Dico che non voglio parlare di esopianeti e poi eccomi qua. Tranquilli, non farò l’elenco delle nuove scoperte e nemmeno dirò chi è il più piccolo, il più grande, il più lontano, il più vicino o il più abitabile. Qualche ricerca di visione più ampia mi ha fatto pensare che varrebbe la pena riflettere un poco sulla vita nel lontanissimo futuro dell’Universo.
In un articolo appena apparso su due stelle veramente gigantesche, un commento di Mik ha fatto riferimento al limite di Eddington. Su suggerimento di Daniela ho pensato che era meglio riprendere questo vecchio articolo…
Sembrerebbe un articolo piuttosto tecnico e, in realtà, lo è. Tuttavia, l’importanza per l’origine del Sistema Solare e per le capacità creative delle supernove è tale da accettare un piccolo sforzo interpretativo. I chimici mi perdonino se ho cercato di semplificare al massimo la problematica...
Sono -a volte- d’accordo con voi quando mi dite che “umanizzo” troppo spesso gli oggetti celesti. Loro (forse) non hanno sentimenti e nemmeno sanno che esistiamo noi che li studiamo con grande serietà. Il pensarli come bambini giocherelloni getta discredito sia su chi li studia sia su loro stessi. Sarà… ma quando credo di essermene convinto, ecco che qualche nuovo scherzo stellare si affaccia sulla scena del grande Teatro del Cosmo. Niente da fare, la sua trama è sicuramente complessa e articolata, spesso misteriosa, anche se poi la semplicità vince sempre. Tuttavia, quando meno te lo aspetti, vieni preso in contropiede e un largo sorriso ti si allarga sul volto. Accidenti, queste stelle e i loro compagni di gioco ne sanno proprio una più del diavolo!
Sia affrontando la meccanica quantistica, sia analizzando i fenomeni macroscopici ci convinciamo sempre di più che la Natura preferisce le vie di mezzo. La nostra stessa Terra non deve essere né troppo grande né troppo piccola, né troppo calda né troppo fredda, né troppo lontana né troppo vicina, per mantenere la vita biologica. La stessa strategia è usata dalle giganti del cielo, le stelle che hanno masse decine di volte quella del Sole.
Le stelle sono come le creature viventi: nascono, vivono e muoiono. A seconda della propria massa vivono di più o di meno e si spengono in modo più o meno violento. Anch'esse hanno un cuore che pulsa, ma, normalmente, durante la sequenza principale, non si sente, tanto è regolare e discreto. Immaginate una galassia composta solo da stelle vive e vegete. Non sentireste praticamente niente, o, trattandosi di osservazioni, non vedreste praticamente niente di anomalo: una luce continua e costante, somma di tutti i contributi di ogni singola stella. Ma quando le stelle cominciano ad ansimare …?
VISTA ha la vista buona! Il telescopio ha un diametro di 4 metri e si trova in Cile, probabilmente il posto migliore al mondo per le osservazioni. Usando, oltretutto, gli occhiali infrarossi riesce a vedere cose che altri telescopi non riescono a fare. Spesso si va all’estero trascurando le bellezze del nostro Bel Paese. Analogamente, per scoprire oggetti del tutto inaspettati, basta guardare vicino a casa.
Penso che un po’ tutti abbiano sentito parlare, almeno una volta, del mistero del litio mancante. Un problema che continua ad assillare gli astrofisici da molti anni. Ma, invece di trovare la soluzione definitiva per questo enigma, si è aggiunto, nel tempo, mistero a mistero: il litio diventa abbondante nelle zone più “moderne” della nostra galassia… Finalmente, grazie a un gruppo di ricercatori italiani, si è trovata la “pistola fumante”, ossia un oggetto capace di produrre il litio presente oggi nella Via Lattea. Oltre a risolvere la seconda parte del mistero, la scoperta aiuta a confermare anche le ipotesi per la prima parte, dato che non vi è alcun bisogno di far sopravvivere il litio originario.
Una stella sta uscendo dalla fase di crisalide e ci regalerà una bellissima farfalla cosmica. Gli occhi del VLT dell’ESO la stanno seguendo con passione e si sono accorti che una meraviglia del genere può essere compiuta solo con l’aiuto di una compagna.
ALMA è stato utilizzato nella sua versione praticamente definitiva e si è permesso di curiosare all’interno di un sistema doppio, ultra celebre, e di “vedere” ciò che prima poteva essere fatto solo per il nostro Sole. Qualsiasi commento su questo radio telescopio è del tutto inutile: rappresenta il presente e sicuramente il futuro dell'astrofisica!
Le Wolf-Rayet sono stelle apparentemente strane e molto varie nelle loro manifestazioni. D’altra parte, rappresentano una fase molto corta anche per una gigante. In particolare, il processo legato a un oggetto singolo sta perdendo sempre più di credibilità e si propende, ancora una volta, per una sistema doppio. Una stella unica nel suo genere ne dà una conferma e ci mostra un qualcosa di durata quasi comparabile a quella della storia umana.
Abbiamo appena parlato di RR Lyrae e mi sembra giusto richiamare questo tipo di variabili, così importanti per la misura delle dimensioni dell’Universo vicino. Ovviamente, una posizione di rilievo deve essere data alle Cefeidi, vere e proprie “candele standard” per la determinazione delle distanze stellari e galattiche, e le prime a essere state usate per questo scopo. Un articolo per chi ancora non conosce a fondo queste stelle in equilibrio molto precario.
Anche nel Cosmo esistono coppie che cercano di nascondere la loro unione clandestina. I ricercatori, però, le studiano tutte per svelare ceri “amori” poco ufficiali, soprattutto, se gli amanti rappresentano una popolazione di importanza eccezionale per molte problematiche astronomiche.
Una stella apparve dal nulla nel 1670 e fu visibile a occhio nudo per parecchi mesi. Non poteva che essere classificata come stella “nova”. E il nome si mantenne per secoli, con un significato molto più scientifico, collegato allo scambio di materia tra una coppia stellare. Una coppia capace di ripetere a ritmo periodico il fuoco d’artificio. Teoricamente sì, ma praticamente niente sembrava confermare l’ipotesi. Poi, finalmente, la luce non visibile, ma rilevabile, ha risolto il mistero: non uno scambio di favori ma un faccia a faccia molto violento. (Ce l’ho fatta a scrivere almeno una news… ma adesso devo scappare).
E’ da poco uscita una news decisamente interessante e meritevole di essere evidenziata. Leggendo attentamente l’articolo originario (io cerco sempre di farlo…), la ricerca sembra seguire una sua logica strumentale e applicativa ineccepibile, ma non fa cenno alla materia oscura (anche se compare indirettamente in un riferimento a un lavoro precedente). Non capisco, perciò, come mai le agenzie che sono uscite in questi giorni (tra queste anche quella di media INAF che come sempre copia, traduce e incolla…), pongano un accento particolare quasi soltanto sull’importanza della materia oscura, che gioca -invece- un ruolo decisamente secondario se non, addirittura, inutile. Sembra quasi che senza materia oscura un articolo non possa essere considerato importante… un po’ come il GW…
Per descrivere molto semplicemente una recente news di notevole importanza per la misura delle temperature interne stellari (e anche della loro età), reputo necessario fare un rapido ripasso sui processi di nucleosintesi che avvengono nelle fasi evolutive più avanzate di stelle di particolari intervalli di massa.