Il buco nero centrale della nostra galassia sta divorando una piccola nube di materia. Un piccolo rinfresco e niente di più che potrebbe, però, lanciare segnali che tutti aspettano con grande interesse. Ben diversa potrebbe essere stata la situazione due milioni di anni fa, quando il nostro “drago” ha lanciato fuoco e fiamme lasciando segni ancora oggi ben visibili.
Si sapeva che dovevano esistere, ma quando si scoprono direttamente regalano senz’altro emozioni. Emozioni sì, ma anche molti problemi. Il titolo la dice lunga: un pianeta che vive da solo, senza una casa-stella, sembra proprio un cagnolino senza collare: è scappato? E’ stato abbandonato? O è proprio nato in un ambiente selvatico? Di sicuro, ci permette di studiare molto meglio questi corpi freddi, piccoli ma non meno importanti dei loro genitori (se ne hanno veramente uno).
Si sta facendo di tutto per riuscire a scoprire un esopianeta con tutte le giuste caratteristiche per essere considerato un gemello della Terra. Si cerca tra le stelle con tutti i metodi più sofisticati e moderni. Forse, però, la risposta più interessante ce la fornisce un pianeta che non c’è più. Per non parlare dei "miei" asteroidi...
Due ricerche svolte recentemente hanno portato a risultati estremamente simili, che già si erano ventilati precedentemente. I buchi neri non sono divoratori ingordi, ma sanno stare a dieta e rifiutano banchetti troppo abbondanti. Pensano solo a se stessi e alla loro “linea”? Assolutamente no, la vera ragione è un’altra, ben più importante e generale.
Soltanto una decina di anni fa è stato scoperto un nuovo tipo di galassie (o qualcosa del genere): le galassie nane ultracompatte, chiamate brevemente UCD (Ultra-Compact Dwarf galaxies). Esse presentano un’alta densità stellare e dimensioni molto ridotte. Recentemente se n’è aggiunta una veramente straordinaria in termini di densità. Ne approfitto per fare il punto della situazione e richiamare la loro possibile origine.
Uno dei momenti più entusiasmanti nella vita di una stella è senza dubbio la sua nascita. Non è certo facile assistervi dato che il tutto avviene all’interno di una nube fredda e scura. Per superare questa forma di “privacy” la tecnologia deve superare se stessa e soprattutto riuscire a vedere sempre meglio le cose fredde che emettono meglio tra l’infrarosso e le onde radio. ALMA è lo strumento più sofisticato che abbiamo e… si vede!
La stella polare è per molti un punto di arrivo e per molti altri un punto di partenza. Stella che ha attirato da sempre l’uomo desideroso di orientarsi di notte. E’ giusto concedere alla stella polare solo questo ruolo puramente legato alle esigenze umane? Direi proprio di no.