Eccola finalmente, la "foto" del nostro padrone di casa!
Però però... no, non è una foto, nè quella ciambella giallo-arancione è un'istantanea della materia calda che sta per essere inghiottita da Sagittarius A*. Ma allora cosa rappresenta quell'immagine?
Il James Webb Space Telescope è pronto per iniziare il proprio lavoro. Un antipasto delle potenzialità del nuovo strumento ci è offerto dalle prime immagini pubblicate.
La storia scritta nei libri è, spesso, come un telefono senza fili. L’inizio è sicuramente giusto, ma poi, di passaggio in passaggio, prende un risvolto molto diverso e ben lontano dall’originale. Prendiamo, per esempio, la scoperta dell'America... un passo fondamentale per l'uomo di cui Cristoforo Colombo è considerato l'epico eroe. Ma sarà davvero così?
Questo articolo costituisce un'appendice di approfondimento a "Quanta Terra si vede?" e nasce dal commento del nostro lettore Marco Motta. Lo scopo è quello di calcolare con maggior precisione la percentuale di Terra che gli astronauti vedono dalla Stazione spaziale internazionale, tenendo conto della sfericità del nostro pianeta.
Ricordate la sonda Cassini? Quella che ha volteggiato tra Saturno, i suoi anelli e i suoi satelliti per molti anni e ci ha illuminato d'immenso su quell'angolo di Universo? Se vi ricordate di lei e vi siete mai chiesti cosa potrebbe avere visto dopo essersi tuffata tra le braccia del gigante gassoso, state per avere la risposta alla vostra domanda.
Cominciamo il nostro racconto con un piccolo satellite di Saturno, forse il più piccolo oggetto planetario che è riuscito a conservare una forma dominata dall’autogravitazione. La sua forma è infatti quasi sferica o -meglio- solo leggermente “a uovo”. Tuttavia, nella sua travagliata esistenza, ha lasciato un segno indelebile sugli anelli di Saturno. Vi sembra poco?
Il ritorno di Samatha Cristoforetti sulla Stazione spaziale internazionale ha acceso i riflettori mediatici su questo laboratorio che da oltre venti anni vola a circa 400 km sopra le nostre teste, compiendo un giro completo della Terra ogni circa 90 minuti. Perché, dunque, non riproporre alcuni articoli sul tema? Ma, in sintonia con lo stile di questo blog, non vi troverete l'elogio della (pur strabiliante) tecnologia, bensì un'occasione per rispolverare qualche semplicissimo concetto di geometria e trigonometria.
Questo articolo cosituisce un "intermezzo" necessario a fornire strumenti utili per la prosecuzione dello studio degli infiniti di Cantor
Mentre il neonato Webb sta completando lo svezzamento e si prepara ad illuminarci d'immenso sull'Universo quando era anch'esso neonato, La NASA celebra il trentaduesimo compleanno dell'illustre e arzillo vecchietto che gli ha preparato e spianato la strada, con una immagine di struggente bellezza.
Allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi a partire per un viaggio alla scoperta dei c.d. corpi minori, che di "minore" hanno solo le dimensioni!
Molti anni addietro, da ragazzino, passavo le estati in campagna, e molto spesso si andava nei boschi. Un pomeriggio mio fratello prese a ripetere una strampalata cantilena che presto ghermì anche me. Quell'insensatezza faceva ridere e rimase a dividere il resto del giorno con noi. Campagna, natura e cantilena si son mescolate nel ricordo e han finito per mettere in scena una favoletta per bambini. Di ogni età.
Una risposta precisa a questa domanda è impossibile darla, anche perché se sapessimo rispondere, saremmo già a buon punto sulla strada della conoscenza dei tasselli mancanti nella climatologia. Tuttavia, quali e quanti che siano questi tasselli mancanti, una recente ricerca (che si avvale di Alphafold, il programma di intelligenza artificiale di Google) ne ha tolto uno, svelando il ruolo di un batterio di nome Pseudomonas syringae nelle precipitazioni atmosferiche.
All'occasione mi affido alla compagnia della musica. Ogni volta mi ritrovo a pensare che dietro a quelle note c'è stata (o c'è) una vita. Una mente e un corpo con una loro storia, una storia piena di dettagli, di minuti passaggi tra vicende di varia sostanza, sogni, angosce, elevazioni di spirito e ricadute, come un po' tutti ne abbiamo. Tutto sta in quelle note, in un pugno di vibrazioni trasmesse all'aria e per mezzo dell'aria diffuse a beneficio di ascoltatori del tutto sconosciuti all'autore. Eppure quella musica è un ponte, che unisce attori lontani nel tempo e nello spazio e che, nel presente caso, han trovato comune approdo in un racconto.
Se le infinite stanze dell'hotel "Hilbert" non sono sufficienti, ci si può trasferire da Cantor...
Un nuovo regalo per Webb. Non starà certamente con le mani in mano...
Tra un'analisi e l'altra, con l'intermezzo di una bella tracheite con febbre (tamponi negativi, però...) e due giorni di Pronto Soccorso, provo a scrivere qualcosa in attesa di tempi migliori. La notizia era troppo importante per non riportarla.