Prendete un piccolo asteroide di tre metri e fatelo esplodere nella nostra atmosfera. Il risultato è un “botto” che libera un’energia pari a 10 kilotoni e una luce almeno dieci volte quella della Luna piena. No, non è l’inizio di un film catastrofico, ma ciò che è stato visto alle 4 del mattino del 2 giugno nel cielo dell’Arizona.
In un mondo in cui chi non ha ricevuto almeno un avviso di garanzia non è nessuno, c’è chi propone di mandarlo anche al nostro Sole. L’accusa? Molto normale di questi tempi: FURTO!
Questo è soltanto un gioco (se volete… chiamatelo pure un quiz) che serve come porta d’ingresso per il nuovo teatro astronomico che andremo a scoprire tra poco.
Come si può rimpiangere carta e matita, quando si ha a disposizione un bel computer in grado di dare forma alle più sfrenate fantasie? Si può, si può... eccome se si può! E Vin-Census ce lo dimostra...
Questo articolo è dedicato, in modo particolare, a Luigi Bignami, caro amico e validissimo giornalista, che, proprio per questo, trova spesso grossi intralci nello svolgimento del proprio lavoro. La scienza moderna è dominate dai modelli costruiti per i computer. La faccenda può anche essere positiva, sempre che non si esageri, perdendo di vista la realtà fisica che si vuole investigare. Purtroppo, un’attenta analisi mostra che la scienza del clima è ormai in balia dei modelli o -peggio ancora- non viene nemmeno tenuta in conto.
Questo breve articolo è, ovviamente, un po’ provocatorio… ed è dedicato al nostro nuovo amico Webb che si erge simpaticamente a paladino della supremazia umana nella Natura. Tuttavia, quanto l’articolo sia solo provocatorio è proprio uno dei grandi misteri della Natura, che ci rifiutiamo di analizzare con occhi veramente oggettivi (ne saremo mai veramente capaci?). Una discussione che mi piacerebbe portare avanti con molta attenzione e altrettanta umiltà intellettuale, come sempre cerchiamo di fare in questo Circolo.
Mentre sto scrivendo un articolo sulle nane brune, ascolto come sottofondo TG Leonardo su Rai 3. Una volta era un appuntamento niente male, un piccolo spiraglio nella TV sempre più becera e vuota. Oggi, come quasi tutti giorni, si parla di riscaldamento globale: una specie di penitenza che siamo costretti a subire quotidianamente su qualsiasi tipo di programma.
Affrontiamo in modo analitico la prima legge di Keplero. Ci accorgeremo che per arrivarci dobbiamo passare attraverso la seconda che acquista non solo un significato fisico ben preciso, ma che ci dimostra che il fatto che l’orbita giace su un piano poteva ricavarsi in modo immediato. C'è tanta matematica, quindi forza e coraggio... ma ne vale la pena!
Esistono programmi televisivi (pochi) che cercano di dedicarsi alla Natura. Niente di male, anzi… Tuttavia, anche loro devono assolutamente dare tutte le colpe al riscaldamento globale. Deve essere scritto nel contratto e guai a non attenersi ai comandi. Però, spesso, le bugie hanno le gambe corte.
Gli anelli di Saturno la fanno sempre da padroni e Giove ne è un po’ invidioso. In qualche modo, è riuscito a crearsi anche lui degli anelli, ma (non diciamoglielo…) non possono certo competere con quelli del fratello più piccolo e lontano.
Inviamo sonde ad esplorare il sistema solare ed oltre, stiamo pianificando la prima missione umana su Marte, costruiamo telescopi sempre più potenti per studiare le profondità dell'Universo... ma cosa c'è all'interno del nostro pianeta? I libri di scuola ci spiegano che sotto i primi 30 km di crosta terrestre troviamo il mantello, poi il nucleo esterno ed infine il nucleo interno, con temperatura e pressione crescenti. Ma sarà davvero così? I soli 12 km del foro più profondo che sia mai stato scavato dall'uomo (progetto Kola Superdeep Borehole) hanno demolito varie teorie scientifiche. Uno scienziato addetto al progetto commentò "Ogni volta che eseguiamo uno scavo troviamo quello che non ci aspettiamo. E' eccitante, ma anche sconfortante.” Chissà fra quanto tempo la tecnologia ci consentirà di compiere un viaggio al centro della Terra, per il momento lasciamo volare la fantasia di Vin-Census!
Chi legge un recente articolo pubblicato su Media INAF, e che conosce qualcosina delle orbite e degli asteroidi, non può che saltare sulla sedia: eccezionale scoperta scientifica riguardante un terzo satellite dell’asteroide Elektra! Molte cose andranno cambiate d’ora in poi. Chi, però, va a leggere l’articolo originale, ripiomba con i piedi per terra e non può che non pensare a una divulgazione squallida che nemmeno si cura di rileggere ciò che è stato pubblicato. E la dice anche lunga sulla preparazione astronomica del traduttore.
Siamo ormai abituati a scoprire satelliti negli oggetti della Kuiper Belt. Non possiamo, perciò, meravigliarci che anche il pianeta nano Makemake ne possegga uno. Anzi, sembrava strano non averlo ancora scoperto. Ci ha pensato Hubble, come al solito…
Siamo abituati ai giochi di prestigio dei satelliti e degli anelli di Saturno, ma quello che mostriamo questa volta sembra veramente assurdo...
Stiamo parlando di urti e mi sembra più che giusto parlare di un "quasi" urto che riguarda la sonda New Horizons. Essa si sta dirigendo a grande velocità verso il prossimo bersaglio (il KBO 2014 MU69), sperando che lo sfiori soltanto...
Ed eccoci a Dione, un corpo celeste di poco superiore a 1000 km, capace di rendere attivo ed esuberante il fratellino Encelado, attraverso la risonanza 2/1. Ma Dione ha sicuramente avuto una vita avventurosa e non certo monotona, forse capace addirittura di ribaltarsi di 180°. Ne approfittiamo per proporre un piccolo problemino di meccanica celeste e per mostrare come sia facile imitare rapidamente e facilmente le “meraviglie” da pappa-pronta di stellarium & co., con molta più soddisfazione.