Il primo passo, sicuramente il più ovvio e generalmente seguito dagli astronomi che studiano gli esopianeti delle zone abitabili, è trovare il pianeta. Se è nella giusta posizione, si può poi pensare di adottare altre tecniche per lo studio dell’atmosfera, della temperatura, della composizione chimica del suolo, ecc., ecc ., e valutare se la possibilità di vita può anche diventare probabilità. Come ben sappiamo, queste tecniche sono ancora in una fase troppo primitiva per essere considerate valide. Ora nasce un’idea del tutto rivoluzionaria (applicabile per adesso in pochissimi casi): perché non cercare prima la vita e poi il pianeta?
Ovviamente, il risultato che sta facendo il giro di tutti i media non è assolutamente niente di strabiliante. E’ stato trovato un pianeta che rivolve attorno a una stella simile al Sole, a una distanza comparabile e con un diametro di poco più grande del nostro. Insomma, un nuovo mondo all’interno della zona abitabile che si aggiunge agli altri già scoperti. Tuttavia, si è già visto che questa scoperta DEVE essere la notizia del secolo o quasi e , quindi, facciamo un po’ di chiarezza.
Il respiro geodinamico della Terra, ossia la sua tettonica a zolle, potrebbe essere un requisito fondamentale per la vita.
Eccezionali osservazioni del VLT hanno mostrato un protopianeta che deve ancora concludere la sua formazione: un vero parto in diretta…
Parlando di evoluzione planetaria, abbiamo spesso parlato di atmosfera originaria e di atmosfera secondaria. Giove, ad esempio, conserva strettamente quella che ha avuto fin dalla nascita e composta essenzialmente di idrogeno, mentre la Terra l’ha dovuta lasciar libera e si è accontentata di quella molto “sporca” regalatale dai vulcani e purificata dagli organismi viventi. L’immagine di un Nettuno che sta perdendo la sua atmosfera ci fa riflettere su queste fasi così importanti per la vita di un pianeta…
Una news che lascerà un segno fondamentale nella storia degli studi di formazione planetaria. Un’immagine di ALMA, già di per sé storica, è stata analizzata e studiata fino a dimostrare, con buona probabilità, che si tratta proprio dell’immagine di un sistema planetario neonato che sta sfruttando tutte le strategie più raffinate per costruire pianeti stabili e duraturi. Una magnifica lotta per la sopravvivenza che esce dalle pagine dei libri di meccanica celeste e può, finalmente, essere ammirata in diretta. Fantastico, veramente fantastico!
Sarebbe bello poter vedere l’intera vita della nostra galassia… Non potremmo nemmeno accontentarci di ciò che ha “registrato” il nostro Sole che è venuto al mondo quando gli avvenimenti più eccitanti si erano già conclusi. I suoi “selfie” (si dice così?) servirebbero ben poco, dato che bisognerebbe tornare indietro di oltre 11 miliardi di anni, almeno. Tuttavia, la luce con la sua “lentezza” ci viene in aiuto e dopo tanto lavoro è stato ricostruito l’album di famiglia della Via Lattea.
I mattoni della vita si fabbricano subito e lontano dalla propria stella. Il meccanismo per costruirli sembra quasi banale e ripetitivo. Solo dopo vengono trasportati nelle zone in cui possono evolversi. Non è il Sistema Solare che lo dice, ma il disco proto planetario della neonata MWC 480. Una scoperta veramente fondamentale, ottenuta, ancora una volta, grazie ad ALMA. Forse la vita è proprio come l’erba: basta un po’ d’acqua e nasce ovunque nel Cosmo.
E se la legge di Titius-Bode fosse qualcosa di veramente fisico? Perché non provare ad applicarla ai sistemi extrasolari? Detto fatto ed ecco la sorpresa: miliardi di stelle avrebbero almeno un pianeta “abitabile”. Un’ipotesi azzardata? Poco male. Tra pochi anni i nuovi strumenti saranno in grado di confermarla o distruggerla.
Gli esopianeti possono essere davvero molto strani per noi, abituati a vivere su un pianeta roccioso e vedere oggetti ghiacciati o circondati da nubi di composti chimici piuttosto “normali”.
Ripropongo un articolo nato tempo fa da una domanda del nostro assiduo amico AlexanderG. La risposta è stata data in modo molto rozzo, ma sufficiente ad avere un’idea dei numeri in gioco. Si può fare certamente di meglio e di più, e se qualcuno vuole provare ad affinare le cose… ben venga.
Ha una massa cinque volte superiore a quella di Giove, ma ha più o meno lo stesso raggio. Rivolve attorno a una stella poco più grande del Sole in 52 giorni circa, ma il suo destino sembra proprio segnato. Probabilmente non vivrà più di 200 milioni di anni. Un colpo di fortuna averlo ancora osservata…
Il titolo dell’articolo appare molto dispersivo. In realtà segue un mio personale filo logico e non una singola ricerca. Tuttavia, ho voluto esprimermi liberamente, basandomi su dati di fatto, per far volare un po’ la fantasia (ma non poi tanto) e aprire una finestra di discussione. Sto riprendendo un po’ di tranquillità mentale…a presto la relatività (spero)…
Sembra proprio che lo scopo di molte ricerche sia quello di trovare finalmente un pianeta “veramente” abitabile. Purtroppo, con la tecnologia attuale, le prove sono ancora lontane e allora le teorie abbondano
I media si occupano di esopianeti, di superterre, di dischi proto planetari, alla disperata ricerca di un altro mondo abitato, possibilmente, in un lontano futuro, da asservire come fatto per le Americhe. Ciò che gira attorno a stelle lontane può, però, riservare altre sorprese sicuramente di pari interesse se non maggiore. Che ne dite di esosatelliti e di esoanelli?
E’ da poco che ho inserito negli “approfondimenti” la descrizione dei fenomeni mutui dei satelliti medicei. Un’ottima occasione per capire ancora meglio cosa può succedere durante le occultazioni stellari e i transiti degli esopianeti.