Malgrado il continuo tentativo di non ammettere la verità, Rosetta ha mancato il suo obiettivo primario, quello di depositare un lander capace di mandare informazioni direttamente dal suolo dopo averlo analizzato in dettaglio. In questo contesto, dobbiamo ammettere che gli orgogliosi giapponesi sono stati molto più seri e onesti: la loro missione Hayabusa del 2005 ha avuto grossi problemi ed è stata giudicata abbastanza fallimentare. Tuttavia, ha insegnato molto e la sua figliola Hayabusa 2 potrebbe regalarci qualcosa di ben più importante. Purtroppo se ne parla poco…
Vorrei confrontare le news che arrivano periodicamente da New Horizons, con l’ultima, in ordine di tempo, giunta da Rosetta. E’ del 12 novembre e celebra il compleanno dello STORICO (così dicono…) atterraggio. Si rimane sempre in attesa, comunque, di un nuovo contatto, aspettando la caduta (controllata… sarà vero?) della sonda sulla cometa.
Sono giunte le tanto attese immagini ad alta risoluzione di Plutone e la bocca si spalanca sempre di più in segno di meraviglia.
Non è facile ricevere una lettera capace di mandarci un’informazione luminosa (le uniche che siamo capaci di leggere, per adesso…) che abbia viaggiato per 13.4 miliardi di anni lottando contro l’espansione dell’Universo e contro l’arrossamento della luce, ma il messaggio è arrivato ed è sicuramente uno dei primi che indichino un oggetto in cui la materia si è sicuramente formata ed evoluta. E’ una piccola e debole galassia, ma Hubble ha letto le poche righe e –dicono- si sia profondamente commosso!
Bisognerebbe parlare di Plutone ogni giorno, date che le immagini che arrivano da New Horizons sembrano proprio divertirsi a fare uscire matti gli scienziati. Come previsto, quando si parla di vera Scienza, i siti mediatici di basso livello non si degnano di parlarne. Meglio così, almeno non si rischiano tragiche incomprensioni e falsi sensazionalismi.
Ogni tanto Plutone e Caronte vengono brevemente citati dai media (di qualsiasi livello…), soprattutto quando nuove immagini appariscenti arrivano a terra. L’importante è che siano scenografiche e si possa dire praticamente niente con un numero sufficiente e non eccessivo di parole. Poi i riflettori si spengono. In realtà, la missione è veramente una cosa seria e dietro questi lampi di notorietà vi è un continuo studio delle varie caratteristiche dei due corpi planetari, atto a cercare di dare spiegazioni attraverso confronti e modelli realistici, con tanta attenzione e senza fretta.
Abbiamo appena visto che le nane rosse sono capaci di strapazzare violentemente le atmosfere dei loro pianeti che potrebbero ospitare la vita, ed ecco che una vera “nanerottola” si dimostra ancora più dura e severa. Tutto ciò sarebbe particolarmente interessante e non meriterebbe altro tipo di discussione, se non si fosse creato un piccolo giallo attorno a questa notizia, ancora una volta dovuto al modo molto approssimativo con il quale vengono fornite le notizie tramite le agenzie o chi ne fa le veci. Voglio anche fare una scommessa… e vediamo se qualcuno legge i nostri articoli e/o se qualcosa è cambiato nella redazione di Media INAF.
Una bellissima immagine di Cassini, dell’8 settembre scorso, può andare oltre alla semplice meraviglia estetica e puntare direttamente all’importanza fisica di ciò che si vede.
Vulcani di ghiaccio, terreno che cambia da zona a zona, satelliti che si sono probabilmente formati mettendo insieme oggetti più piccoli… se non è un mondo attivo e “caldo”, questo, non lo è nessuno! Stiamo parlando di Plutone e della missione New Horizons che dopo essere stata bersaglio di critiche e di scarse aspettative, dopo il declassamento di Plutone, sta dimostrandosi un punto chiave nella conoscenza del Sistema Solare, aprendo nuovi stimolanti interrogativi. Inoltre dimostra che il freddo non spaventa di certo i “pianeti” (qualsiasi siano le loro dimensioni).
I primi lavori scientifici relativi alla missione Rosetta sono stati pubblicati su un numero speciale di Astronomy and Astrophysics. Come pensavo, non vi è niente di straordinario e si capisce anche perché non vi sono state notizie da dare in … prima serata! Ovviamente, potendo osservare la cometa da vicino e per lungo tempo, ha permesso molti miglioramenti nei dati ottenuti, rispetto a quelli già in nostro possesso, ma certi obiettivi giudicati prioritari sono ancora ben lontani dall’essere stati raggiunti. Uso un'esauriente presentazione data da media INAF, che commento solo brevemente.
Normalmente un osservatorio singolo spara microonde su un oggetto (Luna, asteroide o quello che volete) e poi riceve l’eco radar di ritorno. Il calcolo dei tempi tra andata e ritorno permette di ricostruire la morfologia del corpo in esame e ottenere una vera e propria “fotografia”. Per 2015 TB145 si è usato un sistema doppio: un osservatorio spara e un altro riceve. L’operazione permette una risoluzione maggiore, che nel nostro caso ha raggiunto i quattro metri.
Forse l’avete già capito, ma se dovessi dire qual è il mio satellite preferito non avrei dubbi: Encelado! Le ragioni sono sia “fisiche” che “psicologiche”. Proprio queste ultime gli permettono di superare, nella mia scala soggettiva, sia Europa che Titano. Intanto restiamo in attesa dei dati che il passaggio radente del 28 ottobre ha immagazzinato e che forse ci regaleranno novità entusiasmanti (a parte le immagini sempre affascinanti). Cassini è una vecchia missione e ha la “cattiva” abitudine di essere stata costruita poco mediaticamente, per cui, normalmente, rende subito di dominio pubblico le scoperte scientifiche.
New Horizons, con poco clamore mediatico, continua a mandarci immagini del suo rapido passaggio vicino all’ex pianeta e al suo compagno di viaggio. Questa volta tocca proprio a lui, Caronte, sorprendere gli scienziati.
Continuiamo con lo descrivere le novità che arrivano dalle sonde inviate in giro per il Sistema Solare. Tralasciamo Marte, dove ormai sembra che l’acqua stia per sommergere tutti i robottini, e puntiamo su Plutone. In realtà New Horizons sembra l’unica che assomigli, come metodo di divulgazione scientifica, a quelle dei bei tempi d’oro, quando si cercava di capire e di far capire la nostra meravigliosa casa cosmica. Ricordando il grande Rino Gaetano (quante cose aveva capito…) permettetemi di dire che, comunque, anche lassù, su Plutone, il cielo è sempre più blu!
Le immagini e i dati ci sono, ma le spiegazioni (o almeno i tentativi) e le novità no…
Iniziamo a chiacchierare un po’ sulle immagini e sui dati che New Horizons continua a fornirci, in modo sempre più accurato. Iniziamo da Caronte, che ben pochi si aspettavano così violentemente scosso da attività geologiche gigantesche.