il primo set di dati si è rivelato una miniera di scoperte, una più interessante dell'altra! Nane rosse e bianche finora sconosciute nostre vicine di casa, stelle iperveloci lanciate verso il vuoto intergalattico, incontri stellari ravvicinati nel futuro prossimo del nostro Sole, stelle variabili, quasar... in questo articolo l'ESA ci propone una panoramica di tutto questo, nel prossimo, dedicato al secondo rilascio di dati, ci aprirà le porte verso il teatro infinito del Cosmo!
Il primo rilascio di dati del satellite Gaia ha determinato un numero sorprendente di inaspettate scoperte scientifiche. E il bello è che ciò è niente in confronto a quanto ci si aspetta dal secondo! Parliamone...
La nostra galassia, ma quasi sicuramente non è la sola e potrebbe rappresentare la norma per quelle della sua grandezza, sembra che abbia concluso una sua vita produttiva iniziale per poi risvegliarsi anche se in modo molto meno violento.
Dopo aver preso confidenza con l'astrometria e averne ripercorso la storia dall'Antica Grecia ai giorni nostri, siamo finalmente pronti per entrare nel vivo della missione Gaia, attualmente in corso, il cui principale obiettivo è quello di realizzare la più grande e precisa mappa tridimensionale della nostra galassia, mappando l'uno percento dei cento miliardi di stelle che la compongono.
Un breve riassunto della storia dell'astrometria, sia visivo che... uditivo, prima di tuffarci nel vivo della missione Gaia. Buon ascolto!
I telescopi spaziali, non risentendo dei limiti imposti dall'atmosfera terrestre, fanno fare il salto di qualità all'astrometria. Negli anni '80 del secolo scorso, la missione Hipparcos segna l'inizio della nuova era e lascia un'eredità inestimabile che verrà raccolta e dalla missione Gaia, all'inizio del nuovo millennio!
A volte le metropoli fanno in fretta a raddoppiare i propri confini. Forse è capitato anche alla nostra città galattica, ma solo perché non si era mai andati a vedere attentamente la nostra periferia, tralasciando certi modelli troppo in fretta accettati senza dubbio alcuno ...
Continuiamo a ripercorrere l'evoluzione della mappatura del cielo nella storia della scienza, grazie agli splendidi articoli dell'ESA che stiamo traducendo. Questa volta parleremo di come l'invenzione del telescopio abbia impartito a tale evoluzione un ritmo senza precedenti.
Tutto cominciò così, era il 1609... "e prima di tutto mi preparai un tubo di piombo, alle cui estremità applicai due lenti, ambedue piane da una parte, dall’altra invece una convessa ed una concava; accostando poi l’occhio alla concava, scorsi gli oggetti abbastanza grandi e vicini" (Galileo Galilei)
"Astrometria = Parte dell'astronomia che studia le posizioni degli astri e le loro variazioni". In questa stringatissima definizione da dizionario si nasconde una storia affascinante che inizia nel momento in cui l'uomo volge l'occhio al cielo e che probabilmente non avrà mai fine. La missione Gaia sta scrivendo una pagina fondamentale di questa storia e noi ve lo vogliamo raccontare... non prima, però, di avervi spiegato cos'è l'astrometria e come si è evoluta nei secoli.
Spesso non ci si pensa nemmeno… Tuttavia, sappiamo benissimo che le stelle più massicce della nostra galassia (come di tutte le galassie) hanno vita breve e spesso si devono trasformare in buchi neri, che restano senza problemi al loro posto (fare evaporare un buco nero è ancora un’idea puramente teorica). Nei miliardi di anni di vita, quanti buchi neri si sono formati e continuano a vivere nella nostra galassia e, soprattutto, nella zona centrale, dove la materia per costruire stelle abbonda?
Noi stiamo cercando disperatamente segnali di altra vita intelligente nella nostra galassia, con metodi sempre più raffinati. Oggi ci siamo accorti che la Via Lattea comunica con le sue simili attraverso segnali di fumo come i pellerossa…
Un risultato davvero eclatante, che vede come primo autore il “solito” italiano che lavora all’estero. Ho voluto scrivere l’articolo in maniera ultrasemplice per permettere una giusta comprensione a tutti i nostri lettori, più o meno esperti che siano (stanno aumentando continuamente…). Aristarco aveva proprio ragione: il movimento della Terra attorno al Sole avrebbe permesso di […]
Se lanciate con grande abilità e forza, le stelle di altre galassie possono venirci a trovare.
Sto lavorando a un articolo dedicato al rumore di fondo cosmico e il risultato di una nuova ricerca cade proprio a fagiolo. Immaginiamo di avere tanti punti di luce vicinissimi uno all’altro. Se sono piuttosto lontani essi appariranno come un unico bagliore luminoso. Se poi questo bagliore rientra nelle teorie legate alla materia oscura, il gioco è fatto e non vale la pena studiare il fenomeno più a fondo. Fortunatamente, molti scienziati ricordano Galileo e i suoi insegnamenti. Prima di accettare qualcosa come provato si deve insistere per cercare di distruggerlo. Solo se non ci si riesce in alcun modo, si può cominciare a pensare che sia vero…
Le stelle di una galassia come la nostra possono anche dare molto fastidio quando si vuole vedere più lontano o in mezzo a loro. Sappiamo bene che hanno il “brutto” vizio di emettere luce, e non solo, in modo imperioso ed eliminarla non è cosa da poco. Se poi, si tiene conto che tutte le osservazioni vengono fatte dal Sistema Solare interno, pieno zeppo di polvere interplanetaria (sarebbe ora di dare una bella spazzata!) o addirittura dalla superficie terrestre che è circondata da un vestito alquanto fastidioso (l’atmosfera), si capisce che poter leggere se e cosa esiste tra stella e stella è un’impresa veramente difficile.
Sono lieta di comunicarvi che Vin-Census, nel suo lungo girovagare tra le stelle e i mondi abitati della galassia di Andromeda, ha da poco incontrato un suo vecchio amico, conosciuto all’inizio della sua avventura enoica: Mauritius, il cercatore di Universi. D’ora in poi pubblicheremo anche le storie che ci racconterà questo “strano” e simpaticissimo amico galattico, sempre che riesca a tradurli dallo zynkloniano all’italiano… eventualmente PapalScherzone mi aiuterà!