Iniziamo a chiacchierare un po’ sulle immagini e sui dati che New Horizons continua a fornirci, in modo sempre più accurato. Iniziamo da Caronte, che ben pochi si aspettavano così violentemente scosso da attività geologiche gigantesche.
Ne abbiamo già parlato in vecchi articoli, ma non è mai male ripetere certi concetti, soprattutto dopo che ne abbiamo dato una visione fisica e matematica. Accenniamo quindi al meccanismo di confinamento che permette di sopravvivere all’anello f e descriviamo brevemente le ultime scoperte a riguardo che sembrano definire la tempistica della sua formazione.
Sono subito stato smentito: che bellezza! Il team scientifico di New Horizons non si lascia suggestionare dalle sceneggiate mediatiche e mira al sodo. Le prime informazioni “vere” sono già state divulgate e ci fanno pensare che ne vedremo delle belle…
E’ proprio vero: ognuno ha gli anelli che si merita! Quasi tutti i corpi planetari di una certa dimensione presentano prima o poi un anello di materia che li circonda, anche se a volte la parola anello è un po’ troppo “azzardata”. Anche la Terra ha un anello, ma è fatto di tutte le “porcherie” che sono state mandate in orbita dall’uomo e di tutti frammenti che si sono creati nel tempo. I satelliti artificiali sono molto utili, ma il troppo stroppia e mentre la Luna ha una specie di anello fatto di polvere interplanetaria noi ci dobbiamo accontentare di un anello di spazzatura spaziale.
Noi siamo abituati a raffigurare e a illustrare pianeti che girano attorno a una singola stella e satelliti che girano attorno a un singolo pianeta. Tuttavia, nessuno pensa mai alla fatica che devono fare i satelliti che rivolvono attorno a due pianeti di massa comparabile o quasi. E’ il caso dei piccoli sudditi di Plutone e Caronte. Lo ha mostrato Hubble e adesso aspettiamo con ansia ciò che ci dirà New Horizons.
Due giovani italiane realizzano un geniale modello per lo studio dei frammenti spaziali che si originano nelle collisioni tra l’innumerevole spazzatura che orbita attorno alla Terra e che può causare gravi danni ai satelliti che continuano a essere immessi attorno al nostro pianeta. Ovviamente, Media INAF, i giornali e le TV non le hanno ritenute degne di menzione, preferendo i cinguettii e le giravolte sponsorizzate della simpatica AstroSamantha e i concorsi vari con premi e "cotillon", senza dimenticarsi dell’Expo!
Encelado ce la sta mettendo tutta per essere il primo corpo celeste (dopo la Terra) a mostrare segni di vita. Siamo ancora ben lontani dalle conferme effettive, ma, la prossima volta che si va dalle sue parti, ricordiamoci di portare del… whiskey. I suoi abitanti ci metteranno la soda, dato che sono stufi di berla … pura.
Un richiamo a Dante non fa mai male. Siamo all’inizio del Canto XIII della Divina Commedia e i due poeti vedono allontanarsi il centauro Nesso che li ha accompagnati. Nel canto precedente hanno discusso a lungo con Chirone il più saggio delle creature metà uomo e metà cavallo. Proprio di Chirone e dei centauri voglio parlarvi e di una recentissima scoperta sul loro "capo". Centauri astronomici, però…
Dopo Europa e probabilmente Titano, anche Ganimede sembra avere dato prove concrete dell’esistenza di un oceano sotterraneo. Su Encelado, invece, si possono andare a fare le cure termali… L’acqua liquida, anche se nascosta, sembra abbondare nel Sistema Solare.
I media si occupano di esopianeti, di superterre, di dischi proto planetari, alla disperata ricerca di un altro mondo abitato, possibilmente, in un lontano futuro, da asservire come fatto per le Americhe. Ciò che gira attorno a stelle lontane può, però, riservare altre sorprese sicuramente di pari interesse se non maggiore. Che ne dite di esosatelliti e di esoanelli?
Vi ho tartassato a lungo con la spiegazione dei fenomeni mutui dei satelliti galileiani (ricordate il Super Kepler?). Chi ha letto quegli articoli dovrebbe ora sapere il come, il quando e il perché. Diventa, allora, estremamente istruttiva una splendida ripresa eseguita dal “solito” astrofilo giapponese di turno, fatta con mezzi a dir poco elementari.
Forse non mi sarebbe mai venuto in mente di affrontare questo problemino elementare, se non fosse apparso un articolo proprio su questo “mistero”. No, non è un mistero e con un disegno banale si capisce benissimo il fenomeno. Volevo quasi porlo come “domanda” a voi… Anzi, chi vuole può provare a risolverlo. Leggendo gli articoli che avevo scritto sui fenomeni mutui dei satelliti medicei ci si può arrivare facilmente. Sicuramente, se i greci avessero avuto un binocolo, non avrebbero avuto problemi a spiegare lo “strano”, ma semplicissimo evento.
Abbiamo trovato la forza di marea in tanti luoghi dell'Universo: dalle galassie, ai buchi neri, agli oceani terrestri, fino ai piccoli asteroidi che si avvicinano troppo a un pianeta. Sembra agire in modo diverso, ma è sempre la stessa. Penso di fare cosa gradita a molti nel voler riunire vari articoli e descrivere sia come si determina sia come agisce. Un solo asterisco per chi vuole limitarsi ai concetti, tre per chi vuole seguire anche i calcoli.
Un serie di immagini dell’occultazione di Io da parte di Callisto di un astrofilo italiano ha avuto l’onore di comparire come APOD della NASA.
Non avrei voluto riportare questo studio scientifico “stimolato” dalla NASA, ma nascono talmente tante battute a riguardo che non potevo non regalarvi lo …spunto. Io cercherò di essere freddo e di non usare termini di uso comune, ma voi potete fare ciò che volete (come farò anch’io in privato).
Chi è che diceva che la crosta lunare è vecchia di almeno un miliardo di anni? Tutti e io per primo. E, invece, sembra che episodi vulcanici siano ancora all’ordine del giorno sul nostro satellite. Roba da poco, ma tali da obbligare i planetologi a riscrivere, almeno in parte, la storia della Luna.