La danza di due buchi neri vicini alla fusione ci mostra dei "passi" imprevisti...
Ci dispiace per il dotto giornalista e per i suoi orifizi spaziali, ma il buco nero di M87 è tornato a farsi sentire. Volevamo zittirlo per non distrarci da cose terrene ben più importanti, ma le sue dimensioni chi hanno convinto a non cercare di intervenire...
Benchè destinato ad essere surclassato dal JWST, l’anziano Hubble Space Telescope regala ancora straordinarie immagini dell’universo vicino.
Scoperta la stella più vicina al buco nero della Via Lattea, in attesa del telescopio Webb.
Attraverso la tecnica del microlensing è stato forse scoperto un buco nero isolato.
Eccola finalmente, la "foto" del nostro padrone di casa!
Però però... no, non è una foto, nè quella ciambella giallo-arancione è un'istantanea della materia calda che sta per essere inghiottita da Sagittarius A*. Ma allora cosa rappresenta quell'immagine?
Se un marciatore avesse iniziato la gara ad un'ora ben precisa e lo si vedesse arrivare al traguardo in un tempo troppo breve, sorgerebbero molti dubbi, soprattutto se non fosse un grande campione: o si è messo a correre oppure ha dato il cambio a un fratello gemello che è partito a metà gara fresco e riposato.
Qualcosa del genere succede anche alle stelle giganti della nostra galassia.
Una pulsar molto pigra, si rifà con un segnale radio molto intenso.
I buchi neri stellari sono sicuramente tanti, molti di più di quanto si pensasse una volta.
Prima di una "catastrofe" è sempre meglio riempirsi la ... "pancia".
I curiosoni esistono anche nel Cosmo e possono causare anche guai seri
Al pari di Napoleone, una supergigante rossa ha voluto lanciare un violento segnale prima della sua esplosione finale in supernova.
Continuiamo con la descrizione del telescopio spaziale Webb. Questa volta è il turno dei suoi obiettivi scientifici principali.
Non era un fenomeno sconosciuto, ma una cosa è ipotizzarlo e un altro è vederlo in azione su tempi scala "umani".
Una "saetta" vicino al buco nero.
Icaro non ce l'aveva fatta e le sue ali di cera si erano sciolte miseramente. La Parker Solar Probe è invece riuscita a "toccare" il Sole e a contemplarlo per cinque ore!