Due disgrazie sono sempre peggio di una? No, attorno al nostro Sole spesso avviene il contrario. Insomma, chiodo scaccia chiodo…
Questo articolo risponde al quiz sul buco della Terra. Ma, in realtà, va ben oltre e ci insegna a valutare sempre meglio la semplice genialità di Newton oltre che darci uno spunto per capire, ancora una volta, cosa s’intende per curvatura spaziotemporale. Questo è il bello della fisica: ogni argomento riesce a collegarsi strettamente a un altro e poco importa se siamo vicini alla Terra o in prossimità di un buco nero. Devo complimentarmi con alcuni di voi (non faccio nomi) che hanno quasi completamente risolto il problema e che, quando ci si sono avvicinati soltanto, hanno mostrato di aver compreso appieno il concetto di fondo su cui lavorare. Le leggi della fisica e la loro eleganza e generalità si imparano un po’ alla volta. Siamo tutti studenti che cerchiamo di aggiungere continuamente un mattoncino alla nostra costruzione, che, se ha le basi solide, non rischierà più di cadere.
Piccola aggiunta per i più bravi e per chi non se la sente di partire dalla superficie...
Questo problemino vuole mettere alla prova i più bravi e volenterosi. Il risultato, per chi non lo conoscesse già, apparirà abbastanza imprevedibile. La soluzione, però, non lascio scampo. Lo dedico ad Alvy che, con questo problemino, spero mi lasci in pace a Natale … (hurrà !). Sto ovviamente scherzando, dato che è aperto a tutti e non è poi molto difficile da risolvere. Bisogna solo ricordarsi del moto del pendolo e delle leggi fondamentali della meccanica newtoniana. Anche se non sembra, verrà utile per lo studio delle superfici curve…
Poche righe per fare il punto sulla "tragica" situazione energetica mondiale e di come tutto ciò era facilmente prevedibile già nel 2011. Se c'ero riuscito io... figuriamoci i governi mondiali...
Rosetta comincia a parlare di Scienza. Sembra proprio che l’acqua della “sua” cometa non assomigli a quella terrestre. Forse le comete non sono poi state le maggiori responsabili della formazione dei nostri oceani. Al limite, solo una minoranza… ma allora perché non andare a cercare l’acqua direttamente nelle vere “sorgenti”?
Abbiamo trovato la forza di marea in tanti luoghi dell'Universo: dalle galassie, ai buchi neri, agli oceani terrestri, fino ai piccoli asteroidi che si avvicinano troppo a un pianeta. Sembra agire in modo diverso, ma è sempre la stessa. Penso di fare cosa gradita a molti nel voler riunire vari articoli e descrivere sia come si determina sia come agisce. Un solo asterisco per chi vuole limitarsi ai concetti, tre per chi vuole seguire anche i calcoli.
Eccezionale risultato ottenuto per mezzo di un razzo tedesco che ha raggiunto 246 km di altezza, prima di tornare a terra: il DNA che era stato spalmato sulla punta del velivolo è tornato vivo e vegeto. E adesso che dire e che fare?
Questo articoletto è uno dei miei “soliti” sfoghi di fronte alla tragica ignoranza dei media e alle terribili ripercussioni che può avere sulla gente “normale”. Discutiamone…
La TV e i giornali cercano di convincerci che il mondo, soprattutto quello più civilizzato, stia lavorando duramente per affermare le fonti energetiche rinnovabili odierne (sole e vento). Il petrolio è considerato il maggiore nemico a causa delle sue emissioni di CO2. Non voglio, comunque, ritornare sulla reale consistenza scientifica dei cambiamenti climatici (ne ho parlato fin troppo). Vi sono trattati che ci illudono che sia in corso una lotta alla CO2 e molte istituzioni e associazioni ci mostrano (con i numeri...) gli enormi successi e gli incrementi continui delle fonti alternative. Ma è vero tutto ciò? O ci stanno, come al solito, prendendo in giro?
Quest’articolo non ha niente a che vedere, direttamente, con l’astrofisica, ma riguarda antichi abitanti della Terra che hanno provato in prima persona gli effetti di una catastrofe planetaria e che conoscevano meglio di noi la luce del Sole e non solo. Visto che ci stiamo occupando di spettroscopia, di ottica e di meccanica celeste mi sembrava doveroso informarvi su questa nuova, probabile, scoperta.
Senza chiedersi le motivazioni, un numerosissimo gruppo di trichechi, visto su una spiaggia in Alaska, ha fatto gridare alla loro scomparsa a causa (guarda un po’?) del riscaldamento globale. Una conclusione forse un po’ troppo frettolosa. Ma tant’è…
Sapete quanto rifugga dagli articoli catastrofici e quanto detesti le idiozie sui vari Maya, Nibiru e oggetti vari. Tuttavia, la Terra vive all’interno di un sistema molto complesso che non è predisposto per l’uomo (i più credenti mi perdonino). Il suo futuro è ricco di prove da superare. Nessuno può dirgli quando dovrà affrontarle, ma di sicuro gli esami veri cominceranno tra non molto (in termini di tempo planetario). E’ un dato di fatto che va accettato con rassegnazione, ma anche con lucidità e spirito combattivo. Gli animali li hanno affrontati e, in qualche modo, superati. L’uomo del futuro sarà capace di fare lo stesso? Teniamo presente che, finora, non ha ancora portato a termine NESSUNA fatica erculea…Il campo magnetico terrestre ci aiuta a delineare qualche scenario di questo tipo. Non sono scenari catastrofisti, ma solo e soltanto realistici, nel contesto di un Cosmo in continuo divenire.
Questo articoletto è un puro “sfogo”, ma dopo la trecentosettantaduesima volta che ho sentito un certo “urlo di battaglia” non ce l’ho più fatta e ho dovuto sbottare… Giuro che non riguarda né l’INAF, né Rosetta e nemmeno il WG (o almeno solo di striscio). Purtroppo, riguarda due grandi tragedie che ci vengono presentate da un vero e proprio teatrino dei burattini…
Vi voglio raccontare una favola. Anzi no. Non posso considerarla una favola, dato che rappresenta la realtà, la realtà della Natura. La definisco meglio: è la realtà raccontata come una favola, in cui molte cose sono state umanizzate e semplificate (non è certo una novità per me… vero, cari amici?). Alla fine, però, entreremo prepotentemente nella “notizia”. Una scoperta talmente banale, da sembrare veramente ovvia. Eppure…
Sono ormai18 anni che il cosiddetto riscaldamento globale si è fermato. La pausa è diventata maggiorenne ed è interessante conoscere cosa ne pensa un celebre climatologo americano. Le sue sono parole pacate e scientificamente umili, come dovrebbe sempre essere. Fa ridere pensare, invece, alle decine di tentativi che si stanno costruendo a tavolino per trovare una soluzione “politico-scientifica" alla pausa del “catastrofico” riscaldamento ormai troppo lunga per essere tacciata come trascurabile incidente di percorso. Come sarebbe bello parlare di clima solo come argomento scientifico!