Non solo barzellette per Cerere, che tra poco svelerà i suoi segreti. Innanzitutto la natura delle strane macchie bianche e luminose che sembrano essere sia calde che fredde. I media snobbano la missione. Forse è un bene e ci possiamo aspettare vere notizie scientifiche.
Non so più se riferirmi a Media INAF come a un sito di divulgazione di serie B (o C), oppure come a una rivista ricca di barzellette. L’ultima riguarda il futuro della missione Dawn, qualcosa di veramente scientifico che meriterebbe un’attenzione e una competenza all’altezza della situazione. E, invece, in un copia e incolla veramente di facilità irrisoria, si riesce perfino a dimostrare che chi dovrebbe illuminarci non conosce nemmeno la scrittura dei numeri in inglese. E lo fa anche a pagamento (ne sono più che convinto…). Ridicolo, veramente ridicolo!
Dopo un mese passato nell’ombra, la sonda Dawn ha visto la luce solare illuminare il polo nord di Cerere. L’animazione è stata ottenuta con immagini ottenute il 10 aprile a una distanza di 33 000 km (Fonte: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA). Il divertimento sta per iniziare!
La sfera di Hill è particolarmente utile nello studio delle orbite dei satelliti artificiali, dato che pone limiti abbastanza severi per essere sicuri che le perturbazione esterne non causino derive della traiettoria. Anche se si avvicina molto alla definizione di punto lagrangiano, la base concettuale è decisamente diversa. Essa serve per inserire qualcosa in orbita attorno a un corpo che ruota attorno a un altro più massiccio; il punto L1 stabilisce invece un punto di equilibrio tale che un corpo inserito in quella posizione rimanga fermo rispetto al sistema rotante delle due masse principali. Una determinazione accurata è tutto meno che semplice, e ci si accontenta, normalmente, di una approssimazione che risulta del tutto sufficiente se si rimane abbondantemente all’interno della sfera.
Sarà, forse, perché si sente troppo osservato e -soprattutto- calpestato, ma Marte fa di tutto per nascondere molti dei suoi segreti. Ancora una volta, malgrado le passeggiate mediatiche di Curiosity che continuano a entusiasmare molti astrofili di un certo tipo e a farli viaggiare verso conquiste future del pianeta rosso, non solo improbabili, ma scientificamente ridicole, le informazioni più interessanti provengono sempre dagli strumenti che guardano da lontano il nostro vicino di casa. E’, oggi, la volta dei suoi ghiacciai, sapientemente coperti dalla polvere.
Sembra quasi impossibile… Lo strumento forse più entusiasmante dell’astrofisica moderna ha avuto il “coraggio” di dedicare parte del suo tempo osservativo a un piccolo e brutto asteroide! Una notizia che ha quasi dell’incredibile. Quando inserisco un articolo sugli asteroidi, che non siano -ovviamente- trattati come minacciosi portatori di morte e distruzione, il calo dei lettori è immediato. Ma come? Con tutte le meraviglie delle stringhe, dei multiversi, della materia oscura sempre più scura e mille altre cose, di cui ben pochi hanno una benché minima preparazione di base, dobbiamo perdere il nostro tempo a leggere notiziole su queste insignificanti schegge vaganti? Nel nostro “circolo”, la caduta di interesse è decisamente ridotta rispetto ad altri siti, ma, comunque, gli asteroidi restano sempre oggetti di serie B o forse C. E’ con piacere, quindi, che vi voglio “annoiare” con le osservazioni del piccolo pianeta 3 Juno (Giunone, insomma), a cui ho dedicato parte del mio lavoro professionale.
Una recente analisi statistica della GALLUP ha dimostrato che solo un terzo degli americani ha ancora paura del riscaldamento climatico, malgrado il lavoro incessante e martellante dei media e degli ambientalisti. Forse, non sono poi così ingenui…
Grande risalto a una notizia non-notizia: Rosetta scopre l’azoto sulla sua cometa, ma è molto poco e conferma perché non si era mai trovato in precedenza con missioni meno ravvicinate e durature. Dopo l’acqua adesso sembra che le comete non ci abbiano nemmeno portato l’azoto. I loro fratellini asteroidi alzano sempre più la … cresta!
Sulla Terra c'è troppo ferro e sulla Luna troppo poco. Un doppio mistero che sembra essere stato risolto in laboratorio.
Un richiamo a Dante non fa mai male. Siamo all’inizio del Canto XIII della Divina Commedia e i due poeti vedono allontanarsi il centauro Nesso che li ha accompagnati. Nel canto precedente hanno discusso a lungo con Chirone il più saggio delle creature metà uomo e metà cavallo. Proprio di Chirone e dei centauri voglio parlarvi e di una recentissima scoperta sul loro "capo". Centauri astronomici, però…
In mezzo al disco protoplanetario, dove si sono formati i pianeti, deve esistere una regione particolare, nascostasi piuttosto bene nel tempo. Lo dimostrano analisi di alcune meteoriti che si devono essere formate in un ambiente particolarmente ricco di ossigeno e zolfo, ben prima che le particelle si unissero tra loro per accrescersi fino a formare gli asteroidi e i pianeti.
Dopo Europa e probabilmente Titano, anche Ganimede sembra avere dato prove concrete dell’esistenza di un oceano sotterraneo. Su Encelado, invece, si possono andare a fare le cure termali… L’acqua liquida, anche se nascosta, sembra abbondare nel Sistema Solare.
Dawn è stato catturato dalla gravità di Cerere e ha iniziato a orbitare attorno al pianeta nano e alle sue strane macchie bianche.
I robottini continuano a calpestare Marte e -forse- a distruggere i resti biologici rimasti. Tante foto (spesso veramente banali o -almeno- di scarsa utilità) ma ben pochi risultati scientifici. Nel frattempo, senza clamore mediatico, i telescopi terrestri compiono passi da gigante nello studiare l'antico aspetto del pianeta rosso.
In mancanza di meglio, Rosetta ci spiega due fenomeni vecchi come il … “cucco”. In qualche modo bisogna passare il tempo e mostrasi utili!
Sfruttando due vecchi articoli, e una news piuttosto importante per la climatologia “seria”, richiamiamo uno dei fenomeni più affascinanti che l’atmosfera terrestre costruisce insieme a tanti amici alieni.