L'asteroide 2015 TB145 è un asteroide di circa 500 metri di diametro, ossia abbastanza grosso da lasciare un segno indelebile se mai avesse la pessima idea di voler toccare "con mano" il nostro pianeta. Per adesso si limita a guardarlo da vicino. Ciò accadrà il prossimo 31 ottobre, passando a meno di 500 000 km da […]
Continuiamo con lo descrivere le novità che arrivano dalle sonde inviate in giro per il Sistema Solare. Tralasciamo Marte, dove ormai sembra che l’acqua stia per sommergere tutti i robottini, e puntiamo su Plutone. In realtà New Horizons sembra l’unica che assomigli, come metodo di divulgazione scientifica, a quelle dei bei tempi d’oro, quando si cercava di capire e di far capire la nostra meravigliosa casa cosmica. Ricordando il grande Rino Gaetano (quante cose aveva capito…) permettetemi di dire che, comunque, anche lassù, su Plutone, il cielo è sempre più blu!
Le immagini e i dati ci sono, ma le spiegazioni (o almeno i tentativi) e le novità no…
Iniziamo a chiacchierare un po’ sulle immagini e sui dati che New Horizons continua a fornirci, in modo sempre più accurato. Iniziamo da Caronte, che ben pochi si aspettavano così violentemente scosso da attività geologiche gigantesche.
Finalmente, sembra che ci sia stato una specie di compromesso tra i geologi (e paleontologi) e gli astronomi sulla celeberrima estinzione dei dinosauri (e di circa il 75% delle specie viventi) riferibile a circa 65 milioni di anni fa. L’impatto sarebbe stato l’interruttore per aprire del tutto le camere magmatiche del Deccan. Ne approfitto per fare un po' di "gossip" scientifico...
Fin dalle prime immagini riprese a grande distanza, la strana forma a due lobi non poteva non far pensare a un oggetto binario con le due componenti a contatto. E noi l’avevamo detto subito. Sembra però che solo oggi si sia fatta l’eccezionale scoperta… Povera Scienza sempre più costretta a medializzarsi (si dice così?).
Le nuove immagini di Cerere riprese da un’altezza di circa 1500 km mostrano l’eccezionalità del monte conico (o piramidale) che già si era scorto a distanza. Che dire? Sembra proprio un intruso e mi aspetto che qualche giornale parta in quarta con una spiegazione legata a un manufatto artificiale… In realtà, esso sembra nascere dal nulla e, purtroppo, le immagini non vengono commentate scientificamente dagli esperti… Speriamo che Cerere non faccia la fine di Rosetta e delle sue mirabolanti scoperte solo accennate e mai veramente discusse in un contesto scientificamente valido. Resta sempre aperto, però, il concorso sull’origine delle macchie bianche… Temo molto… anche perché Plutone sembra essere passato in … cavalleria!
Se il fatto che Plutone si stia rilevando un pianeta attivo può meravigliare, non capita certo lo stesso per una cometa che sta per arrivare al suo perielio. Lo si sa da molto tempo e i suoi “spruzzi” sono già stati studiati da lungo tempo. Non sono certo notizie confrontabili scientificamente…
L’avevamo già detto… certe strutture e la mancanza di crateri in zone piuttosto estese possono far pensare che Plutone sia un corpo geologicamente attivo. Un’analisi dell’abbondanza di azoto che fa parte dell’atmosfera e che viene continuamente strappato dal Sole non fa che confermare questa ipotesi.
Analizzando le prime immagini del pianeta nano Cerere si evidenziano due caratteristiche salienti di cui abbiamo già parlato. Due caratteristiche che restano ancora misteriose, in attesa di un ulteriore avvicinamento della sonda al grande asteroide “italiano”.
Ne avevo già parlato un paio di volte, ma nuovi dati sempre più precisi hanno fatto diventare un’alta probabilità una vera certezza. Se il minimo solare non basta, affidiamoci a un nuovo Younger Dryas e speriamo in bene…
Ancora novità da Plutone, sia dalla sua atmosfera che dai suoi ghiacciai che potrebbero ancora “muoversi”. E siamo solo all’inizio…
Dopo le Alpi gli Appennini (o qualcosa del genere…). Un’immagine ravvicinata di Plutone ci mostra una catena montuosa più bassa della precedente (1000-1500 metri) che segna il confine ovest tra la zona pianeggiata e giovanissima e una zona scura e molto antica.
La resurrezione di Philae è durata ben poco. Siamo tornati nel silenzio anche se ci raccontano che i dati, che “forse” sta immagazzinando, non saranno persi. Intanto, però, sta capitando proprio quello che avevo previsto molto tempo fa…
Eh sì, lo ammetto, mi sarei aspettato qualcosa di simile a Tritone -e in parte è vero- ma Plutone sembra andare ben oltre. Mentre per il satellite di Nettuno esiste una causa abbastanza chiara per spiegare le sue esternazioni endogene, per Plutone e Caronte essa rimane del tutto oscura. Forse dipende dalla “strana” coppia che formano, ma i grattacapi per gli scienziati sono solo all’inizio. Godiamoci una missione in diretta, sapendo che dati sempre più accurati continueranno a essere sfornati per molto tempo ancora. Oggi è la volta di pianure lisce e segmentate da solchi, domani chissà…
Conosciamo molti crateri da impatto con un picco nel mezzo e la spiegazione non è certo difficile se si tiene conto della dinamica dell’esplosione. Ma ciò che mostra Caronte è qualcosa di ben diverso: una depressione abbastanza irregolare da cui sorge una montagna. Un bel “puzzle” per i planetologi…