La costruzione dei pianeti, di tipo essenzialmente roccioso, si spiega solitamente in modo molto semplice e intuitivo (lo faccio io per primo). Tuttavia, l’eccessiva semplicità nasconde sempre qualche piccolo problema che non può, alla lunga, essere nascosto sotto al tappeto. Una nuova simulazione sembra gettare luce su uno dei punti più critici della formazione planetaria.
Si sta ormai rasentando il ridicolo… Il MET inglese, con non poco sforzo (comunque da elogiare) ammette finalmente che il futuro del Sole e delle sue macchie indicano che ci dobbiamo aspettare una piccola era glaciale con un picco verso il 2050. Un qualcosa di comparabile al minimo di Maunder (mica da ridere…). Fortunatamente, però, abbiamo il riscaldamento globale che riuscirà a controbilanciare il grande freddo e la temperatura non avrà drastici cambiamenti. A chi dobbiamo dire grazie? Al riscaldamento globale o al Sole?
Parlando di evoluzione planetaria, abbiamo spesso parlato di atmosfera originaria e di atmosfera secondaria. Giove, ad esempio, conserva strettamente quella che ha avuto fin dalla nascita e composta essenzialmente di idrogeno, mentre la Terra l’ha dovuta lasciar libera e si è accontentata di quella molto “sporca” regalatale dai vulcani e purificata dagli organismi viventi. L’immagine di un Nettuno che sta perdendo la sua atmosfera ci fa riflettere su queste fasi così importanti per la vita di un pianeta…
New Horizons si sta avvicinando all’ex nono pianeta e tra breve lo potremo vedere in modo estremamente dettagliato. Vale la pena anticipare qualcosa, in modo da sapere con chi avremo a che fare… In particolare, parliamo un po’ della sua atmosfera che spesso ha fatto nascere strane idee in proposito…
Tanta fatica e tanti soldi per capire se Marte sarà la nostra futura casa cosmica (ma mi facciano il piacere…), accettando in gran silenzio le ultime ipotesi che fanno pensare che il pianeta rosso NON abbia mai visto l’acqua allo stato liquido, ma solo e soltanto sotto forma di ghiaccio, ed ecco che la poco considerata sorella gemella della Terra ci manda un avviso importantissimo (e speriamo che venga raccolto da qualche media…): “Sono Viva, geologicamente viva!”. Una notizia che farà riscrivere l’evoluzione del pianeta così simile e così diverso da noi. Un pianeta non certo adatto alla vita biologica, ma… chi ha detto che esiste solo quella nel Cosmo?
E’ proprio vero: ognuno ha gli anelli che si merita! Quasi tutti i corpi planetari di una certa dimensione presentano prima o poi un anello di materia che li circonda, anche se a volte la parola anello è un po’ troppo “azzardata”. Anche la Terra ha un anello, ma è fatto di tutte le “porcherie” che sono state mandate in orbita dall’uomo e di tutti frammenti che si sono creati nel tempo. I satelliti artificiali sono molto utili, ma il troppo stroppia e mentre la Luna ha una specie di anello fatto di polvere interplanetaria noi ci dobbiamo accontentare di un anello di spazzatura spaziale.
Le macchie bianche riprese da 4400 km rimangono ancora un bel problema, soprattutto riguardo a come e cosa le abbia potute causare.
I G7 si riuniscono, come al solito, e il “clima” è sempre lo stesso sia nei lussuosi alberghi dei Grandi della Terra che nelle previsioni terrificanti del riscaldamento globale. Si invita, inoltre, a produrre energia alternativa a basso prezzo e poi si combatte chi riesce a farlo.
Noi siamo abituati a raffigurare e a illustrare pianeti che girano attorno a una singola stella e satelliti che girano attorno a un singolo pianeta. Tuttavia, nessuno pensa mai alla fatica che devono fare i satelliti che rivolvono attorno a due pianeti di massa comparabile o quasi. E’ il caso dei piccoli sudditi di Plutone e Caronte. Lo ha mostrato Hubble e adesso aspettiamo con ansia ciò che ci dirà New Horizons.
Una nuova immagine di Cerere, mentre la navicella continua a scendere.
Come, in parte, già temevamo, anche la missione Dawn preferisce tenersi ben strette le ipotesi e le misure che sta eseguendo, senza rischiare di pubblicizzare troppo in fretta i possibili risultati. Forse vuole aspettare di vagliare le ipotesi della gente comune sulla natura delle macchie bianche e poi assegnare i premi in un fantasmagorico spettacolo televisivo. D’altra parte, il concorso è stato bandito e c’è poco da illudersi…
La sonda Rosetta sembra essere sparita nel nulla, la Dawn riprende immagini, ma nessuno sembra notarlo (solo APOD se ne ricorda). Ma alla TV parlano di Plutone che è ancora terribilmente lontano per mostrarci qualcosa che già non si sapeva. Mah… meglio non arrabbiarsi!
Due giovani italiane realizzano un geniale modello per lo studio dei frammenti spaziali che si originano nelle collisioni tra l’innumerevole spazzatura che orbita attorno alla Terra e che può causare gravi danni ai satelliti che continuano a essere immessi attorno al nostro pianeta. Ovviamente, Media INAF, i giornali e le TV non le hanno ritenute degne di menzione, preferendo i cinguettii e le giravolte sponsorizzate della simpatica AstroSamantha e i concorsi vari con premi e "cotillon", senza dimenticarsi dell’Expo!
Encelado ce la sta mettendo tutta per essere il primo corpo celeste (dopo la Terra) a mostrare segni di vita. Siamo ancora ben lontani dalle conferme effettive, ma, la prossima volta che si va dalle sue parti, ricordiamoci di portare del… whiskey. I suoi abitanti ci metteranno la soda, dato che sono stufi di berla … pura.
Sono ormai decenni che di tanto in tanto si comunica ufficialmente la data relativa al punto di non ritorno dovuto al riscaldamento globale. Un punto di non ritorno che è ovviamente legato alle “esatte” previsioni dei catastrofisti. E’ molto interessante fare un piccolo elenco di questi annunci che hanno accompagnato la nostra vita, ormai “sicuramente” in balia di una terra inospitale e agonizzante.
Una recente ricerca basta su dati di Curiosity (qualcosa sta facendo…) ha chiarito abbastanza bene qual è il vero scopo delle continue missioni su Marte. Non ci deve stupire più di tanto, ma le cose sono ora dette in modo molto chiaro, anche senza leggere tra le righe…