Non saranno "blu" come nella celebre canzone di Mina, ma risolvono uno dei grandi segreti di Plutone. E' stato scoperto il meccanismo che crea l’esteso pianoro di Plutone, sicuramente giovane e a forma di immenso “cuore”, diviso in celle poligonali: bolle di ghiaccio di azoto si riscaldano, salgono in superficie e poi ritornano verso l’interno. Plutone sa cambiare il suo vestito molto velocemente.
Prendete un piccolo asteroide di tre metri e fatelo esplodere nella nostra atmosfera. Il risultato è un “botto” che libera un’energia pari a 10 kilotoni e una luce almeno dieci volte quella della Luna piena. No, non è l’inizio di un film catastrofico, ma ciò che è stato visto alle 4 del mattino del 2 giugno nel cielo dell’Arizona.
Chi legge un recente articolo pubblicato su Media INAF, e che conosce qualcosina delle orbite e degli asteroidi, non può che saltare sulla sedia: eccezionale scoperta scientifica riguardante un terzo satellite dell’asteroide Elektra! Molte cose andranno cambiate d’ora in poi. Chi, però, va a leggere l’articolo originale, ripiomba con i piedi per terra e non può che non pensare a una divulgazione squallida che nemmeno si cura di rileggere ciò che è stato pubblicato. E la dice anche lunga sulla preparazione astronomica del traduttore.
Siamo ormai abituati a scoprire satelliti negli oggetti della Kuiper Belt. Non possiamo, perciò, meravigliarci che anche il pianeta nano Makemake ne possegga uno. Anzi, sembrava strano non averlo ancora scoperto. Ci ha pensato Hubble, come al solito…
Stiamo parlando di urti e mi sembra più che giusto parlare di un "quasi" urto che riguarda la sonda New Horizons. Essa si sta dirigendo a grande velocità verso il prossimo bersaglio (il KBO 2014 MU69), sperando che lo sfiori soltanto...
Ed eccoci a Dione, un corpo celeste di poco superiore a 1000 km, capace di rendere attivo ed esuberante il fratellino Encelado, attraverso la risonanza 2/1. Ma Dione ha sicuramente avuto una vita avventurosa e non certo monotona, forse capace addirittura di ribaltarsi di 180°. Ne approfittiamo per proporre un piccolo problemino di meccanica celeste e per mostrare come sia facile imitare rapidamente e facilmente le “meraviglie” da pappa-pronta di stellarium & co., con molta più soddisfazione.
Plutone si diverte a prospettarci giochi sempre diversi con quel poco che ha a disposizione, soprattutto ghiaccio di metano e di acqua. Questa volta tocca a dei crateri che mostrano, attorno a loro, un bellissimo anello.
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Figli delle stelle (e degli asteroidi, e delle comete...)" In fondo tutto nasce in quei pilastri fantastici che sono ormai entrati nell’immaginario di tutti: i pilastri della creazione. E’ proprio in quei luoghi che si iniziano a formare le molecole organiche complesse che formeranno i grani ghiacciati […]
Che belle certe immagini nei dipinti settecenteschi con i pattinatori sui laghi ghiacciati (durante il minimo di Maunder… tanto per non dimenticare). Qualcosa del genere si può fare anche oggi su Plutone, dato che è diventato molto più freddo di una volta (raffreddamento globale?).
Parliamoci chiaro: la sonda Dawn ha dato ben poche informazioni aggiuntive su Cerere. A parte le macchie bianche e quella montagna che sembra uscita dal nulla e per magia, tutto il resto si conosceva già abbastanza bene da terra. Tra l’altro l’idea che Cerere fosse ricca di acqua era già ben radicata sia attraverso studi spettroscopici sia a seguito della sua bassa densità. Non ci resta che aspettare l'intelligenza umana, dato che le semplici immagini non sono capaci a ragionare... Qualcosa si sta, comunque, muovendo...
Gli studenti dell’Università del Colorado hanno preparato e montato un loro strumento su New Horizons, che ha dato e darà informazioni estremamente interessanti sulla distribuzione di materia nel Sistema Solare.
Un’immagine i Plutone che ci ricorda qualcosa di molto familiare che tutti i bambini hanno disegnato almeno una volta.
Sembrerebbe un articolo piuttosto tecnico e, in realtà, lo è. Tuttavia, l’importanza per l’origine del Sistema Solare e per le capacità creative delle supernove è tale da accettare un piccolo sforzo interpretativo. I chimici mi perdonino se ho cercato di semplificare al massimo la problematica...
La topografia di Caronte fa pensare che esso abbia avuto un enorme oceano sotterraneo che, ghiacciando, abbia fratturato la crosta superiore creando enormi canyon. I tecnici hanno pensato a una specie di enorme “incredibile Hulk”.
Questo articolo (il vero lavoro l’ha fatto Lorenzo Franco) riporta un’interessantissima serie di osservazioni con un risultato che è particolarmente significativo per il sottoscritto. Avrei potuto intitolarlo: “La pancia c’è e si vede…”, ma è meglio andare con ordine e dare la giusta considerazione alla parte scientifica.
Iceberg giganteschi che galleggiano su un oceano di azoto solido. Un film di fantascienza? No, la descrizione del grande piccolo Plutone. New Horizons continua a emozionarci.