Quella che sto per raccontarvi è una bellissima avventura galattica che vede coinvolti molti attori: due galassie, due buchi neri, due nane bianche, un po’ di onde gravitazionali e una strana supernova. L’avventura sembra essere confermata da una serie di dati osservativi collezionati a partire dal 2000 e rende, forse, ancora più critico il discorso relativo alle candele cosmiche.
Solo pochi giorni fa abbiamo parlato di come si sia probabilmente risolto il “secondo” mistero del litio, quello che lo vede abbondante nelle stelle giovani e nello spazio interstellare. Rimaneva comunque da confermare la soluzione del primo mistero: dov’era finito il litio originatosi subito dopo il Big Bang? Sembra che sia arrivata anche questa risposta.
Pescare le onde gravitazionali è come pescare un grosso e furbissimo pesce. Ci vuole molta sensibilità e il luogo adatto. Il nuovo LIGO forse ci riuscirà a fine anno, pescando negli ammassi globulari.
Cosa sono le nane brune? Stelle mancate per mancanza di massa sufficiente a innescare le reazioni nucleari o giganteschi pianeti? Due recenti lavori sembrano arrivare a una soluzione di compromesso: nascono come stelle ma si comportano come pianeti.
Penso che un po’ tutti abbiano sentito parlare, almeno una volta, del mistero del litio mancante. Un problema che continua ad assillare gli astrofisici da molti anni. Ma, invece di trovare la soluzione definitiva per questo enigma, si è aggiunto, nel tempo, mistero a mistero: il litio diventa abbondante nelle zone più “moderne” della nostra galassia… Finalmente, grazie a un gruppo di ricercatori italiani, si è trovata la “pistola fumante”, ossia un oggetto capace di produrre il litio presente oggi nella Via Lattea. Oltre a risolvere la seconda parte del mistero, la scoperta aiuta a confermare anche le ipotesi per la prima parte, dato che non vi è alcun bisogno di far sopravvivere il litio originario.
Trovare due stelle che stiano per dare luogo una supernova di tipo Ia è già un bel colpo. Se poi la configurazione permette di risalire ai vari parametri geometrici e fisici del sistema è come vincere al Superenalotto. Ringraziamo la missione Gaia e i “veri” astrofili.
Che il Sole stia inesorabilmente andando verso un minimo molto accentuato non è certo una novità (anche se se ne parla ben poco nei media). Che questo fatto comporti inesorabilmente una piccola era glaciale è cosa altrettanto risaputa e confermata (ricordiamoci i decenni a cavallo del 1700). Ora sembra che si sia anche capito il meccanismo che causa le irregolarità a lungo periodo del ciclo solare di circa 11 anni. Stiamo tutti molto attenti: vedrete quanti avvoltoi tuttologi si schiereranno dall’altra parte e invocheranno il ritorno al carbone, in fondo una risorsa naturale e quindi “abbastanza” pulita. L’ipocrisia dell’uomo e la sua faccia tosta non hanno limiti…
Il titolo vuole far seguito a quello che avevo usato qualche anno fa, quando una molecola estremamente peculiare del carbonio era stata finalmente trovata nello spazio. Oggi sappiamo anche che cosa riesce a causare e non è cosa da poco.
E’ sempre emozionante poter prevedere qualcosa a distanza di pochi anni in un Universo che ha tempi fuori dalla nostra portata. In questo caso, si tratta nientedimeno che di una pulsar che attraverserà il disco di gas e polvere che circonda una stella luminosissima. Ne vedremo delle belle!
Una stella sta uscendo dalla fase di crisalide e ci regalerà una bellissima farfalla cosmica. Gli occhi del VLT dell’ESO la stanno seguendo con passione e si sono accorti che una meraviglia del genere può essere compiuta solo con l’aiuto di una compagna.
ALMA è veramente una meraviglia. Questa volta è riuscita a mostraci cosa stava capitando in una galassia ben 11.4 miliardi di anni fa, mentre si stavano preparando le sale-parto per migliaia di stelle.
Ho letto in un forum una frase che mi ha fatto rizzare i capelli in testa… Non è un forum di ufologi e nemmeno di astrofili che pensano solo agli ingrandimenti e alle loro foto. C’è anche quello, ma, spesso, si parla anche di scienza anche se in modo spesso confusionario. Tuttavia, ogni tanto leggo frasi e conclusioni che mi fanno spalancare gli occhi e mi fanno pensare a chi si ciba, ignaro, di certe spiegazioni… Dico il peccato, ma non il peccatore, proprio perché non m'interessa la polemica, ma solo il conseguimento di un risultato: la realtà scientifica. Chi non legge quel forum è meglio che non vada a confondersi le idee; chi lo legge trova qui un mio piccolo tentativo di fare chiarezza. Come sempre, uso la semplicità e non i paroloni, che fanno molto fine e gettano solo fumo negli occhi… Ma perché non si riesce mai a essere umili e a scendere da gradini posticci che nemmeno l'Universo, con la sua potenza e perfezione,ha mai voluto salire? Feynman ha proprio insegnato poco...
Quante stelle esistono negli enormi spazi tra galassia e galassia? Non è certo facile saperlo, dato che la loro luce non riesce a essere rilevata se non quando mandano un segnale fortissimo, un segnale che urla la loro fine con un bagliore intensissimo. Per essere viste devono, cioè, morire come supernove di tipo Ia.
ALMA è stato utilizzato nella sua versione praticamente definitiva e si è permesso di curiosare all’interno di un sistema doppio, ultra celebre, e di “vedere” ciò che prima poteva essere fatto solo per il nostro Sole. Qualsiasi commento su questo radio telescopio è del tutto inutile: rappresenta il presente e sicuramente il futuro dell'astrofisica!
Le Wolf-Rayet sono stelle apparentemente strane e molto varie nelle loro manifestazioni. D’altra parte, rappresentano una fase molto corta anche per una gigante. In particolare, il processo legato a un oggetto singolo sta perdendo sempre più di credibilità e si propende, ancora una volta, per una sistema doppio. Una stella unica nel suo genere ne dà una conferma e ci mostra un qualcosa di durata quasi comparabile a quella della storia umana.
L’accelerazione dell’espansione dell’Universo potrebbe subire un forte rallentamento… Le due classi di supernove Ia potrebbero essere dovute a due processo formativi che, guarda caso, differiscono proprio nella luminosità ultravioletta. Un argomento sempre più interessante e da seguire evitando eventuali “depistaggi”.