Rosetta è sempre più vicina alla "sua" cometa e le immagini diventano sempre più chiare. Data la forma mi viene da gridare: "Cave canem (attenzione al cane)!!"
Questo articolo non ha certamente un interesse scientifico particolarmente significativo. Oltretutto si basa su ipotesi forse difficilmente rilevabili con le future osservazioni. Insomma, un gioco abbastanza fantascientifico o poco più. Tuttavia, apre una canale di riflessione che potrebbe essere interessante da affrontare.
Una piccola-grande esperienza umana e culturale che ho avuto in Sardegna. Ve la voglio raccontare, anche perché ha dei risvolti decisamente astronomici.
La missione Rosetta si avvicina sempre più alla sua meta, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, doppia di nome e di fatto! Le prime immagini dell’oggetto celeste mostrano una struttura binaria, con due corpi a contatto. Al di là dell’interesse scientifico di studiare da vicino una configurazione del genere, del tutto inaspettata, potrebbe sorgere un problema decisionale...
Ne abbiamo appena parlato e sono contento di tornarci sopra. Il fenomeno della subduzione fa parte del ciclo silicio-carbonio che abbiamo discusso pochi articoli fa, ma ha anche un ruolo fondamentale nel costruire i continenti terrestri. La domanda è: “La Terra ha sempre usato questo sistema o l’ha cambiato nel corso del tempo?” Fino ad oggi le idee a riguardo divergevano. Un nuovo pezzo di roccia trovato in Canada sembra dar ragione a una regola nata fin dall’infanzia del nostro pianeta.
La Terra ha subito molte catastrofi biologiche durante la sua vita. Molte di queste sono sicuramente dovute alla caduta di asteroidi e/o comete, come quella relativa a 65 milioni di anni fa e che ha portato, probabilmente, alla fine del dominio dei dinosauri. Tuttavia, anche i fenomeni vulcanici non sono stati da meno. Una nuova ricerca svolta in Australia sembra aver trovato l’origine dell’estinzione biologica del Medio Cambriano.
Le missioni verso la Luna non servono solo a preparare i futuri hotel di lusso o a recuperare l’acqua per i loro bagni. A volte riescono anche a far Scienza, anche se i risultati vanno cercati tra pieghe ben nascoste. Il LRO e il GRAIL stanno analizzando punto a punto le deformazioni del nostro satellite, causate della marea terrestre, e permetteranno di leggere sempre meglio la parte veramente invisibile della Luna, ossia il suo interno.
La cometa 209P/LINEAR, senza gran clamore (anzi da noi quasi del tutto in silenzio), ha raggiunto il suo punto più vicino alla Terra: solo otto milioni di chilometri. Poverina... quasi quasi mi commuovo.
Leggevo un articolo dedicato, ancora una volta, all’abbondanza dei pianeti ricchi di carbonio e alle ipotetiche ripercussioni sulla vita biologica. Ho pensato che valesse la pena richiamare un ciclo non molto conosciuto che però è stato fondamentale per separare due sorelle apparentemente gemelle come Venere e la Terra.
La regola delle probabilità ci dice che più un asteroide passa vicino alla Terra e più il suo diametro tende a essere piccolo. E meno male che è così! Tuttavia, 2014 HQ124 va un po’ contro la norma. Passerà a 3.3 distanze lunari, ma le sue dimensioni rasentano i 700 metri. Un proiettile niente male…
Abbiamo discusso di ricerche serie e meno serie, di scoop motivati e di spot pubblicitari, di nuova inquisizione scientifica e di imposizioni politiche. Vi sono poi articoli che non sono né carne né pesce. Ossia, confermano cose ovvie, già sufficientemente provate, ma che vale sempre la pena ribadire. L’importante, nuovamente, è non volergli dare un’importanza che non hanno. A volte sotto al vestito c’è poco o niente… (di nuovo, almeno…). In questi ultimi tempi sembra che lo studio dei corpi minori si sia dimenticato completamente di quanto è stato fatto e dimostrato non molti anni fa. Forse i nuovi scienziati non hanno più tempo per leggere? Ma mi stupisco anche delle riviste (prestigiose) che pubblicano l'acqua calda.
La domanda ricorrente nella ricerca degli esopianeti è: “Quanti pianeti sono riusciti a formarsi attorno a una stella?”. Una nuova ricerca teorica, applicata a un sistema binario, sembra modificare drasticamente la domanda e trasformarla in: “Quanti pianeti sono sopravvissuti alla loro formazione?”. Ovviamente, ciò è soprattutto vero per pianeti piccoli e vicini, ossia per pianeti di tipo terrestre.
Gli sviluppi riguardanti il cambiamento di rotta scientifica del professor Bengtsson hanno portato a una situazione che dire insostenibile e disgustosa è veramente poco. Non potevo tacerla.
Solo due righe e una figura (ufficiale) per mostrare fino a che punto si arriva…
Piuttosto che la ormai ridicola paura del riscaldamento globale che deve sempre iniziare a far vedere i suoi effetti catastrofici, ma che ritarda sempre di più, alla faccia delle previsioni che ci ossessionano ormai da decenni, sarebbe molto più importante analizzare con maggiore serietà l’influenza dell’attività solare con il vestito più esterno della Terra. Stiamo guardando la pagliuzza nell’occhio del vicino e trascuriamo la trave che abbiamo nel nostro… Spero di rispondere alla domanda di Walter e di innescare una discussione più ampia.
Quando il “topo” è uno dei più grandi climatologi esistenti e la “nave” è la sempre più traballante certezza in un tragico futuro della Terra dovuto al riscaldamento globale, sarebbe più che doveroso fermarsi a riflettere sia scientificamente che politicamente. Tuttavia, non credo proprio che questa notizia, a dir poco rivoluzionaria, sarà mai data dai media. Chissà come mai…?