E’ molto tempo che lo dico e lo ridico, senza aspettare una conferma ufficiale. Adesso, finalmente, è arrivata. Anzi, sono addirittura tre, una dietro l’altra (chissà come mai?). Era ora… Tuttavia, la faccenda, per me gravissima, viene accettata solo come una “piccola” dimenticanza… Brutto segno per l’uomo e per le sue eventuali conquiste spaziali.
Ne avevamo parlato poco tempo fa. Mentre si celebra la giornata della Terra, le nazioni, come la Germania, stanno aumentando come non mai la produzione di carbone… Come dire: si parla bene ma si razzola male. Parliamo di energia pulita, ma intanto usiamo la più sporca che ci sia. L’importante è che si riesca a “mangiare” alla faccia del popolo ignorante (Orwell insegna). Ma, adesso, la situazione sta degenerando e le strategie comunicative dovranno cambiare… Nessuna paura: troveranno il sistema per farci prendere una purga dicendoci che è un dolce fantastico… Magari ce lo dirà anche l’IPCC.
No, non mi picchiate. Vi assicuro che stimo moltissimo il pianeta Marte. Anzi, essendo il più vicino ai “miei” asteroidi e avendo subito anch’esso una parziale interruzione della sua formazione a causa del “solito” Giove, mi è particolarmente caro… Talmente caro che mi dispiace che si perda tempo a giocherellare con la sua superficie, quando proprio lui ci ha già inviato i suoi messaggi più interessanti. Come le bottiglie lasciate dai naufraghi in balia dell’oceano, così Marte ha cercato di avvisarci da moltissimo tempo sul suo passato. Bastava solo estrarre il foglio da dentro la bottiglia e … leggerlo. Qualcuno cerca di farlo, ma quasi in silenzio e con un po’ di paura.
A seguito della splendida intuizione di Pier Francesco, che ha richiamato in un commento una meravigliosa operetta morale di Giacomo Leopardi, ho ritenuto opportuno pubblicarla direttamente come articolo. Un salto di qualità enorme nell'autore...rispetto al solito...
Il Sole è stato un meraviglioso Super-Kepler per l’osservazione dei transiti mutui degli oggetti del sistema di Giove. Non si è accontentato, però, di osservare e ha deciso di illuminare la scena rendendo tutti (o quasi) partecipi dello spettacolo, attraverso le eclissi. Ora, però, anche la Terra vorrebbe fare lo stesso…
A volte salto volontariamente certe notizie. Chiamatelo metodo troppo “soggettivo”, ma se una cosa non mi convince del tutto o mi sembra solo una ripetizione di qualcosa di già noto, che cerca di catturare nuovo interesse per far fare carriera a qualcuno, evito di inserirla tra le news. La Luna sembra, ultimamente, partecipare al giro vizioso di Marte e mi ha dato ragione.
Anche se tutti se l’aspettavano, ora si può essere praticamente certi. Encelado, il satellite di Saturno, possiede un oceano a 50 km di profondità sotto il polo sud. La sua esistenza non è stata provata attraverso dati chimici, ma attraverso un attento studio del campo gravitazionale della piccola luna.
Parliamo sempre di Marte, soprattutto contro certe missioni…, ma, in fondo, è un bellissimo pianeta e fa di tutto per mettersi in mostra. Pur di rendersi visibile sta correndo verso di noi a un velocità che stancherebbe chiunque… Ma sì, facciamo un po’ gli astrofili anche noi…
Abbiamo visto che considerare il Sole un osservatore passivo oppure attivo non influenza assolutamente il procedimento utilizzato per stabilire le condizioni che portano ai transiti e/o alle eclissi dei satelliti di Giove (e di tutti pianeti). Continuiamo allora a considerare il Sole come osservatore passivo, sapendo benissimo come fare a ribaltare la situazione, facendo accendere la luce alla nostra stella. In altre parole, i transiti visti dal Sole descrivono perfettamente le eclissi viste da Giove o dai satelliti (e da molti altri punti dello spazio). L’abbiamo fatto la volta scorsa e continuiamo su questa strada.
Approfitto di una interessante scoperta fatta da un gruppo di ricercatori di varie nazioni sull’evoluzione della superficie degli asteroidi, per raccontarvi una tipica storia italiana, una delle tante…
Un giusto minestrone di acqua e pochi ingredienti salini potrebbe spiegare la crosta ghiacciata di Europa con tutte le sue strane figure geometriche. E non ci sarebbe nemmeno bisogno di qualche alieno che andasse a tracciarle con una vanga spaziale…
Sappiamo benissimo che la misura della pressione atmosferica è in grado di dare informazioni fondamentali per le previsioni meteorologiche. Se la pressione cambia abbastanza nella nostra atmosfera, figuriamoci di quanto può variare durante gli episodi violenti ed esplosivi dell’Universo. Purtroppo, non abbiamo barometri da inviare direttamente nel luogo dell’evento, ma sembra che si riesca a utilizzare un composto organico come messaggero di queste informazioni fondamentali. A questo composto chimico importa poco del tempo che è passato. Basta recuperarlo in qualche meteorite, che funge da bottiglia contenente il messaggio inviato in giro per il Cosmo.
Sta per uscire la seconda parte del report dell’IPCC sui rischi del Riscaldamento Globale. Mentre è confermata la sostituzione sempre più frequente della parola “mitigation” (riduzione) con “adaptation” (adattamento), si è -ancora una volta- notata la netta differenza tra i concetti espressi nel testo vero e proprio e quello, ultra ridotto, che verrà consegnato ai governi mondiali. Insomma, la solita presa in giro.
Finora abbiamo considerato il Sole come un naturale telescopio spaziale che, durante il suo moto attorno a Giove, può sicuramente osservare il transito dei satelliti medicei davanti (e dietro) il pianeta gigante. Abbiamo anche utilizzato coordinate celesti per rappresentare professionalmente la situazione e disegnare le figure relative. Il Sole è un osservatore fortunato, dato che riesce a vedere i transiti quasi sempre e ha solo un piccolo “buco” relativo a Callisto. Si può fare anche di meglio e legare le osservazioni del Sole al tempo che scorre. Nel frattempo, però, ci stiamo accorgendo che sul Sole fa troppo caldo e che è meglio cambiare punto di osservazione. Il Sole ha la fortuna di essere un osservatore “attivo”, basta accendere la luce!
Sembra quasi un destino quello a cui vanno incontro le missioni marziane. Oltre ai ripetuti fallimenti e al loro -a volte- limitato interesse scientifico, adesso si ci mettono anche le comete… Forse sarebbe proprio meglio andare da qualche altra parte…
Scoperto l’oggetto con il più lontano perielio conosciuto: circa 80 UA. Fa probabilmente parte della Nube di Oort interna, e le sue dimensioni fanno pensare a un mini-Sedna, qualcosa tra i 300 e i 600 km. Una scoperta eccezionale? Direi di no… dato che di questi oggetti ce ne sono sicuramente moltissimi, ma con la nostra tecnologia dobbiamo aspettarli quando arrivano al perielio e questo deve essere anche abbastanza vicino.